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Pubbliservizi, continuano a perdere tempo: ora si sono inventati "l'avviso pubblico" per i consulenti

03-06-2021 07:31

Pierluigi Di Rosa

Cronaca, Focus, Pubbliservizi,

Pubbliservizi, continuano a perdere tempo: ora si sono inventati "l'avviso pubblico" per i consulenti

Ormai è chiaro: la politicanza non riesce a concludere niente e deve porsi urgentemente il problema su cosa ci stia a fare

Ormai è chiaro: la politicanza non riesce a concludere niente e deve porsi urgentemente il problema su cosa ci stia a fare

Se qualcuno aveva dubbi, adesso sono superati.

Si è svolta infatti una assemblea dei soci, o meglio "del socio" della partecipata Pubbliservizi che ha chiarito come questa città, la meravigliosa Catania, sia davvero nelle mani di nessuno.

 

A non lasciare dubbi su quanto stia accadendo è, nero su bianco, il verbale della seduta appena pubblicato sul sito della Pubbliservizi.

 

La seduta si è svolta il 25 maggio alle 11.30 presso la sede della Città Metropolitana di Catania, durante la quale i lavoratori hanno svolto un sempre più disperato sit in: non ci stanno capendo niente e lo avevamo già anticipato.

 

Presenti il sindaco metropolitano Salvo Pogliese che è socio quasi totalitario (99,50%, mentre è insignificante la partecipazione dello 0,50% dell'Istitituto Musicale etneo), il consiglio di amministrazione con il presidente Giuseppe Molino ed i componenti Giuseppe Bonaccorsi e Maria Luisa Aiello, il commissario ministeriale Maria Virginia Perazzoli e il segretario generale della ex provincia Rossana Manno.

Presenti anche i componenti del collegio sindacale Anna Maria Gregni, Roberto Mellina e Massimo Tuttobene, con i primi due che a fine verbale hanno dichiarato "di non aver potuto seguire i punti all'ordine del giorno per problemi audio della video conferenza.".

 

Il vero punto all' ordine del giorno, quello decisivo per le sorti della importante partecipata catanese, riguardava la nomina dei consulenti che dovranno redigere, nel più breve tempo possibile ed in maniera finalmente efficace, quel famigerato "concordato preventivo" che il Tribunale Fallimentare di Catania attende ormai da oltre due anni.

 

La vicenda è ormai grottesca ed inutile dilungarsi, chi desidera trova in calce gli articoli, ormai troppi, dedicati alla saga.

 

Raccontiamo solo, anche a futura memoria, quanto accaduto nel corso di questa ultima seduta e delle decisioni del socio metropolitano che sta giocando una partita tutta sua e sempre meno comprensibile.

 

Sintetizziamo: Pubbliservizi è sottoposta da tempo ad una procedura pre-fallimentare e per riportarla alla gestione ordinaria occorre presentare al Tribunale una proposta di concordato che possa soddisfare i creditori ed al contempo dimostrare che può proseguire la sua attività. Per farlo è necessario nominare professionisti in grado di convincere i giudici delegati che i numeri stiano in piedi: non è semplice.

Già in passato è stato fatto un costosissimo tentativo che è stato rigettato dl Tribunale con motivazioni durissime.

 

Veniamo ad oggi: la scelta dei professionisti spetta al Consiglio di Amministrazione, che della proposta e successiva attuazione del piano concordatario assume la piena responsabilità anche patrimoniale in capo ai suoi componenti. Comprensibile quindi l'attenzione e l'apprensione.

Ma a quanto pare questa scelta non sarebbe del tutto libera, considerato quanto si legge nel verbale "dell'assemblea del socio" che fissa due paletti di notevole rilevanza ed alquanto inediti.

 

Il primo riguarda il budget assegnato per rifondere le parcelle da riconoscere ai professionisti che saranno scelti: 35 mila euro.

Non è noto quale sia il parametro individuato, considerato che per questo genere di prestazioni professionali ci sono delle tariffe fissate dai vari ordini.

Tra i lavoratori riuniti in sit in, come documentato in precedente articolo, giravano le delibere di nomina dei consulenti personali del sindaco metropolitano Pogliese, Daniele Capuana e Dario Loritto, che hanno un compenso fissato in 32.500 euro ciascuno, per fare cosa non si cpisce ma sinceramente il paragone non reggerebbe: il ragionamento sarà un altro.

 

In realtà la responsabilità di questo limite di spesa, senza che tuttavia vi sia un atto che lo motivi, viene esplicitamente riferito all'ex commissario straordinario della Città Metropolitana Vito Bentivegna, di concerto con l'ex amministratore unico Alfio D'Urso.

 

Si legge infatti nel verbale che il sindaco metropolitano Salvo Pogliese "espone ai presenti che il dott. Vito Bentivegna, precedente Commissario della Città Metropolitana di Catania ha comunicato allo stesso (a Pogliese, ndr) al momento del passaggio di consegna e alla presenza del 'avv.Prof. Alfio D'Urso, precedente Amministratore Unico della Pubbliservizi SpA in A.S., di aver già avviato il percorso volto all'individuazione dei consulenti per la redazione del piano concordatario nonché fissato il relativo budget di spesa in accordo con il predetto Amministratore Unico della società. Pertanto, pur ritenendo legittima l'individuazione dei professionisti da parte del Consiglio di Amministrazione, indicazione pervenuta a Città Metropolitana di Catania con la trasmissione del verbale del CdA già nel mese di marzo 2020, non ritiene possibile discostarsi dal budget stabilito dal precedente Commissario di Città Metropolitana di Catania in euro 35.000 per ciascun professionista designato. Non entrando nel merito dei professionisti precedentemente indicati, il dott. Salvo Pogliese evidenzia che Città Metropolitana di Catania non può, in alcun modo, modificare il predetto budget stabilito dal dott. Vito Bentivegna, precedente Commissario della Città Metropolitana di Catania, in accordo con l'avv. Prof. Alfio D'Urso, precedente Amkinistratore Unico della Pubbliservizii SpA in A.S."

 

È scritto proprio così, testuale, nel verbale del 25 maggio che prosegue trasformandosi in una sorta di sceneggiatura teatrale.

 

A questo punto infatti il presidente del CdA Molino chede se esista qualche atto formale in merito a questo budget ed alla procedura di nomina dei consulenti, ed il sindaco Pogliese rilancia e si espone ulteriormente: "Prende la parola il dott. Salvo Pogliese il quale informa i presenti di non conoscere se esist o meno un atto formalerelativo al budget previsto per i professionisti ma che lo stesso gli è stato comunicato verbalmente dal precedente Commissario della Città Metropolitana di Catania Vito Bentivegna, dal precedente Amministratore Unico, Avv. Prof. Alfio D'Urso e confermato anche dagli stessi consulenti individuati, avv. Salvatore Nicolosi e dott. Giuseppe Bucisca.".

 

È scritto proprio così, testuale, nel verbale del 25 maggio.

 

Quindi non solo il budget, ma erano stati anche individuati i consulenti che "confermano", attivando evidentemente una interlocuzione con l sindaco metropolitano non si capisce a che titolo e sulla base di quale atto visto che si sconosce se esista o meno.

 

Aumenta la confusione.

 

Il verbale prosegue con alcune importanti precisazioni da parte del CdA, la più importante che da febbraio i professionisti risultano individuati ed ancora non nominati, procrastinando la soluzione di una querelle che riguarda 360 lavoratori: PERCHÉ SI STA PERDENDO TUTTO QUESTO TEMPO?

 

Soluzione che sembra allontanarsi ulteriormente con il colpo di scena, puro teatro, contenuto a pagina 3 del verbale.

 

Infatti, "prende la parola la dott.ssa Manno, segretario generale della Città Metropolitana di Catania, che su richiesta del sindaco Metropolitano, espone ai presenti chela procedura più corretta da seguire per l'individuazione dei professionisti da nominare è quella manifestazione di interesse."

 

Quindi secondo il segretario generale Manno, per una nomina che deve essere fiduciaria per eccellenza, considerato che chi la effettua dovrà assumere in pieno la responsabilità patrimoniale di quello che andrà a firmare, occorrerebbe una sorta di "concorso pubblico". E qua allora non si capisce come i precedenti amministratori Bentivegna e D'Urso, a stare alle dichiarazioni del sindaco, avrebbero scelto Nicolosi e Bucisca che, a leggere il verbale, avrebbero già svolto attività in tal senso ma di cui non risulta alcuna traccia nonostante espressamente richiesti, circostanza che ha imposto al CdA di proporre la nomina di consulenti di propria fiducia, nel limite del budget fissato, già lo scorso febbraio.

 

Ora spunta questa brillante idea della "procedura di evidenza pubblica", peraltro non richiesta dalla legge, che esporrebbe la Pubbliservizi al rischio di ulteriori ritardi che la condurrebbero dritta al fallimento: basterebbe infatti che qualsiasi concorrente presentasse un ricorso amministrativo per andare alle calende greche.

 

Davvero inspiegabile quanto sta accadendo intorno a Pubbliservizi e resta il nodo della somma occorrente alla soddisfazione dei creditori per riportarla in bonis e farla ripartire con i suoi essenziali servizi pubblici: li ha Città Metropolitana questi fondi, si o no?

 

Intanto la società subisce da oltre un biennio il commissariamento straordinario da parte del ministero dello Sviluppo Economico, con tutti i limiti e problemi alla sua operatività che questo comporta.

 

E nel frattempo spunta un avviso, questo si pubblico, apparso a pagamento sul quotidiano La Sicilia di ieri:

 

 

 

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Un appaltino da oltre 4 milioni di euro per "Lavori di rifacimento e sistemazione della SP 25/I, tratto dalla SS288 a Ramacca a seguito di eventi alluvionali".

Probabilmente questi lavori sono talmente complessi che occorreva certamente un appalto esterno, ma giova ricordare che Pubbliservizi ha tra i suoi compiti ed i servizi che può e deve svolgere proprio la manutenzione delle strade, che se magari si facesse in maniera continua ed efficace potrebbe evitare la necessità di dover sostenere ad enormi spese ad ogni pioggia.

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