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Sarebbe bello se tornasse in campo la "Società Civile": l'appello di Città Insieme

11-02-2021 07:04

Pierluigi Di Rosa

Cronaca, Focus, città insieme,

Sarebbe bello se tornasse in campo la "Società Civile": l'appello di Città Insieme

Cominciamo un viaggio tra le energie catanesi. Prima puntata

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Siamo entrati in una fase molto complicata per l'Italia, una crisi che con la tragedia della pandemia planetaria ha fatto emergere tutte le inefficienze di un sistema che è andato in tilt in tutti i suoi settori: in Italia non funziona più niente, in Sicilia anche peggio e a Catania siamo in una sorta di deriva che pare inarrestabile.

 

È forte la preoccupazione per la tenuta sociale, le conseguenze della mancanza di risposte adeguate ai bisogni primari delle fasce più deboli della popolazione rischiano di risultare incontrollabili.

 

Non è crisi politica quella in corso, ma purtroppo istituzionale, coinvolgendo tutti i settori della Cosa Pubblica che, resa sempre più debole, è rimasta per troppo tempo preda degli appetiti più spregiudicati.

 

Ma le crisi, almeno finché non risultano mortali e quindi definitive, rappresentano sempre opportunità importanti.

 

Catania è una città difficile, con contraddizioni insostenibili e spesso anche intollerabili: basta dire che non ha un piano regolatore da 60 anni per capire come tutto sia abbandonato all'approssimazione estemporanea, avendo in questo modo creato un sistema che nella sua confusione risulta lo strumento perfetto per l'affermazione di bande di potere spesso corrotte e fameliche, che utilizzano le risorse di tutti trasformandole in bancomat personali ad  uso dei propri deliri e consentendo così il soddisfacimento di interessi particolari che non hanno alcun collegamento con il benessere comune.

 

La classe politica è semplicemente inesistente, sostituita da un'accozzaglia di ambizioni personali che si sommano tra loro con l'unico obiettivo di mantenere posizioni e privilegi, spesso a qualsiasi costo: le modalità di accaparramento del consenso, spesso oggetto persino di scambi con la malavita o con metodi clientelari di infimo livello, non lascia molto spazio alla speranza che si possa riformare un sistema ormai marcio sino al midollo.

 

Che fare allora? Abbandonarsi alla disperazione? Mai!

 

Provare a "darsi voce", reciprocamente.

Trovare modalità ed occasioni di incontro, provando a sommare tutte quelle energie che pure sono presenti sul territorio per quanto devastato e corrotto.

 

L'idea è di raccontare queste energie che covano, aiutarle, per come possiamo e nel nostro piccolo, ad esplodere affinché si semini quella "passione civile" che possa opporsi alla miseria morale, sociale, economica e politica che non deve considerarsi inarrestabile.

 

A metà tra la denuncia dell'apatia civica sintetizzata alla fine dell'800 da Francesco De Sanctis e l'odio per gli indifferenti di Antonio Gramsci, per arrivare al "Volere Potere" di Piero Gobetti.

 

Una "chiamata alle armi", quelle pacifiche e persino divertenti della mobilitazione, della riflessione, del dibattito, dello stare insieme a ragionare del futuro dei nostri luoghi, dei sogni dei nostri giovani, dell'amore per le strade che calpestiamo, dell'amore per le persone che incontriamo anche e soprattutto quando sono diverse da noi.

 

Cominciamo così dall'appello lanciato da una delle associazioni più longeve presenti sul territorio catanese, CITTÅ INSIEME.

 

Un'associazione che ha avuto sede in una chiesa, San Pietro e Paolo, e che ha provato ad incidere nella realtà politica catanese, per un certo periodo riuscendoci anche, risultando tra i maggiori protagonisti di quella Primavera Catanese poi clamorosamente tradita da chi ne usò la forza come trampolino personale bruciandone le potenzialità.

 

Percorso, è opportuno chiarire, dal quale chi scrive, provenendo da una cultura liberale che rifugge qualsiasi rischio di omologazione, è stato sempre lontano e in diverse occasioni anche critico, ma sempre rispettoso per l'impegno altrui quando ha come interesse finale, al netto delle legittime ambizioni personali o di categoria, l'Interesse Generale.

 

Forse la delusione per gli esiti incompiuti o non desiderati ha per molto tempo limitato, ed è un danno per la comunità, il campo di azione di Città Insieme. 

 

Ma a Catania, si sa, dalle ceneri si risorge e più forti.

 

E forse è venuto il momento di riprendere il cammino, non solo per loro ma anche per le tante realtà che sono rimaste attonite dalla prevalenza della spudoratezza.

 

Nella presentazione che loro stessi fanno sul sito chiedono "qualche minuto di attenzione per trovare un interesse comune per il futuro della nostra città e perchè desideriamo dare un’idea più chiara sullo spirito che ci anima."
 

Si legge: "CITTAINSIEME è un movimento di società civile nato a Catania nel 1987 ed è un’associazione spontanea, laica, al di fuori delle ideologie e delle logiche di partito, che si autofinanzia.

 

I cardini fondamentali di CITTAINSIEME sono:

• la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui grandi temi politici, civili e sociali;
• un nuovo rapporto tra cittadini ed istituzioni;
• la critica alla partitocrazia e la sperimentazione di nuove forme di proposta e partecipazione politica;
• il rapporto tra politica ed etica da cui l’esigenza di onestà e trasparenza e l’impegno antimafia.

 

Abbiamo 20 anni di vita e il nostro impegno per la città ha dato notevoli risultati ed ha permesso a molti di riscoprire il gusto della politica come analisi, denuncia, proposta, stimolo e controllo dei cittadini sugli amministratori e sui centri di potere.
Con questo opuscolo divulgativo desideriamo quindi non solo informare più in dettaglio sulle attività di CITTAINSIEME, ma soprattutto mostrare che è possibile, con la collaborazione e la volontà, ottenere risultati concreti con metodi chiari ed onestà di intenti.
Seguendo il percorso della pagina seguente avrai la possibilità di conoscerci meglio e… perchè no, di stabilie un primo contatto per futuri incontri."

 

La notizia più attuale, e di cui approfittiamo per questo ciclo dedicato all'associazionismo civico catanese, è l'appello che hanno lanciato ai Catanesi partendo dalla vicenda che sta interessando la "riqualificazione" del plesso Santa Marta di cui è stato avviato l'abbattimento senza che si capisca bene che cosa possa diventare.

Sul Santa Marta, sul PRG, sul destino della nostra Città. Appello ai Catanesi

 
"In ogni occasione le nostre Istituzioni affermano che le aree ospedaliere dismesse del Centro storico rappresentano una sfida cruciale per il futuro della nostra Città.


In altrettante occasioni le stesse Istituzioni affermano che l’iter per il nuovo PRG (atteso da oltre 50 anni!) è in corso e che, fiduciosamente, la sua nascita avverrà presto.


E se mettessimo in connessione logica queste due asserzioni cosa ne ricaveremmo?
 

Che il dibattito attorno alla nuova destinazione e riqualificazione degli ex Ospedali e di tutte le aree circostanti andrebbe inserito all’interno del più ampio dibattito sul PRG.

 

Non foss’altro per l’enorme estensione che dette aree occupano nel cuore della nostra città e per gli effetti che sono in grado di produrre sui quartieri circostanti, stabilendone in modo irreversibile il destino futuro.

 

Siamo convinti che – al di là delle condivisibili critiche espresse sulle soluzioni stilistiche ed architettoniche e, soprattutto, sulle procedure sin qui adottate per avviare la cd. “riqualificazione” dell’ex presidio ospedaliero “Santa Marta” – la questione del “Santa Marta”, come quella del “Vittorio Emanuele” o del “Santo Bambino”, ci offre la straordinaria occasione di chiedere la convocazione urgente da parte dell’Amministrazione Comunale di una Consultazione Permanente sul PRG (ora denominato “PUG” dalla nuova Legge Urbanistica Regionale).

 

Un’occasione nella quale il Comune torni ad essere il punto di riferimento delle scelte urbanistiche, il luogo nel quale i rappresentanti dei cittadini possano decidere anche sulla base degli spunti e delle istanze che potranno emergere da un serio, ampio, articolato (e metodologicamente strutturato) dibattito nel quale sia coinvolta l’intera cittadinanza, in tutte le sue espressioni sociali, culturali, economiche e professionali.


Si può fare.

 

Le norme sui processi partecipativi esistono. E non sono state pensate come forma di ratifica di scelte già compiute, bensì come il preludio di scelte ragionate, da compiersi ben prima dell’arrivo delle ruspe o dell’approvazione dei progetti di spesa.
 

La partecipazione non è una perdita di tempo, è una cosa seria e questa nostra Città ne ha un disperato bisogno!

 

Abbiamo un’occasione imperdibile. Ridisegnare la Città.

 

Plasmarla ad immagine e somiglianza dei nostri sogni, anziché degli interessi speculativi. I vuoti del nostro Centro storico iniziano a mostrarsi in tutta la loro drammatica consistenza. Le periferie umane non riguardano più soltanto le periferie, ma sono presenti in ogni angolo.

 

Le vocazioni che Catania potrebbe esprimere con la sua intrinseca vivacità stanno via via spegnendosi. Tutti questi drammatici problemi oggi rappresentano un’opportunità di cambiamento, perché i soldi pubblici per intervenire ci sono e vanno spesi. Ma affinché siano spesi bene, occorre svegliarsi, adesso!

 

È per questo motivo che avvieremo una serie di iniziative in materia urbanistica.
- Inviteremo l’Assessore all’Urbanistica del Comune di Catania ad un dibattito pubblico con i cittadini interessati, i tecnici e i professionisti che hanno a cuore questi temi.
- Chiederemo frequenti audizioni in Commissione Urbanistica del Consiglio Comunale per approfondire, con chi ci rappresenta, le singole questioni aperte in materia (dal Lungomare a Librino, da Fossa Creta alla Playa, da San Giovanni Galermo e Picanello a San Giorgio e Borgo-Sanzio, da San Cristoforo e Antico Corso a Cibali e Barriera…; e ancora, l’Agenda Urbana e la prevenzione sismica, i diritti edificatori derivanti dalle demolizioni e i progetti di rigenerazione urbana e riqualificazione…).
- Ascolteremo la gente! I cittadini comuni che vivono i quartieri, le vie, le piazze e che finora sono rimasti inascoltati. Raccoglieremo i loro racconti, le loro impressioni sulla vivibilità della città, le loro visioni sul futuro. Perché una visione generale della città deve partire da quella che ogni suo singolo abitante ha il diritto di esprimere.

 

Chiunque volesse unirsi all'organizzazione di queste iniziative può mettersi in contatto scrivendo a info@cittainsieme.it o sul Messenger della nostra Pagina Fb.
 

L’Appello è rivolto a tutti i cittadini, i gruppi, le associazioni, i comitati armati di buona volontà ed appassionati alla casa comune."

Bene, si riparte?

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