
“NON ABBIATE PAURA DI SBAGLIARE”? In medicina non funziona così!

Caro Direttore,
ho letto non senza stupore l’articolo di Tiziana Tavella pubblicato a pagina 6 de LA SICILIA di sabato 22 marzo e dal titolo “Enna pilastro di qualità, Medicina ora si cambia”.
La ministra Anna Maria Bernini, sembra aver detto, rivolgendosi agli studenti (anche di medicina!): “Non abbiate paura di sbagliare perché sbagliare è sano. Chi non sbaglia non cresce”; per poi aggiungere “Il cuore pulsante della Sicilia può formare medici che siano professionisti di qualità in grado di mantenere gli standard qualitativi straordinariamente elevati che tutto il mondo ci riconosce…”
Ora è vero che ogni affermazione va vista nel corretto contesto, ma una Ministra che invita (anche) i futuri medici a non aver paura di sbagliare perché sbagliando si cresce mi sembra una enormità.
Al di lei posto avrei detto agli studenti di medicina di avere terrore degli sbagli perché l’errore, in medicina, porta a danni gravi, spesso irreparabili, alla salute dei pazienti.
Sempre la stessa ministra ha parlato di standard qualitativi straordinariamente elevati che tutto il mondo ci riconosce.
Si riferiva alla medicina?
Se sì deve non aver letto la graduatoria delle scuole di medicina che mette al primo posto Oxford seguita da Harvard con Cambridge al terzo posto.
Qualche scuola di medicina italiana si trova dopo il centesimo posto (se non ricordo male Bologna); noi catanesi, Direttore, siamo nella felice posizione di sapere chi occupa l’ultimo posto: Catania.
Il rettore Priolo forse non sa che quando Nostro Signore disse che gli ultimi sarebbero stati i primi non si riferiva alle facoltà universitarie.
Ovviamente mi guardo bene dal fare di tutta l’erba un fascio: Fisica, Chimica, Ingegneria, Matematica e le facoltà affini sono riuscite a mantenere un altissimo livello e di questo dobbiamo essere orgogliosi; non lo stesso può dirsi della Giurisprudenza, un tempo la prima in Italia.
Nel contesto universitario la medicina occupa un posto particolarissimo perché responsabile della formazione dei nuovi medici: bene, da questa facoltà escono medici con tanto di laurea che nel loro corso di studi non hanno mai visto malati; sono gli stessi reclutati nei pronto soccorso per carenza di personale medico con anzianità ed esperienza.
Chi dirige oggi la scuola di medicina catanese?
Chiunque sia deve essere immediatamente allontanato e sostituito perché evidentemente non è in grado di organizzare una didattica efficiente.
Un paio di anni fa, in occasione della consegna di una medaglia ricordo ai Medici con mezzo secolo di laurea, sentii una docente della quale non ricordo il nome, corresponsabile dell’organizzazione didattica della facoltà, parlare come il Pangloss (in siciliano ‘tuttu ucca’) di Voltaire: tutto va nel migliore dei modi possibili.
Le auguro di cuore di non aver bisogno per se e per i suoi cari dei servigi dei suoi neolaureati.
Che ci sia un facoltà medica, quella di Enna, che cresce, e che si propone di formare una buona classe medica non può che fare piacere: conosco personalmente alcuni dei docenti ed il Rettore stesso, Paolo Scollo, che sono di ottimo livello.
Ma mentre Enna fiorisce Catania marcisce, e la signora Ministra farebbe bene a fare una capatina nella nostra città fornita di scarpe adeguate per dare qualche calcio là, dove non batte mai il sole, a certi personaggi.
Il quale avrà il compito gravoso ed ingrato di fornirsi anche Lui di scarpe adeguate per rimuovere parassiti ed incompetenti che hanno distrutto quella che fu la mia gloriosa Facoltà.
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