Lo scorso 24 febbraio abbiamo sollevato un caso, l'ennesimo, che riguarda fondi pubblici, ancora una volta parecchi, che non si capisce che fine abbiano fatto. Come gli 856 mila euro pagati due volte per Torre Biologica o i 700 mila della "transazione per niente". Stavolta l'Università di Catania non solo, come al solito, non ritiene di chiarire, ma ci chiede di pagare per esercitare un accesso agli atti: sarà anche previsto dalla legge, ma è davvero imbarazzante che non sentano MAI la necessità di fugare perplessità che si sommano in maniera esagerata. Come esagerato che in questa città tutto passi in cavalleria: proprio esagerato!
Il caso sollevato riguardava un progetto di ricerca scientifica finanziato dal ministero ed affidato ad un consorzio privato, UNIFARM, che vedeva a capo il professore Filippo Drago ed il suo successore Salvatore Salomone.
Filippo Drago fu anche candidato rettore dell'Università di Catania, allora in dichiarata "continuità" con il decaduto Giacomo Pignataro, con cui ha poi condiviso una richiesta di arresto.
Il professore Filippo Drago è infatti molto noto a Catania, tra i principali indagati dell'inchiesta "Università Bandita", dopo la richiesta di arresto di cui sopra da parte della Procura di Catania era stato interdetto alle funzioni e si era dimesso da direttore del dipartimento Biometech, sostituito "in continuità" dal prof. Salomone (suo successore anche in UNIFARM).
Revocata dal GIP l'interdizione per le avvenute dimissioni da direttore di dipartimento, immediatamente dopo Drago si fa eleggere, candidato unico, a direttore del Centro di Ricerche universitario CERD.
Per inciso, in questi giorni di "attenzioni scientifiche", il prof. Drago è apparso su vari media locali, e fa una certa impressione, attribuendosi un'altra ricerca, questa volta su farmaci utili nella terapia anti-covid: torneremo anche su questo, come sul caso di qualche anno fa che vide sempre Drago difendere con veemenza una decisione dei dirigenti dell'AIFA che esclusero un farmaco meno costoso favorendo un "cartello" di case farmeceuttiche (almeno questa l'accusa) e che poi, lo scorso novembre, sono finiti tutti indagati per un presunto danno erariale niente meno che di 200 milioni di euro.
Questo SOLO per dire quanti interessi, e delicatissimi, ruotano intorno ai progetti della ricerca scientifica e se poi non si riesce mai a chiarire che fine facciano i fondi e inutile lamentarsi se mancano le mascherine...
Quelli che ci eravamo trovati tra le mani lo scorso febbraio, lo sintetizziamo ma leggetelo, erano documenti che dimostravano come l'Università di Catania si era visti sottratti dal ministero 722 mila euro per il fatto che non risultava regolare la rendicontazione fornita dal consorzio privato UNIFARM, presieduto prima da Drago e poi da Salomone.
Gli stessi Drago e Salomone che si sono succeduti a vicenda nella direzione del dipartimento BIOMETECH, che è lo stesso dove si svolge quell'altra strana storia da noi raccontata di una società privata che organizza eventi e convegni a Torre Biologica, che è proprietà pubblica.
La contestazione più rilevante fatta dal ministero atteneva al semplicissimo fatto che UNIFARM aveva rendicontato tra le sue spese gli stipendi dei professori universitari già pagati, appunto, dall'Università stessa. Cosa da niente...
Veniva quindi avviata una pratica per la restituzione di questi 722 mila euro da parte di UNIFARM all'Università di Catania, che qualche urgenza finanziaria pare la tenga tanto da provare a chiedere soldi in anticipo agli studenti.
Bene, dell'esito di questa pratica di rivalsa non siamo riusciti a trovare traccia e la governance dell'ateneo non ha ritenuto, neanche stavolta, di chiarirlo pubblicamente.
È già accaduto almeno per altri due incredibili casi, gli 856 mila euro pagati due volte per la costruzione di Torre Biologica e i 700 mila euro per un'assurda transazione.
Stavolta abbiamo anche provato ad effettuare un accesso agli atti e, come si legge, ci viene richiesto di pagare mezzo euro per ogni facciata di documento: sarà anche previsto dalla normativa e valuteremo il da farsi, ma forse sarebbe stato più dignitoso accompagnare la richiesta con una semplice nota in cui ci si assumeva almeno la responsabilità di rassicurare l'opinione pubblica che quello che si paventava non fosse fondato.
Non dire nulla, ancora una volta, legittima le supposizioni più fantasiose e persino quelle meno onorevoli.
AVVERTENZA PER PM, GIP E GIUDICI (nel caso di denuncia per diffamazione questo inciso fa parte integrante dell’articolo): questo, come tutti gli altri dedicati a vicende dell’Università di Catania, è indispensabile, a fini di giustizia, valutarlo in relazione a tutti gli altri pubblicati, (alcuni elencati in via non esaustiva in calce e compresi quelli che saranno pubblicati prossimamente), in quanto fa parte di un’unica organica attività d’inchiesta giornalistica orientata alla funzione di pubblica utilità di raccontare le dinamiche del potere locale, i metodi di gestione di enti pubblici e l’utilizzo di pubbliche risorse. Di conseguenza toni e contenuti sono direttamente correlati alla successione narrativa.