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La strana storia del Centro Commerciale all'Ingrosso di Bicocca, che forse è del comune di Catania ...ma non

16-03-2020 05:00

Pierluigi Di Rosa

Inchieste, Comune di Catania,

La strana storia del Centro Commerciale all'Ingrosso di Bicocca, che forse è del comune di Catania ...ma non lo sa

Questa è la prima puntata di un nuovo capitolo, direttamente collegato agli altri in corso di narrazione, di una storia molto interessante per compren

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Questa è la prima puntata di un nuovo capitolo, direttamente collegato agli altri in corso di narrazione, di una storia molto interessante per comprendere le tracotanti commistioni attualmente in atto ai piedi dell'Etna. E che probabilmente solo da queste parti si sarebbero potute realizzare in maniera così impudente. Parliamo di POTERI PUBBLICI che, una volta occupati e mantenuti in maniera anche rocambolesca, producono ingenti AFFARI PRIVATI. La premessa ci serve solo ad inquadrare il contesto che svilupperemo in seguito. E per arrivarci partiamo da lontano, con una questione che potrebbe anche esserne del tutto indipendente ma comunque interessante da chiarire perché riguarda, anch'essa, la gestione di beni pubblici. Nella totalità delle nostre inchieste ci basiamo su documenti e atti di cui riusciamo a venire in possesso e che si sono sempre dimostrati inconfutabili: stavolta l'oggetto è, al contrario, un atto che non siamo riusciti a trovare...E se non ci fosse sarebbe un bel problema...



Non tutti sanno che a Catania, in località Bicocca, proprio alle spalle del carcere dove dovrebbero finire molti più colletti bianchi dei delinquenti comuni che invece ci stanno, sorge dagli inizi degli anni 2000 un'enorme Centro Commerciale all'Ingrosso.



Il terreno è di proprietà dei cittadini catanesi, del Comune di Catania per l'esattezza, che nel 2001 lo concesse ad un raggruppamento di imprese, "Venuto e Fronterré", che con la formula allora in voga del project financing ne realizzò le strutture in cambio della concessione della "gestione globale" per 15 anni.



Vennero costruiti 18 capannoni di varia metratura, venduti od affittati ad "operatori del settore del commercio all'ingrosso", e vedremo nella prossima puntata quanto questa limitazione imposta dalla concessione comunale si rivelerà interessante per ulteriori "business" sviluppati all'interno soprattutto di recente, diciamo a partire dal 2018, guarda caso.


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Il terreno concesso dal comune di Catania occupa la bellezza di


890 mila metri quadri

con 217 mila già coperti dai capannoni, 350 mila adibiti a parcheggi, 190 mila di verde attrezzato e 10 mila per servizi.


Tanta roba

in posizione più che strategica ad appena un chilometro dall'aeroporto, tre chilometri dal porto e 5 dalla stazione ferroviaria centrale, per di più direttamente sulla tangenziale delle autostrade Catania-Messina-Palermo-Siracusa-Ragusa.


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Il contratto tra il comune di Catania e l'impresa che ne ottiene la "gestione globale" venne stipulato in data 15 novembre 2002 innanzi al notaio Vincenzo Ciancico presso i locali dell'Avvocatura Comunale.

L'art.2 della convenzione fissa la durata in 15 anni a partire dalla data di stipula, quindi la scadenza viene stabilita al 15 novembre del 2017, mentre l'art.4 stabilisce chiaramente che "allo scadere della concessione il comune di Catania subentra in tutti i rapporti reali e obbligatori costituiti dalla concessionaria ed in corso di validità..."


Quindi a far data dal 15 novembre 2017 il Comune di Catania avrebbe dovuto assumere la gestione globale del Centro, garantendone il funzionamento ed incassandone tutti i proventi.

In caso contrario si sarebbe dovuta attivare quantomeno la "procedura negoziata aperta" prevista dall'art.2, salvo le nuove norme sugli appalti nel frattempo intervenute.


E invece accade che il Comune di Catania comincia con le immancabili proroghe, addirittura 4.


La prima proroga viene deliberata lo stesso giorno della scadenza, il 15 novembre 2017

, ed è firmata da due direttori, l'ing. Persico e l'ing. Maurizio Trainiti, quest'ultimo ancora in servizio proprio a capo della direzione patrimonio.


La motivazione della proroga risiede nella


"complessità dell'istruttoria"

: avevano avuto 15 anni di tempo per capire cosa fare e non gli sono bastati!


Vengono così assegnati 90 giorni di tempo.


Ma neanche questi bastano e sempre con la stessa motivazione della "complessità dell'istruttoria", 


il 13 febbraio 2018 è il direttore Persico ad assegnare altri 90 giorni, sino al 16 maggio.Quindi hanno avuto i 5.575 giorni di durata della convenzione (15 anni!) più i 180 delle due proroghe: basteranno a districare la "complessità dell'istruttoria!?

Manco per idea: il giorno prima dell'ennesima scadenza,


il 15 maggio 2018, arriva la terza proroga

, stavolta per 60 giorni ed alla motivazione si aggiunge un immancabile richiesta di parere al Collegio di Difesa.


Tutto questo avviene nel corso dell'ultima amministrazione Bianco e nel giugno 2018 arrivano le elezioni che rinnovano il governo cittadino.


Nella inevitabile confusione determinata dal complicato passaggio di consegne che, come sappiamo, condurrà rapidamente alla successiva dichiarazione di dissesto, giunge a scadenza anche la terza proroga e così, 


il 25 giugno 2018 arriva la quarta.

A firmarla sempre l'ing. Persico che stavolta assegna proprio al cambio di amministrazione la motivazione principale di questo ennesimo prolungamento, ma quantomeno assume un tono perentorio: "Sino a non oltre il 31 dicembre 2018"!


E qua ci siamo persi

, nel senso che le nostre ricerche non ci hanno consentito di recuperare alcun altro atto da parte dell'amministrazione comunale: né di ulteriore ennesima e probabilmente opinabile proroga, né di indizione della gara prevista.


E allora?


Attendiamo l'eventuale atto che non abbiamo trovato, perché quest'ultimo aspetto è l'oggetto di partenza della


prossima puntata

, che


è già pronta

ma ci manca la risposta alla domanda precedente, anche se non cambierebbe molto perché


quella si che è "un istruttoria molto complessa".

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