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San Giovanni La Punta: servizio per ragazzi disabili dimezzato, interviene il tribunale ma il comune non ottem

11-04-2017 03:02

Barbara Corbellini

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San Giovanni La Punta: servizio per ragazzi disabili dimezzato, interviene il tribunale ma il comune non ottempera

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Il servizio Asacom del comune puntese è passato da 25 ore settimanali prima a 8 e poi a 13, ben 12 ore in meno dunque. Si tratta di un'attività rivolta ai ragazzi disabili basata sulla comunicazione. A causa di questa situazione la mamma e il papà di Francesco, un ragazzino di 10 anni, indignati per la situazione, si sono rivolti al Tribunale di Catania per denunciare la situazione. Si arriva così al provvedimento dell'8 febbraio finalizzato a ripristinare le 25 ore settimanali, ma fino ad oggi il Comune è rimasto sordo!



Della vicenda si è occupata l'associazione Autismo Oltre guidata da Enrico Orsolini. Grazie a questo intervento, a gennaio, le ore sono state portate da 8 a 13, ma ancora siamo ben lontani dallo svolgimento di un servizio a 360 gradi.



"Come avvocato e presidente dell'associazione Autismo Oltre -spiega Enrico Orsolini- mi sono interessato del caso di una famiglia il cui bimbo aveva fruito del servizio Asacom negli anni precedenti per 25 ore settimanali, ma quest'anno ha dovuto ricevere il servizio dall'inizio in misura estremamente ridotta. Ben 17 ore in meno. Le lamentele e le proteste della famiglia non sono servite a niente".



I genitori hanno presentato ricorso rifacendosi alla legge 67 del 2006 di anti-discriminazione sui disabili in base alla quale, anche con atti omissivi, la pubblica amministrazione può compiere discriminazioni nei confronti dei soggetti disabili. "Tutto tace dal Comune di San Giovanni La Punta che non si è costituito in giudizio -racconta il presidente di Autismo Oltre-. Il tribunale di Catania l'8 febbraio ha emesso un provvedimento obbligando il comune a fornire all'alunno le 25 ore di Asacom settimanali che gli spettano".



Ancora ad oggi il Comune di San Giovanni La Punta non ha messo in atto l'ordinanza del tribunale. Questo comporta un aggravio della discriminazione a carico dell'alunno che per tutto l'anno non ha potuto fruire di ciò che gli spettava. "Vogliamo dare un messaggio chiaro come associazione-afferma Orsolini-le famiglie dei disabili non intendono più subire! Qui c'è un dirigente di un ufficio che si sta rifiutando di mettere una firma ad un documento per attivare un servizio fondamentale previsto dalla legge e ordinato da un tribunale! Ognuno si assumerà le proprie responsabilità e chi deve, pagherà".



 


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