
Intanto la domanda delle cento pistole: perché mai l'amministratore di un ente ecclesiastico nominato dal vescovo resiste così pervicacemente se lo stesso vescovo lo rimuove? Quali sono gli interessi in campo? Nel frattempo vengono diffuse notizie, definite "gratuite, infondate e pretestuose" dal commissario Landi, e che provocano pericolosa confusione. Lo strano caso del verbale di conciliazione che riferisce, molto parzialmente, di interventi della polizia, banche e stipendi che invece sono in pagamento. Qualcuno sta giocando col futuro di migliaia di persone pur di non farsi scappare la gallina dalle uova d'oro?
Certo, la cosa più urgente è fare chiarezza sulla reale situazione finanziaria della fondazione ecclesiastica per poter tracciare una linea retta e provare a salvare una realtà da troppo tempo finita nel cono d'ombra di interessi che non sembrano coincidere con quelli dei lavoratori né degli utenti.
L'impressione che si ricava è che si era costruita un'effimera pax sociale con il pagamento di stipendi apparentemente regolari ma che in realtà lasciavano scoperti altri importanti debiti che rischiavano di precipitare da un momento all'altro, come ad esempio quelli di erario, fornitori e banche.
Bastava che uno solo di questi avanzasse qualche procedimento esecutivo per fare precipitare la situazione in un baleno, e allora altro che stipendi.
In particolare pare destasse forte preoccupazione, lo abbiamo accennato, il mancato pagamento dal 31 dicembre di un'importante rata di mutuo di circa 500 mila euro: la normativa bancaria impone che decorsi 90 giorni l'insoluto comporti il passaggio della posizione ad "incaglio" con conseguente segnalazione a tutto il sistema ed automatica sospensione delle facilitazioni finanziarie. Un disastro.
Nel frattempo, come abbiamo visto, sorgevano strane cooperative con gli stessi compiti dell'ODA e gestiti da amministratori e funzionari della stessa fondazione: inspiegabile.
Pare siano state queste circostanze emerse da un'ispezione disposta dalla Santa Sede ad indurre l'Arcivescovo di Catania a disporre il commissariamento che però si è trovato innanzi una forte resistenza da parte degli amministratori decaduti i quali, pur avendo perso i titoli di "ufficiali ecclesiastici" necessari per esercitare le funzioni, stanno continuando ad esercitarle disconoscendo di fatto la qualifica giuridica di ente ecclesiastico dell'ODA e nominando ben 8 avvocati di vari fori italiani, a spese dell'ODA si suppone, per difenderne le ragioni.
Situazione paradossale: considerato che questi amministratori erano stati nominati, ai sensi di norme e statuto, dal vescovo e da questi revocati risulta complicato comprendere le ragioni di una simile pervicacia, sfuggendo l'interesse più generale dell'ODA e dei suoi lavoratori in questa querelle.
Di fatto però la gestione dell'importante fondazione subisce certamente danni e rallentamenti.
Uno dei sindacati del lavoratori ha diffuso un verbale che rappresenta la prova più evidente di quanto sta accadendo.
Ad una riunione di conciliazione convocata presso le strutture della regione in data 23 marzo si è presentato l'ex amministratore delegato dell'ODA, Alberto Marsella, in quale ha depositato, (non si capisce perché lo abbia fatto in quella sede), una relazione riferita ad un intervento della polizia presso l'istituto bancario Credem in cui l'ODA detiene un conto corrente. Ma a quanto pare questa relazione non dice tutto.
In pratica in realtà è accaduto che i responsabili della banca, avendo preso atto dell'avvenuto commissariamento, hanno come doveroso impedito al dr. Marsella di utilizzare il conto della Fondazione, l'ex amministratore delegato Marsella avrebbe quindi chiamato la polizia per illustrare le sue ragioni non accolte dalla banca e sarebbe stato allontanato.
Sempre in quella sede il sindacato esprimeva, mettendo a verbale, preoccupazione per il pagamento degli stipendi.
Diffuso il comunicato da parte dell'USB, il commissario dell'ODA avv. Landi ha subito risposto chiarendo che il pagamento degli stipendi era già stato disposto il 24 marzo, stigmatizzando la diffusione di notizie pretestuose in danno della fondazione ed annunciando a breve chiarezza sulla situazione reale.
Sta di fatto che ancora gli uffici non sono ancora nella piena disponibilità della nuova governance e questo rallenta oggettivamente la soluzione di problemi che vanno affrontati con urgenza.
Insomma, una vicenda che speriamo non abbia bisogno dell'intervento dello Spirito Santo per risolversi, confidando piuttosto nella presa di coscienza da parte delle autorità competenti considerato che ci sono centinaia di lavoratori e migliaia di utenti che meritano attenzione.