Che il servizio sanitario in Italia e, nella fattispecie, a Catania, non sia invidiabile rispetto agli standard europei non è una novità, che invece siano gli stessi cittadini a vivere nel disinteresse della propria salute è scandaloso.
Lo dimostra la scarsa partecipazione non solo dei non iscritti all'ordine dei medici, ma anche di coloro che dovrebbero tutelare gli interessi e la salute di tutti.
Pochi presenti alla manifestazione che ha come scopo quello di svegliare le autorità sanitarie. Parole durissime e vere quelle del Prof. Sciacchitano (ex presidente dell'ordine dei medici di Catania) che individua lucidamente insieme a Vincenzo Romano (segretario nazionale della CISL medici) e Massimo De Natale (segretario provinciale CISL medici di Catania) che il sistema sanitario viene demolito pian piano con molti strumenti, a partire dal numero chiuso, o meglio, "numero programmato" degli ingressi alla facoltà di medicina.
Il numero programmato, sostiene Romano con una punta di fiele e dispiacere, dovrebbe funzionare come un'equazione tra i futuri medici che andranno in pensione, la richiesta dei medici ed il tasso di crescita del paese.
Naturalmente vi è un problema di fondi alla base, sicché nel tempo i tagli alla sanità ed, in generale, al welfare sono stati sempre più importanti passando da un 7,8% a quasi il 6% del nostro PIL.
Un parere tangibile della situazione lo può sicuramente dare Elisa Minona, dott.ssa del pronto soccorso Cannizzaro, preoccupata per i futuri pazienti che, materialmente, non potranno essere curati con il continuo taglio ai fondi sanitari.
Alla solita ed inflazionata frase “L'Italia ha il miglior sistema sanitario al mondo”, ci si ritrova a doversi chiedere: "pubblico o privato?"