Ho avuto modo di partecipare ad una bella iniziativa e voglio raccontarla perché ha un senso dare spazio ad esperienze piacevoli che comunque hanno a che fare con un modo intelligente di fare business, promuovendo le nostre eccellenze ed affermando il valore del bon vivre che mira ad allargare il più possibile l'accesso al ben essere.
L'occasione nasce dall'incontro con una giornalista enogastronomica di grande preparazione ed attivismo: Valeria Lopis.
L'ho conosciuta ad un evento organizzato da un'altra eccellenza catanese, la preside dell'Istituto De Felice-Olivetti ing. Anna De Francesco, che sta facendo di tutto per rilanciare lo storico “professionale” di piazza Roma coadiuvata da uno staff accademico di prim'ordine costantemente impegnato nella promozione di innovativi percorsi formativi per i nostri ragazzi: chapeau.
E chapeu anche per Valeria, che è anche sommelier e nel corso di quell'evento al De Felice ha presentato con efficacia il ruolo del giornalista-divulgatore, specialista dell'affascinante mondo dell'enogastronomia, uno dei tanti tesori della nostra comunità, dei quali il giornalista si fa promotore d'eccezione.
Non è mestiere facile perché si tratta di un settore estremamente specialistico, per affrontare il quale occorre una preparazione notevole, costante aggiornamento, conoscenza di materie prime e tecniche.
È nata così l'idea di ri-incontrarsi per ragionare su progetti comuni con le nostre testate.
Non è passato molto tempo che sono stato raggiunto da un suo invito ad una colazione che in realtà si rivelerà un evento quanto mai gradito, apprendendo che era il quinto ed ultimo appuntamento di "MeCook" una sorta di rassegna cooking show realizzata presso il ristorante Il Sale di via Santa Filomena.
“E certo che accetto, finirò il nostro Talk in diretta dedicato per questa puntata a LiberoPalco e arriverò puntuale.”
E così è stato, domenica 11 dicembre alle 13.30 puntuale all'ingresso del ristorante già pieno Il Sale di via Santa Filomena 10, ricevuto con grande cortesia dal personale di sala che mi accompagna al piano superiore riservato all'evento, uno spazio raffinato recentemente restaurato e destinato ad una sorta di privè.
Subito mi viene incontro Valeria che mi presenta Massimiliano Lauricella, che con Giuseppe Motta è patron del locale.
C'ero già stato da avventore, ma quella che mi si proponeva era un'esperienza particolare.
Infatti, già pronta al banco degli impiattamenti in tenuta da chef, mi viene presentata la star della giornata, dalla stretta di mano vigorosa ed il sorriso avvolgente, che a breve avrebbe sprigionato il suo carisma narrativo nel raccontare con entusiasmo il suo mondo fatto di natura, enoturismo e vini, grandi vini: è Federica Fina, delle cantine marsalesi omonime.
Tra un piatto e l'altro conosceremo infatti una grande storia di imprenditoria e passione.
Nella saletta saremo una ventina, nel tavolo accanto al mio la professoressa di Unict Agata Matarazzo che mi fa il regalo di presentarmi un mito dell'accademia catanese e scienziato di rilievo internazionale, il Professore Emerito grande matematico finanziario Benedetto Matarazzo, suo padre. Parlarci qualche minuto mi riconcilia per un attimo con l'Università di Catania...
Sto divagando, chiedo scusa ma non è un articolo di cronaca e mi prendo licenza proprio perché si è trattato di una vera e propria esperienza, e questo è probabilmente il segreto del successo del format: creare link tra persone che si incontrano all'insegna della ricerca consapevole e attenta di buon gusto. Che non è solo buon gusto gastronomico, ma soprattutto bon vivre, quello che abbiamo dimenticato tra i tanti guai di questa fase assurda e che vorrebbero costringerci a scivolare nella sciatteria.
Queste invece sono occasioni di riconciliazione con se stessi e gli altri, ed infatti l'attenzione da parte degli ospiti agli interventi esplicativi dei protagonisti tra una portata e l'altra è stata massima e partecipata.
Al mio tavolo eravamo in tre, oltre me e Valeria Lopis anche Sergio Pappalardo, un gradevolissimo conversatore che in realtà è stato co-protagonista dell'evento in quanto produttore del grande olio utilizzato per i piatti e soprattutto per uno straordinario panettone all'olio d'oliva che chiuderà il pranzo: si tratta del pluripremiato olio EVO “Sikulus”, dalle campagne di Santa Maria di Licodia.
Sergio ha narrato ai commensali la bellezza delle terre dell’olio dell’Etna, uno dei territori più ammirati ed apprezzati al mondo con proprietà organolettiche straordinarie.
Il produttore olivicolo ha introdotto la degustazione della sua linea di panettoni artigianali Sikulus, confezionati con solo olio d’oliva EVO. Il consiglio d’assaggio, che avverrà alla fine, è stato quello di intingere il panettone nell’olio “Don Peppino” monocultivar Nocellara Etnea.
Al tavolo mi ha poi spiegato che il “Don Peppino” prende il nome dal nonno materno che iniziò la produzione in tempi difficili facendo battaglie rischiose contro la mafia...e qua divagheremmo ancora ma è una storia che ci ripromettiamo di raccontare in altra occasione, insieme all'importanza dell'olio che forse non gode ancora della necessaria attenzione.
Torniamo all'evento del pranzo-degustazione-show, il format “MeCook” ha visto nell'arco del 2022 cinque noti produttori di vino siciliano cimentarsi ai fornelli per una narrazione combinata del connubio cibo-vino secondo la personalissima visione di ciascuno di loro.
In questa particolare formula, infatti, il vino è stato efficace protagonista di un racconto capovolto che parte dalla convivialità della tavola e arriva fino alla condivisione più profonda attraverso il linguaggio universale del cibo.
Nell'edizione 2022 sono stati chiamati ad armarsi di padella e mestolo Michele Scammacca del Murgo, Seby Costanzo, Anna Alessandro, Pucci Giuffrida e Federica Fina, tutti vignaioli che sono diventati chef per un giorno offrendo agli ospiti un menù sempre diverso, figlio di gusti e vissuti diversi, con una comunicazione profonda che riporta in stretta relazione vino e cibo.
L’iniziativa, come detto, è del ristorante gourmet catanese “Il Sale” che negli spazi intimi della saletta del primo piano ha così fatto rivivere ricette delle più conosciute famiglie del vino dell’isola impegnate in preparazioni estemporanee.
“Il sale compie 20 anni quest’anno – ha spiegato Massiliano Lauricella, alla guida del locale insieme a Giuseppe Motta - e ci piaceva l’idea di creare nuove contaminazioni: in primis con i produttori vitivinicoli perché la nostra carta vini è esclusivamente siciliana, un impegno non da poco, nel quale crediamo tantissimo. E il vino ricambia: per i pranzi di MeCook ogni produttore ci ha lasciato qualcosa. Un’etichetta speciale, una ricetta, una storia memorabile che racconteremo ai nostri prossimi commensali, è stato un flusso continuo di scambi e contaminazioni di idee, una sorta di laboratorio antropologico che continua con tutti gli altri incontri intorno al vino e al cibo di qualità che più ci ha riportato ad approfondire i ragionamenti sugli abbinamenti, alla ricerca dei significati del vino anche come espressione completare al cibo”.
È il gran finale è stato proprio l'11 dicembre con Federica Fina, appuntamento che ha registrato l'inevitabile sold out con una lunga lista d'attesa che è rimasta tale: sarà per la prossima volta.
Federica Fina, rappresenta la seconda generazione della marsalese Cantine Fina, un'etichetta pluripremiata nata dalla passione e competenza del padre Bruno Fina.
E qua un accenno è quanto mai opportuno, perché c'è tutta la storia del successo mondiale del vino siciliano.
Una storia che si intreccia con la cultura e la politica, quella buona che mette(va) le persone giuste al posto giusto.
Bruno Fina infatti inizia la sua carriera presso l'Istituto regionale della Vite e del Vino, un ente della regione siciliana, quando a presiederlo è Diego Planeta, un vero visionario, imprenditore di raffinatissima stoffa.
Qui Fina diventa parte di un team di esperti che riescono a cambiare il destino del vino isolano sostenendo la sperimentazione di microvinificazione dei vitigni internazionali chardonnay, cabernet, merlot.
La Sicilia, prima di allora era da sempre dedicata a produzioni di largo consumo e scarsa qualità, con vitigni autoctoni utilizzati come "uve da taglio” per dare corposità e calore ai vini del nord.
Ma l'intuizione che hanno queste straordinarie personalità è di identificare la Sicilia come un vero e proprio “continente vitivinicolo” a sé stante. Nascono cosi centri sperimentali su tutto il territorio regionale per ambientare queste varietà.
E questo cambia completamente la storia del vino siciliano e dei suoi produttori, oggi tra i più ricercati e premiati al mondo.
La vera svolta nel percorso di Fina arriva quando Planeta chiama a collaborare Giacomo Tachis, grande enologo di fama internazionale, il creatore dei pregiatissimi "Sassicaia" e "Tignanello".
Tra i due nasce un lungo sodalizio, e il lungimirante supporto di Tachis si rivela fondamentale per la realizzazione di nuovi impianti in vigna e la sperimentazione di vini nuovi.
A parte la sperimentazione di nuove combinazioni viticole, Bruno Fina, con la moglie ed i tre figli, ha creato e gestisce una cantina che è una struttura dedicata all'enoturismo aperta tutto l’anno per ospitare turisti e residenti del luogo a cui offre, oltre alla visita in cantina, una serie di degustazioni con abbinamenti ricercati e tipici per vivere la cultura del vino e trascorrere insieme momenti conviviali nell'ambito di un territorio di straordinaria suggestione com'è la Riserva Naturale delle Isole dello Stagnone a Marsala in provincia di Trapani e con vista sulla meraviglia delle isole Egadi.
Ci si perde a scrivere di queste cose, richiedo scusa.
Ritorniamo alla bella iniziativa de Il Sale con MeCook...
Per l'ultimo appuntamento Federica Fina ha proposto un pranzo tra autoctoni e alloctoni: vitigni locali e internazionali sono riusciti ad abbracciare i piatti di casa Fina, sfatando anche qualche mito.
Ad esempio il Perricone, vino a lungo sottovalutato ed oggi esploso in tutta la sua potenza, è stato un gradevolissimo rosso da pesce, abbinato ai gamberoni su base cous cous, ha saputo esaltare le sapidità del mare.
Tra impiattamento e sala Federica, detta Kika, ha saputo trasmettere con le sue appassionate presentazioni di ogni portata l’essenza del fare vino in Sicilia: un mestiere mutevole fatto di sfide e intuizioni.
E col menu ci facciamo invidiare da chi non c'era...
Entrée con spiedini di gambero panato con riduzione di Perricone Fina 2021.
A seguire gli Spaghetti alle vongole e limone grattugiato accompagnati dal pluripremiato Kikè Fina 2021. Per inciso, il nome di questo grande bianco viene proprio da come veniva chiamata da piccola Federica, Kikè appunto, segno di come i più profondi affetti intimi vengono trasferiti nella passione produttiva e l'eccellenza del risultato finale ne è la conseguenza naturale.
Poi un ottimo calamaro a vapore su letto di vellutata di piselli servito con un bel Chardonnay Fina 2020.
A chiudere lo stupendo Panettone artigianale Sikulus all’olio EVO degustato con un altro vino d'eccellenza da vendemmia tardiva El Aziz, Grillo in purezza senza annata.
Che dire, è stata un'esperienza davvero gradevole, come dovrebbe accadere più spesso in una città che ha dimenticato la cultura del fare le cose per bene: e MeCook è stata una rassegna enogastronomica realizzata davvero bene.
Una menzione speciale allo staff di sala de Il Sale, sembra un gioco di parole: ma sono stati davvero bravi e attentissimi per tutti i tavoli.
Grazie quindi a Valeria e Massimiliano per l'invito e soprattutto ai nostri grandi produttori siciliani di vini, olii, prodotti alimentari d'eccellenza, che con enormi sacrifici conservano la memoria delle antiche tradizioni proiettandole in un futuro sostenibile che crediamo fortemente possa essere sempre più un volano efficace di crescita economica, occupazione e cultura.
Bravi, prosit.
Abbiamo parlato di:
Giornalista freelance specializzata in wine journalism, diplomata sommelier, co-autrice di una guida vini regionale ed organizzatrice di eventi.
Nata all’ombra del vulcano, il vino e la biodiversità dell’Etna sono i primi naturali contatti con il mondo enologico che la travolge e la appassiona sin da piccola. Giornalista, Donna del Vino e sommelier con un palato goloso e curioso che la spingono verso viaggi del gusto, nei quali a essere assaporato è anche il paesaggio.
ristorante/pizzeria gourmet di via Santa Filomena 10 a Catania
Un luogo dove inoltrarsi tra i sapori della nostra terra, per un un viaggio che si snoda tra sentieri battuti e percorsi ancora da esplorare.
Con la tradizione come memoria e una personale idea di cucina come bussola, da ormai vent’anni Il Sale è un punto di riferimento tra i ristoranti in via S. Filomena per chi abbia voglia non solo di sedersi a tavola, ma intraprendere questo viaggio: tra ricette sempre nuove, inediti accostamenti e ottimi cincin.
enoturismo in Contrada Bausa, Marsala (TP)
Oltre che grande produttrice di vini d'eccellenza, la famiglia di Bruno Fina ha creato una struttura dove praticare enoturismo aperta tutto l’anno per ospitare turisti e residenti del luogo e che offre, oltre alla visita in cantina, una serie di degustazioni con abbinamenti ricercati e tipici per vivere la cultura del vino e trascorrere insieme momenti veri.
Si trova nella Riserva Naturale delle Isole dello Stagnone, affacciata sulla meraviglia delle isole Egadi. Da visitare assolutamente.
Via Serafica SANTA MARIA DI LICODIA - CT
Quattro generazioni di coltivatori che hanno mantenuto e curato la coltivazione tradizionale dell’ulivo e tutte le fasi del processo di trasformazione, dalla raccolta delle olive alla spremitura sino all’imbottigliamento, ottenendo un prodotto d'eccellenza certificato I.G.P.
Alle pendici del vulcano monte Etna, con circa 400 piante della varietà Nocellara Etnea, l’oliveto dell’Azienda Agricola SIKULUS copre un’area distesa nei pressi del paese di Santa Maria di Licodia in provincia di Catania a circa 800 mt dal livello del mare.
Un olio extra vergine di oliva di qualità superiore Monocultivar “Nocellara Etnea” ottenuto solo con olive provenienti dall’azienda agricola.