Riportiamo INTEGRALMENTE il comunicato emanato dal governo regionale: ABBIAMO SOLO AGGIUNTO IL PUNTO INTERROGATIVO. Tra parentesi, per scaramanzia...
Nuovo passo avanti per trasformare l'ex Manifattura tabacchi di via Garibaldi a Catania in museo regionale.
Sono stati consegnati stamane alla ditta aggiudicataria dell'appalto (la Valori consorzio stabile di Roma), infatti, i lavori di recupero e adeguamento dello storico edificio situato nel cuore del quartiere di San Cristoforo.
Presenti alla cerimonia il presidente della Regione Nello Musumeci e la soprintendente dei Beni culturali di Catania Rosalba Panvini, che ha coordinato l'intero progetto realizzato dal team di professionisti della stessa soprintendenza guidati dall'arch. Nicola Neri e che impiegherà circa 5 milioni di euro di fondi comunitari per lavori che dovranno concludersi entro 18 mesi a partire da oggi.
Il Museo interdisciplinare, così come si chiamerà, è stato fortemente voluto dalla Regione per «restituire un altro pezzo di storia e d'identità ai cittadini, realizzando un importante punto di riferimento culturale».
«Oggi - ha detto il governatore Musumeci a margine della cerimonia - si avvia alla conclusione un antico sogno che io accarezzavo già quando ero presidente di questa Provincia: dare al capoluogo etneo un Museo archeologico degno di questo nome. Oltre a riqualificare uno storico edificio ottocentesco, vogliamo che diventi un cuore pulsante di cultura, capace di raccontare l'anima di quei luoghi, ma anche di contenere spazi pubblici di aggregazione che, se non fossero riqualificati e rivissuti, potrebbero inesorabilmente andare perduti».
La struttura di via Garibaldi - che fu prima una caserma della cavalleria borbonica e, successivamente, una grande fabbrica di sigari - sarà recuperata attraverso la Soprintendenza etnea e destinata all'esposizione del proprio patrimonio archeologico, a cominciare dagli antichi macchinari che risalgono alla fine del 1800 e che saranno restaurati.
Attualmente l'immobile si articola in tre piani, più una piccola parte a livello dei terrazzi in cui si aggiunge una quarta elevazione. La superficie complessiva è di oltre 7.200 metri quadrati. Il progetto prevede, tra l'altro, la realizzazione di una zona di accoglienza con biglietteria, bookshop e servizi, depositi e laboratori, sale espositive per mostre temporanee, conferenze e convegni e aree diversificate destinate a collezioni che spaziano dai reperti archeologici all'arte contemporanea.
Di struttura neoclassica, l'edificio, di proprietà del Demanio regionale, fu destinato per un lungo periodo a quartiere militare e caserma della cavalleria borbonica; nel 1893 fu sede della "manifattura" di tabacchi. Da lì a poco divenne una delle fabbriche più fiorenti della città: nei primi anni del '900 iniziò la produzione dei sigari "Toscani" e si ingrandì a tal punto da possedere, nel secondo dopoguerra, un organico di mille unità.
«Il progetto di rifunzionalizzazione, nel rispetto dell'identità storica dell'edificio - si legge nella relazione tecnica, redatta dal Gruppo di progettazione Rtp formato da Progen, Tosto architetti e Gwg di Catania - si pone l'obiettivo di rivitalizzarlo sia nel contesto urbano, che socio-culturale, facendone un 'focus', un cuore pulsante di cultura. Gli spazi saranno essenzialmente mantenuti nella loro configurazione e stratificazione che la storia finora ha formato, evidenziando il carattere e l'anima dei luoghi, che verranno così 'ripuliti', rifunzionalizzati e resi 'vivibili', in modo da costituire il supporto logistico di una serie di attività e di laboratori, che funzioneranno come delle vere e proprie 'officine' che accompagneranno la principale attività, che è quella di esporre il grande patrimonio archeologico di cui è dotata la citta di Catania».
«Riqualificare l'edificio dell'ex Manifattura da destinare a museo - aggiunge l'assessore ai Beni culturali Alberto Samonà - significa, anche, rimodulare un rapporto nuovo con i quartieri storici di Catania, come il Fortino, San Cristoforo, Angeli Custodi, luoghi, cioè, in degrado e a rischio, da recuperare come patrimoni di cultura e fulcro di un'identità».
Speriamo, intanto mettiamo l'ennesimo nodo al fazzoletto: perché ancora aspettiamo il Museo Egizio...