La foto che vedete, e che abbiamo scelto di mettere in evidenza come primissimo elemento, racconta in maniera fedele - e senza bisogno di una parola - la situazione di ieri davanti alla Camera di Commercio. E anche quella di oggi, dell'altro ieri e del mese prossimo, se le cose non cambieranno.
La notizia che vi diamo non potrebbe essere più semplice di così, ma al tempo stesso più frustrante.
I cittadini che hanno bisogno di prendere un appuntamento alla camera di commercio si ritrovano in una situazione di più totale disagio.
Liste interminabili di prenotati "a penna" su foglietti appesi all'ingresso dei cancelli già a partire dalle 6 del mattino, attese lunghissime e senza le più basilari norme di comportamento e distanziamento sociale, personale insufficiente a garantire che chi ne ha bisogno possa portare avanti le proprie pratiche in tempi ragionevoli.
Questa è la situazione, raccontata anche dalle testimonianze di chi, nel 2020, per fare una semplice operazione che coinvolga la Camera di Commercio si trova davanti a questa situazione esasperante e disorganizzata.
Ad esempio ci si trova nel mezzo chi, come il cittadino Antonio Bonanno, abbia la necessità di richiedere la possibilità di usufruire del servizio di emissione di firma digitale.
Difatti, come ci racconta lui stesso: "Alle 6 e 15 del mattino di ieri, ero già il cinquantaquattresimo della lista d'attesa".
"Alle 8,30 si aprono le porte degli uffici di piazza Borsa. Ad "accoglierci" è un ragazzo in divisa, abbastanza impacciato nei modi e sicuramente ignorante riguardo ai servizi"
"Poco dopo inizia a chiamare i nominativi dei fogli, e rilascia un numeretto eliminacode con il quale ci dice che verremo chiamati man mano che gli spotelli si libereranno"
"Ma dopo 20 minuti dall'apertura siamo ancora al quinto utente entrato, e l'addetto si dimostra incapace di rispondere alle nostre richieste di chiarimenti e informazioni".
Rilsuta a questo punto chiaro - grazie a semplici calcoli di matematica basilare - che, se gli uffici compentetenti rimangono aperti solamente dalle 8 e 30 alle 12, con un ritmo medoo di 5 pratiche ogni 20 minuti, le 54 persone - gia in lista e in attesa dalle 6 e 15 del mattino - non riusciranno a poter entrare neanche con "un miracolo".
Ma proseguiamo con il racconto del Signor Bonanno:
"Cerchiamo di avere maggiori informazioni, ma il ragazzo addetto ci chiude la porta in faccia non dicendo nulla. Solamente ogni tanto un Dirigente si affaccia per darci qualche notizia".
"Ma, cosa ancora più incresciosa, è che chi di dovere ci ha lasciati tutti nelle scale ad aspettare, senza uno straccio di considerazione ed accalcati come se fossimo su un carro bestiame"
"Dove sono le normative anticovid? E la distanza interpersolare? Ogni tanto i numeri vengono chiamati, ma siamo tutti davanti alla porta ad aspettare, spalla a spalla"
"C'è chi indossa la mascherina e chi no, e l'addetto non ricorda di indossarla ed indossarla in maniera corretta nemmeno una singola volta".
"A questo punto siamo costretti a chiamare le forze dell'ordine, che arrivano cercando di far rispettare le regole, ma ormai è tardi, tutti eravamo ormai accalcati, la ressa era fatta, le tensioni erano tante e quel ragazzo nulla continuava a dire"
"Così si sono fatte le ore 12, e ci hanno anche chiuso le porte in faccia senza più permetterci sbrigare il servizio per cui eravamo li".
Lasciamo ritenere a voi se questa possa essere considerata una situazione accettabile e conforme alle regole del vivere civile.
E' evidente che nel 2020 tutto ciò possa anche essere svolto con le prenotazioni di appuntamenti in via digitale e telematica, come avviene ad esempio in alcuni uffici di collocamento della nostra provincia.
Ci si registra sul sito, e con un criterio di basilare buonsenso si schedulano 15 persone in un ora - se effettivamente la media di 5 persone ogni 2 minuti è fattibile, senza creare calca e confusione.
Per risolvere la situazione basterebbe questo.