La notizia più attuale è che il GIP presso il Tribunale di Catania, nell'ambito di una complessa indagine condotta dal NAS dei Carabinieri e che coinvolge 2 medici dell'ASP di Catania e 8 farmacisti, ha emesso un'ordinanza cautelare con l'interdizione per nove mesi dall'esercizio della prodessione per i due medici.
Nel comunicato che riportiamo sotto i nomi non ci sono, ma noi li conosciamo.
Si tratta dei dottori Salvatore Siroti, classe 1957 di Raddusa, e Salvatore Orazio Scarpignato, 1950 di Adrano.
L'accusa è di truffa aggravata ai danni del Servizio Sanitario Nazionale.
Un giro vorticoso di migliaia di ricette false per milioni di euro.
Questo il comunicato emanato dal NAS dei Carabinieri:
"Due medici di medicina generale sospesi ed otto farmacisti indagati. Questo è il bilancio dell’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania e condotta dai militari del Nas di Catania a conclusione di un’articolata attività investigativa sviluppata a seguito di un maxi sequestro di farmaci compiuto alcuni mesi fa durante un’ispezione presso una farmacia di Adrano.
Il contenimento della spesa sanitaria è uno degli aspetti su cui vertono i controlli dei Carabinieri del Nas, competenti anche nell’ambito del contrasto dell’attività illecite riguardanti la prescrizione di farmaci a carico del Servizio Sanitario Regionale. Una delle irregolarità su cui viene posta particolare attenzione durante l’ispezioni alle farmacie, è l’eventuale presenza di farmaci immotivatamente accantonati.
Nel caso in esame si trattava di circa 2.000 confezioni integre ed in corso di validità dalle quali erano state staccate le cosiddette “fustelle” cioè il bollino adesivo che il farmacista trattiene nel momento in cui consegna i farmaci ai pazienti, per attaccarlo alla ricetta medica al fine di ottenere il rimborso da parte dell’ASP.
Nel corso delle successive verifiche condotte con la collaborazione della Commissione di vigilanza farmaceutica dell’ASP di Catania, furono scoperte oltre 200 ricette mediche irregolari, frutto di false prescrizioni farmaceutiche effettuate in diverse zone dell’hinterland catanese, dalla zona etnea fino al calatino.
I due medici generici, con il concorso di farmacisti compiacenti, operavano la fittizia prescrizione di farmaci attraverso ricette mediche emesse a favore di pazienti ignari, al fine di ottenerne l’indebito rimborso da parte del SSR, impedendo in alcuni casi, il commercio di determinate specialità medicinali provenienti da specifici canali distributivi. Per tutto il periodo esaminato dagli inquirenti è stato stimato un valore complessivo della truffa intorno ai due milioni di euro, in danno del Servizio Sanitario Regionale.
L’attività di controllo dei Carabinieri del NAS di Catania in tale ambito sarà incisiva, così da scongiurare fenomeni illeciti nell’erogazione dei servizi sanitari che, indirettamente, incidono sulle tasche di tutti i contribuenti."
In realtà sono, incredibilmente, storie vecchie, impunite e recidive.
A Sudpress capita troppo spesso di anticiparle di mesi, a volte di anni.
Del dott. Siroti di Raddusa, ad esempio, ci eravamo già occupati lo scorso giugno, segnalando l'assoluta inadeguatezza, chiamiamola così, del sistema attuato presso l'assessorato regionale alla Salute per accertare e sanzionare questo genere di comportamenti a dir poco deleteri per le casse sanitarie e, quindi, in danno soprattutto della povera gente che poi deve penare per ottenere l'assistenza dovuta.
Il titolo era lungo ma esaustivo: "L'assurdo caso del medico ASP Catania condannato per truffa milionaria cui la Regione applica la sanzione ...del bisticcio ".
Raccontavamo di come l'ASP di Catania aveva fatto il proprio dovere scoprendo e denunciando quanto accadeva, mentre il governo regionale retto da Nello Musumeci, l'assessorato regionale alla Salute con a capo l'avvocato (penalista) Ruggero Razza e gli organi sotto il proprio controllo decisamente no!
A corredo di quell'articolo pubblicavamo infatti la delibera del Collegio Arbitrale di Medicina Generale presso l'assessorato regionale alla Salute, presieduto dall'avv. Francesco Greco.
A fronte di una sentenza di primo grado che accertava un danno commesso dal dott. Siroti per oltre 1 milione di euro con la falsificazione di 12 mila ricette, gli comminava una timidissima sanzione.
Nell'articolo, dopo aver riportato i passi salienti della pesante sentenza del giudice catanese, segnalavamo infatti come la sbrigativa delibera del collegio arbitrale presso l'assessorato regionale alla Salute consistesse in una paginetta, condita da ben 14 tra "visto" e "vista", con diverse convocazioni mai rispettate dal dott. Siroti che non vi si è mai presentato.
La decisione firmata dal presidente del "Collegio Arbitrale" dell'assessorato regionale avv. Francesco Greco era poi contenuta in due righe: decurtazione dello stipendo del 20% per 5 mesi, cioè poche centinaia di euro a fronte di danni milionari.
Definivamo la decisione una sorta di dichiarazione di bisticcio e senza neanche le dita incrociate.
La cosa più grave e sconcertante è che si trattava di un caso recidivo, che aveva già visto l'intervento, non meno grottesco, dell'Ordine dei Medici di Catania addirittura nel 2013.
In quel caso, discutendo della sanzione da applicare sempre allo stesso dott. Siroti, si arriva all'arzigogolo di applicare una sospensione in modo tale che ricadesse ad agostom, in periodo di ferie, in modo tale che praticamente non se ne accorgesse nessuno.
Quanto si legge nel verbale del 1 febbraio 2013 è una vera alla sublimazione della creatività di Sistema!
E quindi, ancora una volta, per provare a fermare truffe e malversazioni, almeno temporaneamente, occorre che provvedano investigatori e magistrati che si prendano la briga di intervenire laddove la pubblica amministrazione, in questo caso il governo regionale, aveva tutti gli elementi per intervenire per tempo ed invece chi ne aveva il dovere si è platealmente girati dall'altro lato, consentendo di proseguire per anni a saccheggiare risorse pubbliche, peraltro nel settore più delicato, quello della Salute dei cittadini.
Perché non li hanno fermati prima, quando avevano tutti gli elementi addirittura dal 2013???
Questa è l'ennesima storia incredibile che capita da queste parti!
Anche in questo caso, come fatto nel precedente articolo, riportiamo una dichiarazione del Procuratore Capo della Repubblica di Catania Carmelo Zuccaro, che non si riferisce al caso specifico, ma ne descrive il contesto generale: