Lunedì 14 settembre è piovuto. Nulla di eccezionale, una precipitazione “nella media” rispetto a quelle che si registrano nella nostra zona. Questa non è, e non dovrebbe nemmeno rappresentare, una notizia. Lo è diventata però, per via delle sue conseguenze; soprattutto sulle strade della zona industriale. Scopriamo cosa è successo, e soprattutto perchè.
Ogni qual volta che piove, nelle strade della zona industriale succede un disastro. L’asfalto si sgretola, le buche si allargano, e la carreggiata si riempie di fango.
Non lo diciamo noi, lo provano i fatti. Queste, ad esempio, sono le foto che documentano la situazione di lunedì. E sono rappresentative praticamente di qualsiasi altro giorno di pioggia "standard".
Alcuni giorni la quantità di pioggia sul'asfalto supera l'ordine delle decine di mm - come potete notare dalla galleria fotografica, e gli automobilisti e/o in generale i cittadini che si trovano a dover passare di lì rischiano davvero tanto.
Ma come mai si verifica una situazione del genere? Andiamo all’origine del problema e torniamo indietro nel tempo al periodo “Enzo Bianco”.
Difatti è proprio con il "sindaco dei ciuri" – come molti catenesi doc “ultra-polemici" amano apostrofarlo – che si prende coscienza delle criticità della strada. Ma si prende coscienza e basta, perché per agire ci vogliono 4 anni e 10 mesi di mandato.
Poi, a soli 40 giorni dalle nuove elezioni, l’ormai ex sindaco Bianco si è recato a fare una comparsata sul posto - per l'esattezza il 30 aprile 2018, in quello che era a tutti gli effetti uno show pre-elettorale.
Vi abbiamo infatti documentato già all’epoca, con dovizia di prove, come quella in realtà fosse soltanto una messa in scena! Il cantiere era finto e c’era addirittura un escavatore giocattolo posto sullo sfondo per effettuare le riprese.
Per vedere un'iniziativa più concreta nei confronti di questa situazione bisogna arrivare a giugno del 2020 - amministrazione Pogliese -quando è stata firmata una convenzione tra l’Amministrazione Comunale, l’Irsap e la Sidra relativamente alla gestione di queste zone della nostra città.
Con questo provvedimento la zona industriale ha trovato nel Comune di Catania - e la sua partecipata Sidra, un gestore unico di tutte le questioni inerenti gli impianti di acquedotto, fognatura e depurazione.
Particolarmente soddisfatto di questo "cambiamento" era stato l’assessore con delega alla zona industriale Pippo Arcidiacono, che a detta del comunicato ufficiale del comune di Catania, era stato "sottoscrittore per l’ente locale di una complessa intesa con l’Istituto Regionale per lo Sviluppo delle Attività Produttive, mettendo fine a continui rimpalli di responsabilità che hanno prodotto un dannoso immobilismo nell'approntare i servizi necessari".
Sembra tutto magnifico, ma poi, nei fatti, quali lavori sono stati portati avanti concretamente per risolvere questa situazione? Cosa hanno fatto in questo periodo l'IRSAP e i suoi commissari?
E perchè, se questi "continui rimpalli di responsabilità" - che come abbiamo visto si protraggono fin dai tempi di Bianco - sono finiti, come mai siamo ancora a questo punto?
"Siamo fermi alla fase degli annunci". Lo pensa anche Francesco Furnari, impiegato della STMicroelectronics che ogni giorno si reca al lavoro nella zona industriale.
Oltre ad averci inoltrato le foto che avete visto, Furnari ci ha anche fatto un dettagliato resoconto della situazione attuale: "Nonostante i vari proclami ed annunci bipartisan la zona industriale di Catania rimane regno di nessuno. La situazione peggiora sempre di più e il degrado aumenta mettendo a rischio le migliaia di lavoratrici e lavoratori che ogni giorno circolano nelle varie arterie della stessa per raggiungere i propri luoghi di lavoro ".
E in tutto questo "trambusto" si aggiungono anche le ultimissime dichiarazioni dell'ormai ex Sindaco Enzo Bianco, che torna a farsi sentire sulla questione "Zona Industriale" - dimenticando forse il suo 30 aprile 2018, di cui invece noi ci ricordiamo benissimo.
Difatti con un post sulla sua pagina Facebook Bianco ha affermato che " se effettivamente le risorse economiche recuperate dalla mia amministrazione, attraverso il #PattoPerCatania e il #PattoPerIlSud, fossero state utilizzate e tramutate in cantieri, forse questo ennesimo disastro si sarebbe finalmente potuto evitare".
Alle sue parole noi potremmo replicare che magari non sarebbe il caso da parte sua di tornare su una vicenda alla quale l'apporto concreto che lui ha saputo dare è stato solamente un interessamento tardivo e "finto" come il suo escavatore giocattolo; ma non lo faremo perchè questo non è replicare nel merito punto su punto.
Piuttosto scegliamo di mettere in luce come, se effettivamente i 2 miliardi e mezzo di euro per il progetto Cantiere Catania - da lui ventilati nel post su fb - fossero effettivamente stati reperiti dalla sua amministrazione a quest'ora magari avremmo una zona indstriale degna di questo nome. Invece gli imprenditori e gli investitori scappano dalla Silicon Valley nostrana, o meglio, da quello che ne resta.
Se non fosse rischiosa e tragica, la situazione sarebbe anche ironica, perchè proprio in questi giorni ci troviamo a quasi due anni esatti dall'alluvione del 2018; di cui paradossalmente proprio lunedì 14 si è "riparlato " in sede di Regione Siciliana.
Difatti, mentre le strade della zona industriale di Catania si allagavano per l'ennesima volta, dalla regione arrivava il comunicato dello stanziamento di oltre 4,5 milioni di euro per risanare i danni subiti da privati e imprese, in quasi tutte le province della Sicilia, a causa degli eventi meteorologici dell'ottobre 2018.
Come dire, ad ogni pioggia ci troviamo al "giorno della marmotta", e forse tra due anni si parlerà in Regione dei danni dell'alluvione del 14 settembre 2020.