Il 14 settembre è il primo giorno di scuola per 5,6 milioni di studenti in tutti Italia.
All’appello ne mancano ancora molti – un terzo delle scuole del Lazio e moltissime primarie e medie della Sicilia – che, invece, hanno posticipato l’avvio delle lezioni al 24 settembre, dopo le elezioni.
Sarà una ripartenza con qualche incognita, perché ci sono ancora alcune questioni che non sono state risolte: a partire dalla consegna dei tanto discussi banchi monoposto e delle mascherine fino al problema del distanziamento da tenere in aula e della somministrazione del test sierologici a docenti e personale ata.
Uno dei problemi principali sono, infatti, gli spazi.
Più di cinquantamila gli studenti che non dispongono di spazi adeguati a consentire il distanziamento sociale all’interno dei vari istituti.
Già ieri mattina un primo caso a Genova ha fatto parecchio discutere, un intero giorno di scuola senza banchi, scrivendo sulle ginocchia o seduti per terra.
Ma in Sicilia, e specialmente nel capoluogo etneo, com’è stato affrontato il rientro in aula?
“Le scuole in Sicilia apriranno il 14 di settembre, ma diamo la facoltà ai responsabili di istituto, se non ci fossero le condizioni, di poter spostare l’apertura al 24 settembre”, ha spiegato il presidente della regione siciliana, Nello Musumeci, qualche settimana fa alla trasmissione Quarta Repubblica in merito all’inizio della scuola in Sicilia.
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, In Sicilia mancano ancora all’appello quasi 500 aule e anche 480 mila banchi singoli. Mentre relativamente al rientro a scuola si starebbe configurando seriamente la possibilità di un rischio “babele”.
Non si troverebbero infatti docenti da mettere in cattedra, con buchi ovunque.
Ma le polemiche a riguardo non hanno risparmiato nemmeno il capoluogo etneo.
Qualche giorno fa il consigliere del II Municipio Davide Marraffino con una nota chiede la convocazione in emergenza del Consiglio affinché si faccia chiarezza sulle modalità di riapertura delle scuole.
"E' inconcepibile che a 2 settimane dalla riapertura delle scuole non si abbiano informazioni certe per i cittadini, i quali non sanno in quale contesto porteranno i propri figli a scuola dal 14 settembre. Quale è l'organizzazione di ogni dirigente scolastico a fronte Covid19? Sono nelle condizioni di poter riaprire?”
Da questo punto di vista l’autonomia dei dirigenti “è molto ampia”.
Nulla vieta che il dirigente scolastico disponga, solo per le scuole superiori, la didattica a distanza per alcuni gruppi.
Primo giorno di scuola anche a Catania dunque, ma non per tutti.
Alcuni istituti hanno infatti scelto di rimandare, di alcuni giorni, il rientro in aula per consentire al personale di rientrare in assoluta sicurezza dopo l’emergenza sanitaria.
Dopo sei mesi, malgrado tutto, alcuni studenti si ritrovano a scuola, soprattutto alunni delle scuole secondarie di secondo grado.
Per le elementari e le scuole medie invece la questione è diversa.
La stragrande maggioranza dei sindaci siciliani hanno scelto di prorogare di alcuni giorni l’apertura delle scuole dell’obbligo, e di posticipare il rientro a dopo le elezioni.
Le problematiche principali per il rientro attualmente sono l’impossibilità spesso di mantenere la distanza di sicurezza a causa della gravissima carenza strutturale degli edifici presenti nella nostra isola che difatti non consente il distanziamento necessario.
Senza parlare del materiale sanitario come mascherine, banchi monouso e a rotella che ancora stentano ad arrivare nella stragrande maggioranza degli istituti siciliani.
Una singolare notizia positiva arriva dal ministero che ha assegnato alla Sicilia un finanziamento di 154 milioni di euro destinati all’assunzione di 6000 persone tra docenti e collaboratori scolastici.
Con una situazione generale poco chiara e definita come la seguente viene da chiedersi se davvero la scuola, l’istruzione e la crescita delle giovani menti che dovranno mandare avanti la nostra città e il nostro paese un domani, sia davvero una priorità!
Ancora una volta la categoria degli studenti, e l’istruzione in generale, viene messa da parte.
D'altronde si sa, un popolo di ignoranti è più facile da governare.
Così non resta che augurare a tutti gli studenti, catanesi e non, che hanno incominciato, o cominceranno a breve quest’avventura scolastica post covid, di poter studiare in serenità e sicurezza.
Perché solo studiando, un domani, potranno davvero riuscire a “fottere” questo stramaledetto sistema.