
Si è svolta la VII edizione del Premio Internazionale Virdimura, celebrato all’Hotel Mercure-Excelsior di Catania, di cui la professoressa Cristina Tornali -presidente dell’AIN-Onlus (Associazione Italiana per Neurodisabili) e direttrice del Centro Siciliano dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria – ne è l’idearice e la promotrice.
Al suo fianco il professor Ignazio Vecchio, neurologo e titolare della Cattedra di Bioetica Medica e Storia della Medicina dell’Università di Catania.

Il Premio Virdimura si ispira al primo medico donna di cui si ha notizia che conseguì, nel 1376, nell’allora Regno di Sicilia, grazie alle leggi di uno dei più grandi Imperatori della Storia, Federico II di Svevia “Stupor Mundi”, la laurea abilitante in Medicina e Chirurgia, sostenendo un vero e proprio esame di Stato del quale si conserva il documento ufficiale che contiene una nota di merito su Virdimura, per la sua dedizione alla cura dei poveri e dei disabili.
Presenti autorità istituzionali, accademiche e militari americani (accompagnati dal dott. Alberto Lunetta, responsabile delle relazioni esterne della Base di Sigonella), oltre a un folto numero di studenti del corso di Laurea in Medicina e Chirurgia dell’Ateneo di Catania.
Il riconoscimento di questa edizione è stato assegnato alla dottoressa Corinne Devin, ufficiale medico dei marines americani che ha agito, con coraggioso impegno civile e sociale, nel volontariato a livello internazionale.
La dottoressa Devin, che è particolarmente nota negli USA per essere stata Miss Stati Uniti 2012, Miss Galassia 2014, Miss Terra 2018 e Miss International 2020, si è distinta nella sua brillante carriera militare come donna per il suo impegno civile e sociale nel campo della medicina e dell’odontoiatria e per le sue opere di volontariato nei principali scenari di guerra a livello internazionale.
La professoressa Tornali ha dato lettura delle motivazioni alla base del premio: “Il fatto che in questa edizione sia stato premiato un medico, come abbiamo più volte ricordato è stato meritocratico perché la figura del medico oggi è tornata fortemente ribalta, per come avrebbe dovuto essere sempre: cioè come quell’angelo custode mandato da Dio per aiutare i poveri uomini ammalati; è questo lo spirito di servizio che dovrebbe legare anche ogni iscritto all’università in medicina.”
La professoressa Tornali ha voluto ricordare la mamma, Gemma Rubino, scomparsa il mese scorso: “È molto emozionante questo momento, perché è il primo evento che accade anche dopo la dipartita della mia mamma, che oltre ad essere stata una grande stilista di moda, ha anche disegnato il volto di Virdimura che è un volto dolce, il volto di una donna amorevole, che può rappresentare simbolicamemnte la medicina. E cosa più importante, si rivolge a tutti a prescindere dal genere, religione e qualunue altra cosa. È importante rappresentare al mondo questo spirito: non siamo noi come ersone, ma quello che c’è dentro che deve far andare avanti”.
Sono questi infatti gli ideali su cui si basa il Premio internazionale Virdimura, che seleziona e premia personalità che si sono distinte affermando la cultura della solidarietà e della lotta ad ogni forma di discriminazione, di soprusi e di femminicidi, per facilitare l’incontro fra culture, religioni e tradizioni nell’area euro-mediterranea.
A sottolineare l’importanza del valore storico e internazionale del Progetto e Premio Virdimura, il prof. Ignazio Vecchio, che ha introdotto la storia di questa coraggiosa e prima donna medico, abilitata come detto nel 1376, ricordando anche i premiati delle precedenti edizioni: la Presidente della Repubblica di Malta, Marie Louise Coleiro, la scrittrice Myriam Arman Jaskierowicz, sfuggita all’orrore dei campi di concentramento nazisti, la nigeriana suor Anna, distintasi per la lotta alla tratta delle ragazze nigeriane avviate alla prostituzione, l’Ambasciatore di Israele presso il Vaticano, Zion Evrony, e per ultima, la studiosa maltese Ethel Felice.
La Premiazione si è conclusa con un breve discorso di ringraziamento della dott.ssa Devin – che a settembre lascerà la Sicilia ed ha voluto dedicare il prestigioso riconoscimento alla Patrona di Catania, Sant’Agata, vittima di uno dei primi femminicidi della storia, sottolineando il valore etico e morale della giovane martire.