Protestano per non farsi dimenticare gli operatori dell'Opera Diocesana. Anche questa mattina si sono riuniti davanti l'Arcivescovado per chiedere che si faccia chiarezza sullo stato economico dell'Ente.
Già da qualche mese non ricevono gli stipendi, ma a loro non preoccupa questo, preoccupa il loro futuro.
L'Oda, che si occupa principalmente di assistenza e recupero, conta circa 400 operatori al suo interno. Circa 200 di loro, tra mobilità e cassa integrazione, non operano quasi più a fronte dei 1500 utenti, che ogni giorno vengono assistiti nelle sette strutture.
Il Cda dell'Oda si è riunito proprio in questi giorni e ha chiarito ai dipendenti che la situazione di crisi è dovuta ai precedenti debiti della precedente gestione.
Sembrerebbe però che negli ultimi 5 anni il debito sia salito da 17 milioni a ben 43 milioni di euro, nonostante l'ente sia uno dei pochi ad avere un fatturato di oltre 20 milioni l'anno.
“Ciò che chiediamo - dichiarano gli operatori – è che venga svolto un controllo da un elemento super partes, in modo tale che vengano chiariti eventuali dubbi”.