Il caso della Fondazione "Brass Group" che ottiene un "affidamento diretto" da 1,348 mln per il Festival del Jazz siciliano, ha come vice presidente Raoul Russo, il segretario dell'ex assessore Manlio Messina, e coopta nel consiglio di amministrazione Bepi Garsia che qualcuno sostiene essere il figlio del presidente della stessa fondazione Ignazio Garsia, ma noi non ci crediamo ...
La storiaccia dei soldi sprecati per i festival del cinema, tra Cannes e Venezia, ormai si sta chiarendo da sola: vedremo come andrà a finire.
Intanto però di filoni se ne aprono altri ed uno che alla lettura delle prime carte ci pare interessante riguarda la Fondazione Brass Group, Orchestra Jazz Siciliana.
A puntarci un faro, e non da ora ma da anni, è un impresario che di Jazz se ne intende come pochi al mondo, il catanese Pompeo Benincasa.
Prendiamo infatti spunto dagli ultimi post che ha pubblicato sulla sua pagina Facebook in cui conferma alcuni dubbi già avanzati.
Prima di proporre i due post, anticipiamo qualche dato su questa Fondazione che è interamente finanziata da fondi pubblici.
A parte il contributo annuale, passato dai 250 mila a 600 mila, anche il FURS è arrivato a superare il 300 mila euro mentre la torta più consistente, il contributo per il Festival del Jazz siciliano, nuova invenzione, per il 2021 e 2022 è stato di circa 540 mila euro.
Anche per questo Festival, per il 2023, si prevede un bel raddoppio, anzi quasi una triplicazione di spesa per le casse regionali, arrivando alla previsione di ben 1,348 milioni.
Sta cosa dei "festival" gli piace assai...
Per quello del 2022 è successa una cosa strana: l'assessorato al Turismo ha pagato con i fondi a valere sul Festival del Jazz siciliano un pignoramento da 62 mila euro effettuato da Equitalia a carico della Fondazione Brass Group:
ma così non sballa tutta la rendicontazione?
Ci torneremo perché con queste rendicontazioni ci siamo confusi e stiamo approfondendo.
Anche l'organigramma della Fondazioneè interessante: presidente Ignazio Garsia e vice presidente Raoul Russo, già capo della segreteria particolare dell'allora assessore al Turismo Manlio Messina, che poi era quello che finanziava le attività della Fondazione stessa, con una decisa impennata negli ultimi due anni rispetto ai precedenti.
Lo scorso novembre nel consiglio di amministrazione è stato cooptato un altro Garsia, Bepi, che qualcuno sostiene essere il figlio del presidente della stessa fondazione Ignazio Garsia ma noi non ci crediamo...
Il sito trasparenza non risulta ancora aggiornato con questa nuova nomina.
E adesso veniamo ai due post di Pompeo Benincasa che di fatto aprono questo nuovo filone del "Jazz governativo siciliano" di certo interessante ed anche qui proveremo a capire come sia possibile affidare direttamente, per il 2023, la bellezza di 1 milione 348 mila euro ad una fondazione che ha come vice presidente il segretario di un ex assessore e che coopta nel cda parenti diretti del presidente:
E poi, mentre stiamo per ultimare il pezzo, ne pubblica un ultimo:
Vabbè, alla prossima puntata...
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