C'è poco da dire, ormai la narrazione della politica, chiamiamola ancora così, si fa da sola: basta mettere una videocamera o un registratore, collegarsi su uno qualsiasi dei social ed il gioco è fatto.
Fanno tutto da soli, sino al suicidio (politico per ora) in diretta televisiva.
L'ultimo caso che sta animando l'intero parterre mediatico, superando almeno in Sicilia l'affaire Sumaoro che sta devastando la sinistra-sinistra, rigurda la recentissima Festa del Tricolore, l'happening annuale organizzato dal gruppo politico che fa riferimento all'ex sindaco Salvo Pogliese oggi senatore di Fratelli d'Italia.
Si è svolto all'hotel Le Dune in zona Plaia di Catania e molto efficacemente gestito dal team di Luciano Zuccarello: non è stato semplice con migliaia di persone accorse ad incensare i nuovi vincitori e con la presenza di un numero imprecisato di ministri tra cui il potentissimo n.2 meloniano Lollobrigida, sottosegretari e deputati vari, con quelle più attese del presidente del Senato Ignazio La Russa e dell'ARS Gaetano Galvagno.
Grande assente il/la premier Giorgia Meloni che non si è fatta vedere neanche in collegamento video a distanza: ci sarà un motivo.
Spiegamento di forze dell'ordine di grande effetto, ma tutto è filato liscio, almeno sotto il profilo organizzativo.
Sul fatturato politico è difficile dirlo perché ad una prima lettura non sono emersi temi significativi, se non la comprensibile soddisfazione di ritrovarsi, appunto, tra vincitori, e non è ebbrezza da poco soprattutto considerati gli effimeri passaggi di chi li ha preceduti sui diversi carri passati più veloci del fulmine, da Renzi a Salvini ai 5Stelle. Quindi è ragionevole che se la godano finché dura.
Ma quello che è emerso, come fosse una mini serie di "Uomini e donne", sono stati i gossip a latere: i dispetti a distanza tra La Russa e Stancanelli e la abbastanza ridicola polemica sollevata da alcuni circa l'opportunità della presenza della seconda carica dello Stato ad una kermesse di partito. Questa proprio risibile: è il cofondatore del partito, dove sarebbe dovuto essere?
Ancor di più se nei Fratelli d'Italia etnei si prepara una resa dei conti non da poco e da osservati speciali da parte dei vertici a causa del discusso risultato elettorale, tra i peggiori d'Italia: Catania infatti non ha brillato affatto, nonostante FdI potesse contare su un sindaco uscente, Salvo Pogliese, un presidente di regione, Nello Musumeci premiato ministro, e due importanti assessori altrettanto uscenti, al Turismo Manlio Messina e addirittura alla Sanità Ruggero Razza.
Malgrado queste straordinarie posizioni di potere, i Fratelli d'Italia etnei hanno totalizzato una percentuale di voti (20%) di ben 6 punti in meno rispetto alla media nazionale (26%).
Brutto risultato, difficilmente digeribile e pessimo campanello d'allarme: evidentemente governare non paga. O magari governare male non paga.
Il tutto enormente aggravato dalla decisione della Corte dei Conti di negare la parifica al bilancio del governo Musumeci denunciando una serie di irregolarità che aprono scenari da brivido. Per tutti.
Si vedrà che succederà nei prossimi giorni e come l'ala facente capo a La Russa e Galvagno proverà a riempire le falle.
Ma tornando allo show Falcone-Micciché, anche questo apre un'altra saga non solo politica, con il neo assessore all'economia, di professione avvocato, che nella foga dello scontro si è lasciato andare a dichiarazioni a dir poco imprudenti.
Ha platealmente accusato Micciché di aver fatto accordi la notte con Musumeci salvo attaccarlo il giorno dopo, tattica riproposta adesso con Schifani.
Ma, ecco l'enorme imprudenza, Falcone ha bellamente dichiarato che "Musumeci ci ha dato 7 direttori generali delle ASP".
Cosa? E come glieli avrebbe dati?
Sotto forma di regalo di compleanno o di Natale, oppure turbando il procedimento di nomina, magari trafficando influenze?
Insomma, abbastanza per allertare le procure di tutta la Sicilia, peraltro sollecitate dallo stesso Micciché che pare si sia dichiarato vittima di calunnia.
Non c'è che dire, comincia bene questa legislatura. Benissimo.