Ma come può dormire la notte chi prende decisioni così disumane?
Inutile fare la cronaca di quanto sta accadendo, c'è chi lo fa meglio di noi: sentiamo solo l'urgenza di scrivere quello che pensiamo.
Ci risiamo, infatti, come nel 2018, quando le troupe di tutto il mondo si ritrovarono sul molo di Levante del porto di Catania per raccontare l'inaudita vicenda dei naufraghi salvati dalla nave Diciotti che il governo italiano aveva deciso di non fare sbarcare e teneva in condizioni aberranti per interminabili giorni.
C'eravamo anche noi su quel molo, consapevoli che si stava superando il confine della civiltà, della moralità, della umanità.
Come oggi, anzi oggi forse ancora di più perché il tempo che passa dovrebbe portare insegnamento, crescita, e invece si torna indietro e andando indietro non si sa dove si può arrivare.
Stanno accadendo cose strane in Italia, mentre nel mondo ne accadono di folli, tra guerre e crisi ambientali.
Che il primo atto di un governo appena eletto sia stato un decreto che istituisce un nuovo reato punendo con una pena da tre a sei anni chi organizza un rave party ha lasciato molti perplessi, più che perplessi.
Come la "sanatoria" per medici no vax riammessi in servizio anzi tempo: pessimo segnale per chi anche contro voglia ha rispettato le regole nell'interesse generale.
Ma quello che sta accadendo con le navi ONG che hanno salvato in mare persone disperate che hanno lasciato tutto, rischiando la loro vita in cerca di un futuro possibile è veramente terribile, di una tristezza infinita.
Questo accanimento contro 35, TRENTACINQUE, persone, PER-SO-NE, bloccate su una nave da giorni è semplicemente IGNOBILE!
Definite persino "carico residuale": INCONCEPIBILE!
Già la leguleia distinzione tra "profughi" e "migranti economici" è aberrante: i primi sono, pur di mala voglia, in qualche modo accolti perché in fuga da guerre e persecuzioni. E va bene.
I secondi, invece, sol perché pretendono di poter fuggire dalla fame, dalla povertà, dalla disperazione, sono trattati come rifiuti dell'umanità, immeritevoli del benché minimo rispetto: agghiacciante.
In TV, gli innumerovoli tuttologi, e sono sempre gli stessi, che il lunedì parlano di calcio, il martedì di covid, il mercoledì di inflazione e il giovedì di crisi climatica, il venerdì diventano espertissimi di diritto internazionale con specializzazione in quello del mare e discettano su come si debbano definire e di conseguenza trattare questi uomini, queste donne e questi bambini che osano l'inosabile: salvarsi da condizioni disumane.
Alla fine, il diritto internazionle è cosa complicata e ognuno lo interpreta come gli conviene, piegato agli obiettivi di chi vorrebbe chiudere tutte le frontiere come di chi vorrebbe farle cadere: senza alcuna ragionevolezza, senza riuscire a trovare una soluzione gli uni come gli altri.
Anche i numeri vengono rappresentati a convenienza, a partire dalla narrazione falsa, totalmente falsa, che l'Italia sia in qualche modo preda di un'invasione di clandestini e per giunta magari criminali: falso.
A fronte di poche centinaia di migliaia di persone che approdano sulle coste siciliane, negli altri paesi europei ne accolgono milioni.
In Germania sono oltre 2 milioni i curdi e siriani accolti negli ultimi anni, negli stessi anni in Italia 700.000; in Polonia in questi mesi di guerra russo-ucraina quasi 2,5 milioni quelli assistiti dalla Polonia, in Italia ce ne sono 160 mila.
Al di là di tutte le questioni, l'unico diritto che dovrebbe prevalere è quello del mare: tutta questa gente che arriva a salire sulle navi ONG è naufraga, naufraga!
E in quanto tale ha diritto ad essere condotta nel porto più vicino e sicuro e lì essere accolta, possibilmente con rispetto, con cura, con amore.
Bisognerebbe avere il coraggio di guardarli negli occhi queste donne e uomini che hanno lasciato tutto, quel niente che avevano, per imbarcarsi su carrette del mare sfidando la sorte, navigando per giorni senza cibo e acqua, magari dopo esser passati per lager e torture libiche, e solo dopo averli guardati, solo dopo aver ascoltato le loro storie e le loro speranze, avere l'arroganza di dirgli, ma in faccia, che non hanno diritto di scendere a terra, che non hanno diritto di sperare, che non hanno neanche il diritto di tentare di sopravvivere.
E dopo averlo fatto, dopo averli condannati sprezzantemente alla loro disperazione, tornare tranquillamente alle proprie famiglie, al caldo delle proprie tavole imbandite, magari con un bel dono per i nostri fortunati figli che hanno avuto il solo merito di nascere in un paese civile e democratico. Almeno per ora.
PS: non li ho mai definiti "migranti", perché sono solo PERSONE, esattamente come noi, come i nostri genitori ed i nostri figli.
Solo infinitamente più sfortunati.
E solo per questo meritano rispetto.