COMMISSARIATA DAL 2018 PER RIDURLA COSÍ...ennesima puntata

Giorno 7 novembre, prticamente tra poche ore, vi sarà l'udienza probabilmente definitiva innanzi al Tribunale Fallimentre di Catania e sarà l'ultima occasione per Pubbliservizi ed i suoi dipendenti. E qualcuno sta giocando.
Diamo la notizia per quella che è, senza soffermarci su quello che è accaduto in questi ultimi assurdi tre anni in cui la società partecipata Pubbliservizi è piombata nelle secche di un commissariamento ministeriale dal quale non riesce ad uscire e che adesso sembra proprio essersi avvitata in una incredibile gara di irresponsbilità da parte di chi dovrebbe tutelare l'interesse generale ed invece sguiscia da tutti i lati.
Quindi sorvoliamo anche su quanto sta accadendo nel corso delle udienze innanzi un pazientissimo Tribunale Fallimentare, costretto ad assistere alle mirabolanti performance di consulenti con tesi naif e commissari che non sono d'accordo neanche tra di loro e si presentano con relazioni contrastanti, mentre la ragioneria generale della Città Metropolitana prova a far quadrare i difficili conti provando a raggiungere sacrosanto risparmi che alcuni commissari pare non apprezzino, (ci sarebbe da capire perché) mentre il sindacato mostra di non comprendere: insomma, un macello e magari sui singoli aspetti torneremo.
In mezzo a questo baillame il Consiglio di Amministrazione, presieduto dall'imprenditore Giuseppe Molino con i consiglieri Giuseppe Bonaccorsi e Maria Luisa Aiello, che è praticamente privato dei poteri a causa del commissariamento e che come unico compito sarebbe chiamato ad approvare la proposta concordataria da presentare al Tribunale per evitare il fallimento della società, compito essenziale che però nonostante gli sforzi compiuti gli viene impedito, in ultimo dall'atteggiamento latitante assunto dal Commissario nominato dal presidente della regione Nello Musumeci alla guida della Città Metropolitana di Catania Federico Portoghese.
E anche sul commissario Portoghese al momento sorvoliamo, ad esempio sul fatto che è ben conosciuto ai lettori di Sudpress che se ne è più volte occupato quando era direttore generale dell'Università di Catania e risultò protagonista di alcune strane vicende, quali gli 856 mila euro pagati due volte e la strana transazione da 700 mila euro pagati per niente: vicende per le quali Portoghese ci ha querelati ed ha perso avendo il giudice sentenziato che avevamo scritto, anche quella volta, il vero.
Ma su questo torneremo appena avremo le motivazioni del nostro proscioglimento, per ora occupiamoci di quanto sta accadendo in Pubbliservizi che è molto più seria interessando il futuro sostentamento di 350 famiglie, a parte tutto il resto.
Apprendiamo gli ultimi fatti da un comunicato del sindacato:
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In realtà, nonostante la estrema gravità della situazione e l'imminenza della scadenza ultimativa del 7 novembre, il commissario straordinario della Città Metropolitana Federico Portoghese per ben tre volte, e senza neanche la creanza di avvertire i componenti del CdA ed i revisori dei conti che si erano recati presso la sede provinciale e lo hanno atteso quasi due ore, ha avuto l'ardire irresponsabile di non presentarsi all'assemblea dei soci senza alcuna giustificazione, con ciò impedendo di deliberare su quello che i sindacati definiscono correttamente "modifiche necessarie al concordato", provocando in carenza il fallimento della PUBBLISERVIZI:
QUESTA È LA SITUAZIONE.
E QUESTA È CATANIA.
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