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A Lentini scoppia il caso "Palazzo Beneventano" con la giunta del sindaco Lo Faro che distrugge un progetto vi

07-09-2022 06:30

Pierluigi Di Rosa

Cronaca, Cultura&Spettacolo, Focus,

A Lentini scoppia il caso "Palazzo Beneventano" con la giunta del sindaco Lo Faro che distrugge un progetto virtuoso

Quando la politicanza inadeguata fa passare il piacere di essere cittadini volenterosi e appassionati del proprio territorio

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Siamo alle solite, quando una cosa pare funzionare e dare frutti riscontrati e certificati che vanno a vantaggio di un intero territorio, ecco che arriva immancabilmente il "politico di turno e pro tempore", definiamolo così, che interviene a gamba tesa per distruggere in un colpo solo un'enorme lavoro che per anni alcuni cittadini privati hanno svolto con generosità, creando una realtà culturale di indiscutibile valore testimoniato da numerosi riconoscimenti internazionali e l'importante attenzione di migliaia di visitatori.

 

Entriamo nel dettaglio della scandalosa vicenda.

 

Il "politico di turno" è il sindaco del comune di Lentini, l'avvocato Rosario Lo Faro.

I "privati cittadini, generosi e volenterosi", sono i fondatori dell'associazione "Badia Lost & Found", nel frattempo divenuta cooperativa.

 

L'oggetto del contendere riguarda la gestione di un bene pubblico appartenente al patrimonio comunale: "Palazzo Beneventano".

 

Tutto parte ben sei anni fa, quando alcuni cittadini lentinesi riuscirono in qualche modo a strappare al degrado più assoluto questo prestigioso palazzo nobiliare finito nel patrimonio comunale (e quindi di tutti, non dell'amministrazione pro tempore!), facendolo diventare punto di riferimento di decine di iniziative artistiche e culturali e origine di un progetto più ampio oggi riconosciuto come "Parco Urbano d'Arte" e che è diventato un vero e proprio case study nel difficile campo del recupero e fruibilità dei beni pubblici.

 

Si anticipa subito che questa è solo la prima puntata perché la vicenda intendiamo approfondirla con l'obiettivo, lo dichiariamo sin d'ora, di strapparla ai corridoi della politicanza di paese affinchè se ne occupino autorità più attrezzate culturalmente e sufficientemente libere politicamente per poter tutelare e valorizzare iniziative di recupero urbano di questo tipo.

 

Quello che è accaduto è che si era attivato un percorso virtuoso, che doveva concludersi con un progetto di partenariato pubblico privato che la giunta del sindaco Lo Faro ha interrotto annullando con una delibera di agosto l'intera procedura.

 

Preoccupante quanto in merito dichiarato recentemente in una video intervista dal sindaco Lo Faro sulle motivazioni di questo stop e sull'intenzione di "spacchettare" la gestione di Palazzo Beneventano, creando una sorta di schizofrenico condominio tra più e imprecisate "associazioni": una confusa concezione di richiamati "principi democratici" che così concepiti mortificano il merito e rendono impraticabile ogni progetto serio.

 

In pratica, con questa logica, non si conclude niente e si condannano i beni pubblici al degrado dal quale giovani privati erano riusciti a strappare, appunto, Palazzo Beneventano. 

"Dare spazio a tutti" significa in realtà non dare spazio a nessuno e comunque vanificare progetti che richiedono altissime professionalità e non mere velleità di trovare spazi gratuiti per esercitare interessi propri e magari "politicamente protetti e orientati".

 

Il partenariato pubblico/privato è uno strumento normativo, previsto dalla legge 50 del 2016, di grande interesse, che laddove applicato ha dato esiti straordinari di recupero e fruibilità di beni pubblici, per tutti il caso di Officine Culturali che gestisce con grande efficenza gli spazi di pertinenza dell'Università di Catania.

 

La storia del recupero del Palazzo Beneventano di Lentini parte dall'iniziativa di un team di professionisti che circa 6 anni fa si riunirono nell'associazione "Badia Lost & Found", che diventa cooperativa nel 2020, proponendosi come obiettivo di impegnarsi nell'attività di rigenerazione dello storico quartiere Badia attraverso il recupero di intere aree da tempo abbandonate (Lost) e la loro messa a fruizione (Found) per l’intera collettività, proponendosi, nel contempo, di combattere la desertificazione dei quartieri storici di Lentini per metterli a disposizione delle giovani professionalità e dei nuovi talenti che vogliono investire nel proprio territorio ed evitare, così, l’emigrazione delle professionalità giovanili.

 

Mica roba da poco in tempi di sciatteria dilagante e disattenzione criminale per il patrimonio urbano.

La cosa degna di nota è che questi cittadini, almeno sino all'avvento dell'amminitraione Lo Faro, l'obiettivo non solo lo hanno raggiunto ma hanno fatto molto di più.

 

Intanto, si diceva, nel 2020 si sono costituiti in Cooperativa che ha ereditato la denominazione dell'originaria associazione, costituita in maggioranza da giovani altamente professionalizzati, aderendo alla Lega delle Cooperative e all'Associazione delle Cooperative culturali CulTurMedia.

 

Diversi i progetti realizzati a partire dal 2016, due i più noti e significativi:

 

quello relativo al recupero e alla valorizzazione dello storico Palazzo Beneventano di Lentini (circa mq. 9.000 incluse le due corti esterne) che, grazie alle attività svolte, è passato in pochi anni da dimenticato deposito dei mezzi della nettezza urbana a polo culturale e turistico di eccellenza in grado di attrarre oltre 50.000 visitatori all’anno;

 

e quello relativo al PUA, il primo Parco Urbano d’Arte della Provincia di Siracusa, che si snoda a poche centinaia di metri dalla Piazza principale fino al cuore del quartiere Badia; esso oggi conta ben 34 opere all’aperto realizzate da artisti di levatura nazionale e internazionale, e la cui realizzazione ha visto la partecipazione attiva degli abitanti del quartiere e delle realtà educative locali.

 

Le attività della Cooperativa, è bene segnalarlo e basta fare un rapida ricerca sul web per riscontrarlo,  hanno ricevuto il plauso ufficiale di diversi e primari enti e fondazioni tra i quali l’Anci, il Ministero della Cultura, la Fondazione Fitzcarraldo, Inward, Le Vie dei Tesori, CoopCulture, oltre che il riconoscimento di prestigiosi organi di stampa tra i quali Rai, Artribune e Il Sole 24Ore.

 

L’esperienza di rigenerazione urbana condotta dalla Cooperativa ha suscitato grandissimo interesse in Italia e all’estero tanto che nel 2021 è stata audita presso il Parlamento italiano nell’ambito della progettazione Pnrr Under 40.

 

Il nucleo principale dell’attività della Cooperativa è comunque stato il complesso nobiliare di Lentini denominato Palazzo Beneventano situato nel quartiere Badia della Città di Lentini.

 

E vediamo che succede proprio su Palazzo Beneventano.

 

Nel 2016 l’allora Amministrazione Comunale uscente affidò al gruppo informale di Badia Lost & Found (come già accennato, successivamente costituitosi nell’omonima Cooperativa) temporaneamente per qualche mese il bene in questione, che era stato nel frattempo in parte recuperato con fondi regionali ma mai completato per via di un contenzioso tra il Comune e la Ditta esecutrice dei lavori che in seguito addirittura fu dichiarata fallita dal Tribunale.

Nel periodo tra la consegna parziale del bene al Comune e l’inizio dell’affidamento provvisorio al gruppo di Badia Lost & Found il bene ripiombò nell’abbandono e subì gravi atti di vandalismo da parte dei gruppi criminali locali.

 

Con l’arrivo di Badia Lost & Found, grazie all’impegno amorevole e gratuito del gruppo estremamente qualificato dei suoi soci, il Bene fu ripulito, rimesso in sesto, tutelato, preservato dalle scorribande e restituito alla fruizione della Città.

 

Nel frattempo, ci furono le elezioni comunali che videro un cambio dell’Amministrazione Comunale e la posizione del gruppo di Badia Lost & Found rimase indefinita.

De facto, Badia Lost & Found è stata “tenuta” dentro il Palazzo perché questa presenza ha garantito la sua tutela, le piccole e grandi manutenzioni (i tecnici stimano quasi 200.000 euro spesi da Badia Lost & Found a fronte di nessun costo per il Comune) e la fruizione per tutta la Città e per tutte le Associazioni.

 

Ma oltre a questa semplice attività di presidio – comunque, preziosissima perché Badia Lost & Found ha impedito il degrado strutturale del Bene e ha sventato tantissimi tentativi di intrusioni tramite un positivo rapporto con gli abitanti del quartiere che sono stati delle perfette sentinelle, oltre alla collaborazione quotidiana con le forze dell’ordine – il gruppo, nel frattempo costituitosi nell’omonima Cooperativa, ha svolto anche un’intensissima attività di interventi culturali nel Palazzo e nel quartiere Badia che in pochi anni ha portato il Palazzo da deposito dei mezzi della nettezza urbana (perché anche a questo, era stato adibito precedentemente il Bene…) ai seguenti risultati:

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320 giorni di apertura all’anno;

ogni anno oltre 50.000 visitatori locali, regionali, nazionali e stranieri;

ogni anno: circa 200 mostre multidisciplinari;

ogni anno: circa 150 eventi tra concerti e spettacoli, conferenze e presentazioni di libri;

ogni anno: oltre 20 laboratori didattici con le scuole;

 

in sei anni: 155 progetti artistici nazionali e internazionali;  

in sei anni: 15 residenze con artisti di levatura nazionale e internazionale;

in sei anni: 34 interventi artistici (murales e installazioni) che hanno portato alla creazione del primo Parco Urbano d’Arte (il PUA) della Provincia di Siracusa proprio nel Quartiere Badia dove ha sede il Palazzo Beneventano;

in sei anni: circa 250 passeggiate urbane e visite guidate.

Tutta questa attività ha portato la Cooperativa Badia Lost & Found, nonché gli stessi Quartiere Badia e il Palazzo Beneventano, a essere oggetto di studio e di partenariato con innumerevoli istituzioni culturali pubbliche e private siciliane, nazionali ed estere. 

 

Sono state avviate attività di partenariato con:

il Ministero della Cultura con il quale è stato avviato l’unico Protocollo di Politiche di Valorizzazione del Patrimonio Culturale Immateriale finora siglato dal Mic in Sicilia;

la Fondazione Fitzcarraldo che segue la Cooperativa nella propria progettazione culturale verso le istituzioni;

CoopCulture che ha inserito Palazzo Beneventano e il Parco Urbano d’Arte nei propri itinerari turistici;

la Fondazione Italia Sociale che ha inserito i siti tutelati dalla Cooperativa tra i Civic Places italiani;

Inward, l’Osservatorio per la Creatività Urbana, con il quale sono state gestiti diversi progetti culturali; di recente in tale quadro, e in una collaborazione con l’Ambasciata Italiana dei Paesi Bassi, è stato gestito un intervento urbano di recupero in un’area adiacente al Palazzo Beneventano;

la Fondazione Le Vie dei Tesori che ha anch’essa inserito i siti tutelati dalla Cooperativa nei propri circuiti;

la Farm Cultural Park di Favara e il Museo dei 5 Sensi di Sciacca con i quali è stato costituito un Protocollo di Rete commerciale;

l’Università di Catania con la quale la Cooperativa ha  siglato un Protocollo Internazionale di Collaborazione in partenariato anche con altre realtà accademiche internazionali;

l’Università Linguistica Statale di Mosca con la quale la Cooperativa ha iniziato la progettazione di scambi di residenze e di stage per giovani laureandi siciliani e russi.

 

Queste sono solo alcune delle decine di collaborazioni attivate dalla Cooperativa in Italia e all’estero: ma non è pazzesco che possa arrivare un "sindaco pro tempore qualunque" ed interrompere con motivazioni risibili ed inconsistenti un percorso di questo tipo?

 

Durante questo turbinio di attività (comunque realizzate in soli sei anni!!!), sono nel frattempo maturate in Italia delle esperienze virtuose di Partenariato tra gli Enti Locali e i soggetti Privati regolate dall’Art. 151 della Legge 50 del 2016, cioè, il cosiddetto Partenariato Speciale Pubblico – Privato (PSPP). E la Cooperativa, in tal senso confortata dal parere di Legacoop e della Fondazione Fitzcarraldo, ha scelto di proporre proprio tale innovativo strumento di legge per dare una soluzione all’annosa vicenda di Palazzo Beneventano altrimenti irrisolvibile date le criticità finanziarie del Comune di Lentini giacente in dissesto finanziario dal 2014.

 

E così, nel Giugno del 2019 la Cooperativa ha avanzato ufficialmente al Comune di Lentini la proposta ufficiale di PSPP per il Palazzo Beneventano.

Purtroppo, la Cooperativa non trovò subito una positiva accoglienza da parte dell’Amministrazione Comunale che riteneva (probabilmente perché la normativa era recente e, fino ad allora, mai applicata in Sicilia) che essa non fosse idonea al caso di Palazzo Beneventano.

 

Per cercare di sollecitare l'inerzia dell'amministrazione allora in carica si mobilitò una parte consistente della popolazione lentinese e fu anche organizzata una raccolta di ben 3.500 firme (su circa 22.000 abitanti) a sostegno del PSPP.

Del caso si interessò anche la Rai che svolse un accorato servizio televisivo a favore della proposta della Cooperativa.

 

Complice anche il lockdown, passarono mesi durante i quali, però, pressata dalla mobilitazione cittadina, l’Amministrazione Comunale iniziò a prendere seriamente in considerazione la proposta della Cooperativa.

E così, nell’estate del 2020 la Giunta manifestò con propria Delibera il proprio interesse alla proposta e dopo qualche settimana emanò un Avviso Pubblico nel quale (come previsto dalla Legge sul PSPP) si dava pubblicità a questo interesse e si invitavano eventuali altri soggetti privati a presentare delle loro proposte fissando un termine di 40 giorni.

Alla fine di questo periodo, arrivò al Comune una proposta di partecipare alla procedura da parte di una Scuola di Ballo di Lentini.

 

Seguirono circa sei mesi di silenzio assoluto da parte dell’Amministrazione Comunale e solamente nell’Aprile 2021 il Responsabile Unico del Procedimento invitò le due parti a consegnare i loro Progetti definitivi e dettagliati. La Cooperativa Badia Lost & Found presentò subito il proprio dettagliatissimo progetto contenente anche un approfondito studio sulle criticità del bene, il business plan, il cronoprogramma e la descrizione della dotazione finanziaria messa a disposizione.

 

Le linee guida del Progetto della Cooperativa Badia Lost & Found per il PSPP con il Comune di Lentini su Palazzo Beneventano risultano di oggettivo interesse e possono essere sintetizzate con  la proposta di ristrutturazione e completamento delle opere rimaste incompiute che rendono oggi il Bene ufficialmente inagibile e senza una destinazione d’uso culturale.

La valorizzazione del bene come Centro Polifunzionale di produzione e di fruizione artistica puntando soprattutto sull’arte contemporanea, sul teatro e sul cinema, sulla convegnistica, sulla ricettività e sulla ristorazione di qualità.

Il posizionamento del bene nei grandi circuiti artistico-culturali attraverso lo sviluppo delle Residenze d’Artista e dei laboratori culturali e formativi universitari.

L'inserimento nei circuiti turistici delle Città d’Arte e dei Borghi attraverso le Convenzioni (già siglate) con stakeholder di levatura nazionale e internazionale.

Facendolo diventare Concontenitoretenitore delle iniziative provenienti dalla rete associativa locale alla quale viene dedicata un’intera area dell’immobile prenotabile gratuitamente e liberamente direttamente sul sito del Bene.

Inoltre, il Comune disporrebbe contrattualmente e gratuitamente di un numero congruo di giornate per le iniziative proprie e di altri soggetti privati.

Il Progetto vale diverse centinaia di miglia di euro che la Cooperativa investirebbe grazie al ricorso agli strumenti finanziari messi a disposizione dal movimento cooperativo. Il Progetto, infatti, è corredato di un dettagliatissimo business plan.

Tutte le attività sarebbero gestite, come prevede la Legge sui PSPP, da un Tavolo Tecnico misto tra la Cooperativa e il Comune per un periodo di 25 anni, eventualmente rinnovabili.

 

A fine Ottobre però, con le elezioni amministrative si è insediata la nuova Giunta Municipale che ha,  tra i suoi primi atti, immediatamente sospeso la procedura.

Recentemente si è registrato un'autorevole intervento con un allarmante comunicato emesso dal Presidente di Legacoop Sicilia Filippo Parrino che denunciava il rischio di abbandono di Palazzo Beneventano.

 

Per tutta risposta al grave allarme il neo Sindaco di Lentini Lo Faro annuncia che il Comune non intende proseguire nella procedura "ma sta studiando nuove idee", arrivando il 12 agosto scorso ad annullarla con una delibera di giunta, la n. 107 votata oltre che dal sindaco Rosario Lo Faro anche dagli assessori Cirino La Ferla, Vincenzo Pupillo, Maria Cunsolo, e Cristina Stuto, mentre risulta assente Carlo Cardillo.

 

La delibera, nel revocare la procedura di partenariato già avviata, - come detto - si propone una gestione Comunale diretta (senza precisare le fonti finanziarie per un Comune in conclamato dissesto da ben otto anni!) con assegnazioni diffuse alle varie realtà associative locali, vagheggiando confusamente la trasformazione del Palazzo in "Polo Multiiculturale", "sede  museale", "centro studi", "centro congressi", "servizio bibliotecario", "casa della letteratura e della musica" e persino "Presidio dell'Ente Parco". Insomma, tante di quelle cose da non realizzarne neanche una come fatto sinora. SIC!

 

Nella delibera, tra l'altro, la stessa attuale amministrazione riconosce nero su bianco che il prezioso Palazzo abbisogna urgentemente di "custodia, e attenta manutenzione insieme al completamento dei lavori che impediscano le infiltrazioni di acqua, la sistemazione della copertura e l'impiantistica coerente con i luoghi", tutti interventi contenuti nel progetto di partenariato a carico del privato e adesso ricadono sotto l'immediata responsabilità del comune, che a questo punto deve provvedere rapidamente con fondi propri per non vedersi addossare i danni del probabile ammaloramento del bene pubblico.

 

Nella sostanza, si è entrati nella classica fase di stallo di chi non ha idea di cosa fare e probabilmente non riuscirà a combinare niente se non mettere a rischio la sopravvivenza dello stesso povero Palazzo Beneventano, che magari tornerà presto ad essere discarica di mezzi per la nettezza urbana. 

 

Quindi a Lentini sta accadendo questo:

esiste un progetto indiscutibilmente virtuoso proveniente da un gruppo di cittadini riuniti in cooperativa che hanno già ampiamente dimostrato di avere la giusta visione, capacità organizzativa e di progettazione culturale, e che in 6 anni ha già trasformato un Bene abbandonato in un Modello di produzione culturale inclusiva di levatura internazionale; che ha una progettazione culturale aperta all’esterno e inclusiva, nonché inquadrata in una politica di rigenerazione urbana e di lotta allo spopolamento e alla desertificazione culturale della Città; che mette a disposizione del territorio un Bene ristrutturato e finalmente agibile e che ha presentato un piano finanziario credibile e sostenuto da primaria strumentazione finanziaria.

 

E allora, che diamine combina la giunta Lo Faro?

 

In 11 mesi, dal suo insediamento, la nuova Amministrazione Comunale del sindaco pro tempore Rosario Lo Faro non ha prodotto alcuna proposta e non ha speso un euro su tutte le criticità strutturali denunciate dalla Cooperativa e ha nel contempo bloccato la Cooperativa di cittadini dal realizzare interventi manutentivi o migliorativi sulla struttura.

Il Bene, uno dei più cari ai lentinesi, corre quindi un gravissimo rischio di ammaloramento già adesso.

 

Ma i cittadini lentinesi le sanno queste cose?

 

E le autorità competenti, a partire dalla Soprintendenza, è tollerabile che assistano ignave a questo modo intollerabile di (non) gestire beni pubblici di pregio?

 

E ripetiamo la domanda: "Ma non è pazzesco che possa arrivare un "sindaco pro tempore qualunque" ed interrompere con motivazioni risibili ed inconsistenti un progetto come quello ideato e realizzato dai cittadini lentinesi di "Badia Lost & Found" e che ha fatto di quella zona un centro di interesse turistico come mai prima d'ora?

 

E quante volte ancora dovremo farle queste domande?


Leggi anche il comunicato emanato dalla cooperativa "Badia Lost & Found" all'indomani della delibera di giunta 107 del 12 agosto 2022 che ha revocato la procedura di partenariato.

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