Qualche giorno fa abbiamo anticipato la notizia che il presidente della" Camera di Commercio del Sud Est che non esiste più" si era presentato dimissionario all'ultima seduta della giunta camerale, che aveva all'ordine del giorno le direttive da impartire alla SAC per la ormai più che famigerata vendita dell'aeroporto di Catania.
La notizia riuscimmo ad anticiparla perché confidata da più di un consigliere presente alla seduta (ed anche alla conferenza stampa) che raccontava, tra l'altro, anche di toni tesissimi in merito proprio alla gestione dell'aeroporto.
Fatto sta che la inattesa presentazione delle dimissioni di Agen ha provocato lo scioglimento della seduta e le "stringenti direttive" sulla vendita non sono state approvate: prevedevano tra le clausole un prezzo di vendita fissato ad un miliardo di euro, che gli esperti giudicano decisamente fuori mercato ed apre ad ipotesi fondate sulle effettive ragioni di questo iter di privatizzazione che intanto continua a macinare spese per consulenze ed incarichi vari.
La conferenza stampa è stato un monologo a tratti imbarazzante per contenuti ed affermazioni che confermano la caratura del personaggio, con una serie di messaggi lanciati a destra e manca e ricostruzioni di fatti quantomeno fantasiose.
Per dovere di cronaca riportiamo che sulla gestione dell'aeroporto Agen smentisce frizioni e rivendica la nomina dell'attuale governance con Torrisi amministratore delegato "che noi abbiamo voluto": se ne prende atto ed in effetti è un dato significativo.
Poi, è qui si fa interessante, arriva ad affermare che le sue dimissioni sarebbero state presentate sol perché agli inizi di settembre il suo mandato scade e "quindi non ha senso continuare": strano che se ne sia accorto adesso e sino a qualche giorno fa sono stati presentati ricorsi contro l'iter di scorporo sancito dalla legge e che sono costati alla Camera di Commercio circa 28 mila euro di denaro pubblico per spese legali.
E a proposito di spese legali, si è appreso che i "rimborsi agli amministratori" di cui abbiamo scritto in realtà si riferivano ad un solo amministratore, cioè lui: sono maestri nel mistificare e nascondere, lo hanno già fatto negando accesso agli atti sui "contributi familiari" e con tanto di distrazione epistolare, e adesso usano un plurale nell'oggetto e secretando la delibera.
Tuttavia questi rimborsi ad Agen, ricostruisce lui stesso, non si riferiscono alla vicenda amministrativa sul commissariamento quanto ad una serie di procedimenti penali subìti da Agen e dai quali, giustamente, si vanta essere uscito vittorioso.
Tra questi cita anche quello intentato da noi, che lo abbiamo denunciato per diffamazione per affermazioni fatte sul "giornalino" e che il PM ha ritenuto da archiviare perché Agen non aveva avuto neanche il coraggio di citarci esplicitamente e quindi non risultavamo identificabili come parte offesa. Per dovere di cronaca, non ci risulta la decisione del GIP in merito ma ne prendiamo atto.
Del resto quello di lanciare fango col dire senza dire, senza così assumersi le responsabilità, è tipico del personaggio: come quando blatera di tangenti senza mai chiarire o come fatto anche ieri nel corso delle interviste post conferenza quando, riferendosi alle prese di posizione di Cateno De Luca sull'aeroporto ha insinuato interessi vari senza però avere il coraggio di esplicitarli.
A sentire Agen, pare sia stato prosciolto anche per la strana vicenda del contributo, in calce ne riportiamo la saga, concesso dalla Camera di Commercio di cui era presidente alla sua stessa associazione.
A quanto pare, lo afferma lui, avrebbe anche ricevuto i complimenti della Guardia di Finanza che avrebbe segnalato che alla sua stessa associazione, presieduta dal figlio e con soci moglie e nuora, avrebbe anche potuto dare il 40% in più: grazie tante per il risparmio.
Non si sa come sia stato giustificato che a rendicontare le spese per ottenere la liquidazione di soldi pubblici sia stata una società i cui titolari sono soci del figlio di Agen in altra azienda con sede in via Mandrà, che è la sede della ConfCommercio.
Magari anche per questo avrà ricevuto i complimenti della Guardia di Finanza o di qualche PM, e se lo dice lui ci crediamo.
Al di là delle affermazioni di Agen, a margine risultano presentate anche le dimissioni del consigliere Riccardo Galimberti, già presidente della ConfCommercio di Catania e considerato da sempre il più vicino allo stesso Agen.
Riccardo Galimberti, nella sua lunga lettera, segnala il ruolo preponderante del "Sistema ConfCommercio" nella gestione delle vicende di potere camerali e non solo.
Scrive infatti che "Il mondo di Confcommercio ha avuto : Due volte AD sac dott. Nico Torrisi;
Un componente di giunta Dr Fabio Scaccia successivamente consigliere di amministrazione SAC ( qua aggiungo una nota mia personale di sincero dispiacere in quanto lo Scaccia ottimo elemento combattivo , grande industriale, già presidente di Confindustria , ingiustamente e grossolanamente combattuto, non ha trovato poi sia con la giunta che con il cda Sac un corretto feeling , peccato perché lo ritengo , ancora oggi , una risorsa IMPORTANTE per la città ),
Due Vicepresidenti camerali per territorio ( Siracusa e Ragusa) Enza Privitera e Salvatore Guastella, naturalmente anche componenti di giunta ed anche componenti del cda di SOACO per due mandati.
Un componente Sandro Romano del cda di Sac Service
Un componente del cda di SOACO Dibennardo."
Non c'è male, e considerati i risultati che lo stesso Galimberti stigmatizza, forse ci sarebbe da rivedere qualcosa.
Infatti è lo stesso consigliere dimissionario che segnala coraggiosamente ed onestamente le ragioni delle sue dimissioni, che si sintetizzano nella dichiarazione di totale fallimento della Camera di Comercio che in oltre quattro anni di gestione Agen non è riuscita a raggiungere neanche uno degli obiettivi strategici fissati, a parte quelli di occupazione di potere descritti sopra: e questo alla fine, è quello che conta ed è inconfutabile. Lo dice chiaramente il suo più fedele braccio destro!
Tutto il resto sono chiacchiere.
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