Questa della Camera di Commercio del Sud Est è una storia pazzesca, tutta italiota, di quelle emblematiche di una repubblica delle banane senza alcun futuro.
Si tratta di un'ente pubblico che dallo scorso luglio (2021) una legge dello Stato ha abrogato e che sopravvive solo grazie all'incredibile inettitudine del ministro leghista allo Sviluppo (sic!) Economico Giancarlo Giorgetti e del suo staff (sicsic!) che non è capace neanche di redigere un banalissimo decreto di commissariamento.
Anzi, non uno ma ben due ne hanno sbagliati, nonostante le chiarisisme indicazioni date da TAR e CGA che praticamente gli avevano indicato come scriverlo un decreto corretto: ma loro, gli "scienziati governativi", sono riusciti a sbagliarlo di nuovo e quindi a farselo ribocciare.
E passa per "bocconiano" questo Giorgetti: meno male.
E qua la domanda sorge spontanea: ma se uno che fa il Ministro per lo Sviluppo Economico non riesce ad emanare neanche un decreto così cretino, che cosa è capace di combinare con dossier di ben altra importanza?
Ammesso che questo della camera di Commercio del Sud Est, uno dei bacini più popolosi e complessi d'Italia, non lo sia...
Ma la domanda ci riporta ad un'altra che abbiamo posto nientemeno nel novembre del 2019 al termine di una nostra inchiesta che dimostrava, DOCUMENTALMENTE, come soldi pubblici della Camera di Commercio erano finiti direttamente sul conto corrente di un'associazione della famiglia del presidente della stessa camera di Commercio del Sud Est, il "massone in sonno sveglissimo" Pietro Agen, addirittura presiduta, l'associazione, dal figlio Vasco con soci la madre, la sorella e la moglie...
Fantastico, in qualsiasi città del mondo non sarebbe stato suggestivo e neanche esagerato, anzi, attendersi quantomeno un'interdizione e invece lo hanno promosso, Agen padre, mettendolo nel comitato nazionale di UnionCamere.
E ne abbiamo documentate a bizzeffe, alcune le trovate in calce, comprese storie di tangenti, almeno due, mai chiarite: da rimanere atterriti.
Ma ormai è chiaro, siamo a Catania ed evidentemente i soggetti assonnati, veri o sedicenti, ma sveglissimi quando si tratta di fattacci loro, evidentemente sono ancora in troppi.
Abbiamo divagato, ma capita quando le storie si intrecciano, quelle tra CamCom e SAC sono da romanzo noir, e ancora di più quando si tratta di storiacce.
Torniamo alla notizia che si collega a quanto si diceva all'inizio a proposito dell'inettitudine di un ministro della Repubblica incapace di fare un decreto, anzi due.
Si parlava del leghista-bocconiano, che detta così è un ossimoro, Giancarlo Giorgetti e della comica storia del commissariamento strabocciato della Camera di Commercio del Sud Est.
Abbiamo raccontato come gli "amministratori" della "Camera di Commercio che non c'è più", per tornare in sella e continuare, nonostante un bilancio in costante deficit, a dare contributi (nei giorni scorsi 5 mila ai "ragusani nel mondo" e 50 mila all'INDA, ad esempio) oltre aumentare le tasse alle imprese, capitanati da Agen, hanno presentato una serie di ricorsi a TAR e CGA che hanno certificato quanto è scarso questo Giorgetti.
Infatti, il ministero di Giorgetti si è opposto a modo suo alla bocciatura dei suoi decreti ed i giudici amministrativi gli hanno fatto un marameo che è peggio di quello che Ficarra e Picone hanno fatto ieri a Nello Musumeci durante la chiusura di Taobuk a Taormina: roba da rimanere sconcertati per la vergogna.
In qualsiasi paese civile dopo una figura come quella rimediata dal leghista Giorgetti bocciato due volte, qualsiasi ministro sarebbe stato mandato a zappare, in Italia lo mandiamo magari a Davos.
Ora, tutti questi ricorsi, intentati dagli ex amministratori della "Camera di Commercio che non c'è più" per far annullare i maldestri commissariamenti di Giorgetti, ovviamente avranno avuto un costo, magari non quanto saranno costate le querele temerarie contro Sudpress dei consoci di Agen in SAC, Torrisi & C. per intenderci, ma di sicuro un costo non indifferente qualcuno dovrà pagarlo.
E chi?
Ed ecco che spunta una delibera adottata dalla giunta della "Camera di Commercio che non c'è più", da quegli stessi "amministratori" che hanno presentato i ricorsi di cui sopra.
Giovedì 9 giugno all'albo pretorio della "Camera di Commercio che non c'è più", attualmente "amministrata" dagli stessi che erano stati commissariati e di conseguenza decaduti, viene pubblicata una delibera adottata dalla giunta camerale in data 1 giugno, chissà perché la pubblicano 8 giorni dopo:
Si tratta della delibera 27 del 2022 e l'oggetto appare subito interessante, molto interessante: RICHIESTA RIMBORSO SPESE LEGALI AMMINISTRATORI.
E di quali "amministratori" si tratta? E per quali "spese legali"?
Andiamo a vedere seguendo il link corrispondente e la sorpresa è di quelle che ci si butta a terra dalle risate:
Ma non è una meraviglia? Avete capito?
Questi soggetti, non si sa bene chi e che tipo di "rimborsi per spese legali" hanno chiesto (manco a dirlo presentiamo subito accesso agli atti), pur trattandosi di maledettissimi soldacci pubblici del cui uso dovrebbero SEMPRE rendere conto (se no si rischia che vanno a finire ai propri figli), hanno pensato bene di SECRETARE la delibera, con l'avallo di chi, pubblico ufficiale, dovrebbe garantire trasparenza e legalità, perché secondo loro conterrebbe dati sensibili.
E certo che ci sono dati sensibili, sensibilissimi: magari, e sarebbe assurdo, vuoi vedere che si sono pagati anche i loro ricorsi con i soldi pubblici della Camera di Commercio?
Il fatto che hanno secretato la delibera autorizza ad ipotizzarlo, per quanto incredibile possa apparire.
Del resto, da soggetti che danno soldi alle associazioni dei propri membri, ci si può aspettare di tutto...
MA CHE DOBBIAMO SCRIVERE DI PIÚ?
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