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“Non chiamatela Cannabis”. Il BioGeneration Team a scuola di OpenCoesione

11-04-2022 23:15

Giornalisti del Futuro

Cronaca, Focus, Il Mediterraneo in miniatura,

“Non chiamatela Cannabis”. Il BioGeneration Team a scuola di OpenCoesione

Con questo progetto il Team è stato ammesso alla competizione nazionale ASOC, “A Scuola di OpenCoesione”

biogeneration-team.jpeg

di Estefany Fernandes Diogenes e Marco Valastro

 

Qualcuno potrebbe pensare che la canapa e la cannabis siano la medesima cosa e questo pregiudizio condiziona la percezione comune nei confronti di quella grande risorsa energetica, alimentare, cartaria ma anche tessile, cosmetica, farmaceutica e della bioedilizia che è la canapa. 

 

Il gruppo di un gruppo costituito da ragazze e ragazzi delle classi 4E e 4AS del Liceo Statale Archimede di Acireale denominato BioGeneration Team - nell’ambito dei progetti OpenCoesione - ha scelto di monitorare il progetto UNIHEMP che riguarda la “conversione della canapa industriale in prodotti biochimici e in energia” come ci racconta Mattia Maugeri , social media manager del team. 


Con questo progetto il Team è stato ammesso alla competizione nazionale ASOC, “A Scuola di OpenCoesione”. Promosso dal MIUR, Ministero dell’istruzione, direzione generale per il coordinamento, la promozione e la valorizzazione della ricerca, e finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, FESR, questo progetto presenta come beneficiario il CREA, Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria, con sede ad Acireale.
Impresa complessa, ma non per questi ragazzi che affidano al nome del loro team un significato ben preciso:  Generazione bio, con il compito di studiare gli utilizzi della canapa dal punto di vista ecologico e sostenibile, per cambiare ed orientare il futuro verso un mercato più ecocompatibile. 


Il 18 marzo scorso li abbiamo incontrati e abbiamo appreso dal loro Data Journalism, curato dagli storytellers Di Bella Giulia e Busà Matteo e dai bloggers, Aiello Giorgio, Lo Grasso Sofia e Barbagallo Sebastiano, che “la canapa è una pianta largamente versatile, oltre ad essere una delle colture più antiche del mondo”. 


Manuela Proto, designer, ci ha spiegato che la farina di semi di canapa porta dei benefici alla salute - tanto che il suo regolare consumo previene problemi cardiovascolari e patologie metaboliche - e che può essere consumata anche dai celiaci essendo naturalmentenaturalemente priva di glutine.

 

L’olio di semi di canapa è ricco di acidi grassi essenziali - tra cui l’omega 3, 6 e 9 - e presenta proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e immunostimolanti. È diffuso come integratore alimentare, nella produzione di prodotti farmaceutici e cosmetici.

Inoltre dalla canapa è possibile produrre energia, grazie alla biomassa della pianta stessa; e persino tessuti e biomattoni, che sono considerati attualmente il miglior prodotto nel settore dell’architettura sostenibile. 


Il team ha indagato anche la radice della coltivazione della canapa grazie all’incontro con il responsabile scientifico di questo progetto ad Acireale, Nino Virzì.

 

L’apparato radicale della canapa, scavando molto in profondità, è in grado di trovare l’acqua per le piante che non possono raggiungerla, inoltre avendo un’espansione notevole nel fogliame, diventa alta e creare competizione con le erbacce e di conseguenza non richiede dei trattamenti specifici. 


Tutte le informazioni che Biogeneration Team ci ha trasmesso sono il frutto della comunicazione con gli esperti Roberta Paris, biotecnologa vegetale e responsabile scientifica del progetto UNIHEMP a Bologna e Giuseppe Cannazza, chimico farmaceutico coordinatore nazionale dell’intero progetto. 
Da essi i ragazzi hanno appreso che, se da una parte la canapa ha tanti pro, dall’altra presenta un grande contro: il prezzo.

 

Confrontando la farina di canapa con quella 00 e quella di semola, la prima risulta più dispendiosa poiché 500 g di essa hanno un costo compreso tra 2 e 6 euro mentre le altre due tra i 0,30 e un euro. Per di più ogni 200 ml di crema ad olio di canapa costano tra gli 8 e 15 euro, mentre una qualsiasi altra crema viso ha un costo che oscilla tra 3 e 20 euro.
 

Tuttavia, ignorare le potenzialità di questa risorsa impedisce la sua diffusione. 

 

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Fino agli anni 50 l’Italia era uno dei maggiori produttori di canapa, oggi, invece, bisogna cominciare da zero e il progetto UNIHEMP, come gli altri legati alla canapa, essendo allo stadioto iniziale della filiera non porterà a niente di concreto subito. Ci vorrà del tempo” ci dice Francesco Di Guardo sollevando un’opportunità di riflessione sulla necessità di agire e di divulgare le conoscenze sulla canapa.

“Questo progetto è solo teorico con qualche ramificazione pratica - gli fa eco Domenico Corvaia - dunque i finanziamenti servono al progetto in sé e non per la realizzazione concreta del consumo della canapa nelle aziende”. 


Con i dati raccolti e il materiale eaborato, BioGeneration Team si impegna a formare dei cittadini coscienti della presenza di una risorsa sostenibile che in futuro potrebbe sostituire quelle inquinanti al fine di salvaguardare il pianeta Terra.

 

E tutto avviene partendo dalla semplice distinzione tra canapa e cannabis. 

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