Ci risiamo, quando il sedicente massone in sonno Pietro Agen si trova in difficoltà prova a risvegliarsi sparandola grossa, non è la prima volta e probabilmente non sarà l'ultima.
L'ultima difficoltà che è piombata sui sogni imperiali suoi e del suo "Sistema ConfCommercio Catania" con tutti i suoi sodali inspiegabilmente in posti chiave pubblici, è il commissariamento della Camera di Commercio del Sud Est, che era la tolda di comando dalla quale controllava fette consistenti del potere locale, a partire dalla SAC che gestisce l'aeroporto di Catania su cui esercita il controllo analogo, di cui ha nominato presidente, amministratore delegato e la maggioranza del CdA e ne ha consentito una gestione che raccontiamo da tempo subendo di tutto.
Come abbiamo già scritto e ricordiamo a seguire, il signor Agen periodicamente denuncia addirittura tangenti o millanta rapporti inquietanti, mentre alla fine sinora l'unico beccato con le mani sue e della sua famiglia nella marmellata è proprio lui.
Ma andiamo alla notizia.
Il 29 gennaio il signor Agen partecipa ad una trasmissione televisiva dell'emittente "In Sicilia", ad intervistarlo un perplesso Angelo Di Natale che è costretto a farsi ripetere la papalata:
Alla domanda dell'intervistatore, l'ex presidente della Camera di Commercio Agen risponde che sarebbe a conoscenza nientemeno che di una tangente sulla vendita dell'aeroporto di Catania, che ne avrebbe persino le prove e, dulcis in fundo, che avrebbe "riferito a chi di dovere"....
Se non gestisse poteri e ruoli di rilevanza pubblica, potrebbe anche fare tenerezza; in realtà l'unica prova che si ricava è che il servizio sanitario non funziona perché se funzionasse davvero un trattamento obbligatorio sarebbe il minimo.
Anche perché è recidivo.
Infatti, un altro momento di grande difficoltà capitò al signor Agen quando perse la vice presidenza nazionale della ConfCommercio a seguito di un violentissimo ed anche inquietante scontro con l'allora presidente nazionale Sangalli.
Anche in quell'occasione Agen parlò di una tangente, addirittura da tre milioni l'anno: circostanza mai chiarita mentre in merito alla accuse lanciate al presidente Sangalli furono poi ribaltate dalla magistratura e ritenute addirittura un complotto calunnioso ai suoi danni.
Brutta storia.
In una recente intervista sul quotidiano La Sicilia del 22 gennaio a firma della brava Maria Elena Quaiotti, commentando il recente commissariamento e la sua defenestrazione ha testualmente affermato: "Nessuno conosce i programmi dei commissari (Pucci Giuffrida e Massimo Conigliaro, ndr), anche perché credo non ne abbiano. Di certo io alla Magistratura raccomanderò di tenere gli occhi aperti, la sensazione è che si voglia riproporre l'era di assunzioni facili e tangenti. Il vero obiettivo lo sanno tutti è SAC"...dichiarazioni gravissime, al limite del delirio, anche perché gestiscono loro l'aeroporto almeno dal 2016 e lo avevano già gestito in passato, quindi di quali tangenti parla?
Mentre per quanto riguarda le "assunzioni facili" in ambito SAC, quella che ancora non siamo riusciti a capire come sia avvenuta riguarda il figlio della sorella dello stesso Agen, cioè suo nipote Simone Lucarelli.
Mentre, tornando alle uniche mani sulla marmellata sinora pescate, per quanto riguarda gli interessi privati in cose pubbliche rimarrà clamorosa la vicenda del contributo di 15 mila euro della Camera di Commercio presieduta da Agen finito all'associazione presieduta dal figlio Vasco e con soci moglie, figlia e nuora.
Cose che solo a Catania...
Per non dire dell'altra storia assurda delle fiere organizzate da una società del "Sistema ConfCommercio", sempre col figlio amministratore, organizzate al Centro Ingrosso di Bicocca che dovrebbe essere del Comune ma lo affittano altri...
Speriamo che almeno questa tangente sulla vendita dell'aeroporto di Catania si chiarisca al più presto, in un modo o nell'altro.
E se non è vero, se queste "prove" non ci sono, "chi di dovere" provveda ad impedire che certa gente che propala allarmi, minacce, messaggi trasversali, intimidazioni, millanterie varie quando le uniche prove sono a loro carico, possa ricoprire incarichi pubblici o di pubblica rilevanza, perché quando è troppo è troppo e i danni adesso sono esagerati.
Davvero, non se ne può più...
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