Anche stavolta la notizia è di quelle apparentemente semplici semplici: il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, pur con un ritardo di oltre sei mesi, ha finalmente firmato il decreto di commissariamento della Camera di Commercio del Sud Est mandando a casa l'incredibile governance capitananta dal massone in sonno già impiegato della ConfCommercio di Imperia e diventato inspiegabilmente imperatore alle falde dell'Etna Pietro Agen, leader locale di quella ConfCommercio di Catania dai mille affari, anch'essi più volte raccontati.
In realtà tanto semplice la partita non è stata, anzi proprio per niente.
Anche perché quella catanese è una realtà in cui emeriti scecchi, certificati come tali persino da recentissime sentenze che confermano la verità delle notizie pubblicate, una volta preso in maniera rocambolesca un potere pubblico o di pubblica derivazione, ne fanno scempio utilizzandone spregiudicatamente le risorse e, affidando consulenze e incarichi a chi di dovere, riescono a mantenersi indisturbati ed impuniti in posizioni di privilegio per anni, arrivando persino, almeno sino a che dura la giostra, a trasformare propri "famigli", personaggi da barzellette alcoliche prima a reddito praticamente zero e in regime forfettario, in improbabili "professionisti di successo".
Fino a che, essendo castelli di carta, al soffio giusto finiscono nel fango.
Ma questo è il contesto generale, ognuno può interpretretarne i riferimenti come più gli aggrada: Catania è un paesazzo, si sa.
E in questo "Sistema", che ha trasformato una delle città potenzialmente più belle e ricche del mondo in un ammasso di rifiuti e miseria economica, sociale e morale, in questi ultimi anni è accaduto di tutto e tutto o quasi è stato raccontato senza che tuttavia si riuscisse a scalfire un potere talmente autoreferenziale che arrivava alla spudoratezza di assegnare soldi pubblici a proprie associazioni come ad utilizzare ogni spazio pubblico occupato per fare affari privati, dove arrivano ad avere ruolo persino le vendite di cestini natalizi: tutto fa brodo per fare rete.
Quando infatti si arriva a trasformare in bancomat privati enti e aziende pubbliche, di affidamento in affidamento, di proroga in proroga, di incarico in incarico, si riesce, pur con zero abilità se non psicotica spregiudicatezza, a crearsi una rete di protezione, a prescindere persino dalla consapevole adesione dei beneficiari, almeno di alcuni: e si procede di millanteria in millanteria.
Dichiarazioni a verbale, curricula surreali e foto cerimoniali ne sono prove inconfutabili.
Tutto gira fino a che accade qualcosa di inimmaginabile, sottovalutato, persino deriso da chi è ormai in pieno delirio di onnipotenza.
Infatti quest'estate, in una delle estati più difficili per l'intero pianeta a causa di una pandemia che lo ha sconvolto, dall'antica Syracuse parte inaspettata una contro offensiva che ha come unica arma l'inventiva e l'intelligenza di, e non poteva essere altrimenti, una donna che evidentemente la Politica sa farla davvero, quella dove contano le teste piuttosto che i numeri: Stefania Prestigiacomo.
Inutile ricordarne il percorso, in Sicilia la conosciamo tutti e non solo per l'elegante fascino: deputato tra i fondatori di Forza Italia nell'isola ai tempi del 61 a 0, è stata anche ministro.
Prestigiacomo, e non solo lei ovviamente, non ha mai digerito lo strapotere assunto dal "Sistema ConfCommercio" catanese nel controllo delle Camere di Commercio e, di conseguenza, nella gestione dell'aeroporto di Catania che è la madre di troppi poteri e molti affari.
La facciamo breve perché l'abbiamo raccontata e siamo ormai all'epilogo: Stefania Prestigiacomo coglie l'attimo e si inventa, coinvolgendo anche Nino Minardo neo proconsole leghista in Sicilia ed i deputati Raciti e Ficara, un emendamento ad una legge dello Stato imponendo lo scioglimento della Super Camera di Commercio del Sud Est, quella presieduta dal presidente del "Sistema ConfCommercio Catania" Pietro Agen che ha nominato il vice presidente dello stesso "Sistema ConfCommercio Catania" Nico Torrisi quale amministratore delegato dell'aeroporto di Catania. Appunto.
L'emendamento, al di là della previsione di nuovi ambiti territoriali per le Camere siciliane che verrà successivamente, comporta il commissariamento di quella del Sud Est: e questa è la notizia delle ultime ore, con la firma del decreto di nomina di due professionisti che sono riusciti a superare le notti dei lunghi coltelli che ne hanno ritardato sino a questo momento l'insediamento.
Si tratta di due professionisti di chiara fama, il siracusano Massimo Conigliaro ed il catanese Pucci Giuffrida, che saranno chiamati a risolvere più di qualche questione, magari finalmente qualche risposta, ed ai quali consigliamo di rafforzare subito gli uffici del Controllo Analogo sulle partecipate: ci sarà parecchio lavoro.
Non pochi nella privacy delle varie chat segnalano gli stantii tentativi di contro reazione con il passaggio di deputati di paese da un partito all'altro, da sinistra a destra nel tentativo disperato di mantenere posizioni ormai superate dai nuovi equilibri regionali: leader a capo di "parlamenti più antichi del mondo" evidentemente invecchiati e smarriti di lucidità non stanno capendo che i tempi sono cambiati e danno peso a personaggi che non contano più niente e rischiano di provocare più danni che i benefici attesi dalla somma di preferenze che non ci saranno.
Ma questa è un'altra partita appena cominciata.
Intanto Prestigiacomo si gode il trionfo ed il riconoscimento di una capacità ed un ruolo, come detto, evidentemente sottovalutati e che adesso assumono nuove prospettive: ‘Il Ministro dello sviluppo economico - ha dichiarato a caldo - ha firmato i decreti di nomina dei commissari per le Camere di Commercio siciliane che sono state riformate in forza dell’emendamento da me presentato assieme ai colleghi Minardo Raciti e Ficara e approvato dal Parlamento ad amplississima maggioranza.
Non esiste più la Super-Camera di Commercio della Sicilia Orientale, ma la camera di Commercio di Catania dove finalmente potranno avere maggiore peso le categorie produttive metropolitane mentre le camere di commercio di Siracusa e Ragusa, sono state associate ad una piu grande Camera di Commercio “a cinque” che riunisce anche le province di Trapani, Agrigento, Caltanissetta.
Massimo Conigliaro è stato nominato commissario della Camera di Commercio “a cinque” mentre Giuseppe Giuffrida guiderà la CamCom di Catania.
Con questo atto, che dà esecuzione ad una scelta del Parlamento, è stata riconosciuta la specificità e la diversità delle esigenze della Sicilia sud-orientale che per storia, economia, vocazione sono diverse da quelle, certamente importanti ma diverse dall’area etnea.
Da questo momento sono quindi decaduti tutti gli organi che gestivano le Camere di Commercio commissariate, compresi i revisori dei conti, e ci sarà anche l’opportunità per fare chiarezza sui molti temi sul tappeto, oggetto nei mesi scorsi di un confronto anche aspro.
Ringrazio il ministro Giorgetti per l’attenzione dedicata ai nostri territori di cui ha compreso le ragioni dopo anni di totale chiusura. Si apre adesso una pagina nuova per la rappresentanze delle imprese e di tutto il mondo produttivo e del commercio della Sicilia sud-orientale alle prese con la difficile fase economica che stiamo attraversando e che ha quindi di una gestione dedicata e concentrata su ciò di cui i territori hanno bisogno per ripartire e riprendere un percorso di crescita socio-economica. Avremo modo piu avanti di valutare se questo assetto sarà soddisfacente o se saranno necessari ulteriori interventi.’
Sin qui la prima reazione della maggiore protagonista della vicenda, che assumerà importanza via via nel prosieguo, mentre cominciano a posizionarsi le altre componenti di una battaglia che è appena cominciata e si annuncia interessante.
Infatti, a margine di una conferenza sulla fusione degli aeroporti Catania-Comiso che il presidente della regione Nello Musumeci, come se non avesse altri pensieri ed ormai evidentemente impegnato a salire su tutti i carri perdenti, proprio in questi momenti concitati ha voluto tenere a Palazzo della Regione per significare chissà cosa, sono scesi in campo altri protagonisti dell'eterna contesa sulla privqtizzazione della SAC.
“C’è una nota di testardaggine nel voler portare avanti una privatizzazione che nessuno vuole e che non serve certamente alla Sicilia,” Ha dichiarato infatti Claudio Melchiorre presidente del Movimento Elettori e Consumatori e dei Comitati dei viaggiatori VUSSIA. Uno dei passaggi preliminari per la vendita di SAC pare essere infatti l’incorporazione di SOACO in SAC. “Peccato che questa incorporazione, a nostro avviso, non si possa fare.”
Secondo i consumatori e i viaggiatori, Statuto e Concessione aeroportuale di Comiso si basano su due pilastri: la possibilità di revocare la concessione al gestore, se chiude bilanci negativi per tre esercizi consecutivi, e il controllo costante della Pubblica Amministrazione sulla gestione aeroportuale. Con la incorporazione, questi pilastri sarebbero surrettiziamente demoliti. “Poiché il superamento delle clausole e garanzie poste da concessione e statuto di Soaco rappresentano un valore economico importante, così come l’attività economica aeroportuale, la loro perdita rappresenta un danno erariale ingente che ricadrebbe su chiunque approvasse, a nostro avviso commettendo peraltro un illecito, una simile proposta.”
Melchiorre aggiunge: “Se l’idea di una rete aeroportuale avesse un senso, dovrebbe in ogni caso essere pianificata da un ente politico. Subirla attraverso le decisioni di una società controllata da commissari speciali appena nominati e che di conseguenza hanno appena preso visione dei problemi connessi alla gestione aeroportuale, sembra scorretto e persino una forzatura.”
Secondo i consumatori, oltre ai dieci milioni di passeggeri totalizzati in tempi normali da SAC, Soaco potrebbe totalizzarne almeno altri tre milioni. “Sono numeri che discendono dalle previsioni dell’andamento del traffico europeo in tempi normali ma, guarda caso, mentre gli altri aeroporti siciliani crescono, l’unica cenerentola è Comiso. Curioso immaginare che lo stesso soggetto che è allo stesso tempo maggiore creditore di Soaco, suo controllore diretto è anche l’incorporatore, cioè beneficiario dell’operazione ai danni della collettività e soprattutto della comunità comisana. Tra l’altro, tale procedura pare configurare un grave reato penale societario, se si dovesse proseguire su questa strada.
Mec e Vussia annunciano quindi battaglia. “Il nostro obiettivo è quello di risparmiare a consiglieri comunali, sindaci, presidente della regione e persino agli amministratori delle società coinvolte di dover rispondere personalmente del danno erariale che sembra profilarsi. Personalmente – conclude Melchiorre- avrei oltretutto molte perplessità, a proseguire con un assetto societario che si formò in un’epoca che molti chiamano ‘Montante’, personaggio rinviato a giudizio per reati di una certa gravità. Quanto meno per ragioni di mera opportunità politica sarebbe utile una netta cesura con quel tempo, in modo da ricostruire quel clima di fiducia e collaborazione che consenta davvero alla Sicilia, alle imprese, ai consumatori di tornare a produrre ricchezza.”
Mec e Vussia hanno inviato una nota di segnalazione a Procura della Corte dei Conti, alle autorità per la concorrenza italiana e comunitaria, alla regione, ai commissari delle camere di commercio coinvolte, ai sindaci, all’ENAC, all’Agenzia del Demanio, al Parlamento regionale e alle procure di Catania, Ragusa e Siracusa.
Insomma, la resa dei conti è appena cominciata...
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