Bellissimi questi nostri ragazzi
che manifestano pacificamente,
sostenuti dai loro docenti,
per chiedere solo un minimo di decenza,
un minimo di intelligenza,
un minimo di onestà
a chi dovrebbe preparare il loro futuro
e invece lo sta distruggendo.

Un breve corteo, partito dalla sede centrale di via Vittorio Emanuele, che si è diretto verso piazza SS. Cosma e Damiano. Una protesta ordinata, fatta di cori e striscioni per chiedere una cosa talmente ovvia da sembrare quasi stupida: una scuola sicura.
Una scuola dove il tetto non ti caschi in testa.
Una scuola dove tornare a socializzare senza la paura di rimetterci la vita.
29 aule dichiarate inagibili, 600 studenti senza un banco: questo il risultato delle verifiche compiute dai Vigili del Fuoco dopo il crollo del tetto di cui abbiamo scritto nei giorni scorsi: ennesimo scandalo di una città in cui non funziona niente.
È quindi la protesta di ieri organizzata dagli studenti del liceo scientifico “E. Boggio Lera” impossibilitati a rientrare in classe a seguito del crollo del tetto di una delle ale dell’istituto. Evento che non è diventato tragico solo perché avvenuto di notte, quando in aula non vi erano studenti.
“Siamo ancora una volta privati di quella che è la nostra seconda mamma, il luogo che più di tutti gli altri ci forma nel corso della vita”, dichiara ai microfoni di SUD Giorgio Pasceri, rappresentante d’istituto.
“Entrare a scuola e avere paura di fare lezione è inammissibile e penso non succedeva dai tempi della guerra” prosegue.
E mentre i loro compagni gridano “Siamo qua perché vogliamo un altro tipo di città", Federico Ventura, studente del Boggio Lera, ci spiega: “Chiediamo alle istituzioni chiediamo più sicurezza e fondi per ristrutturare le scuole che in tutta la città cadono a pezzi. Vogliamo libertà e la serenità di poter studiare nelle nostre aule”.
Gli striscioni sono emblematici, con frasi che non sono slogan, ma profonde riflessioni alle quali gli amministratori dovrebbero prestare molta attenzione.
Al fianco degli studenti i docenti: “Il tetto crolla e tutta la comunità scolastica scende in piazza”, ci spiega Nino De Cristoforo, docente del liceo Boggio Lera.
“In piazza ci sono sì gli studenti ma anche i genitori, i docenti e il personale scolastico. Il consiglio d’istituto chiede una risposta immediata a questa situazione tragica: è incredibile che dopo tutto quello che è successo a Catania a seguito della situazione meteorologica i controlli sulle scuole siano stati insufficienti e precari. Siamo in una situazione drammatica. Non possiamo garantire il diritto allo studio. Chiediamo misure immediate ed eccezionali, un luogo dove fare scuola e che comincino nel più breve tempo possibile i lavori per ristrutturare ciò che è crollato”.
Nonostante gli oltre 3 milioni di euro stanziati in questi anni per la ristrutturazione, infatti, solo una parte dell’istituto è stata oggetto di ristrutturazione e ovviamente non è quella che è stata oggetto di cedimento.
“Il problema - spiega ancora De Cristoforo - è che i fondi per l’edilizia scolastica sono in generale molto pochi. Due terzi delle scuole italiane sono state costruite prima del del 1976, con criteri di spazi e sicurezza che oggi non vanno più bene e solo lo 0,7% del Fondo Resilienza del Governo Draghi è usato per eliminare le classi pollaio, ad esempio. O si pone rimedio o episodi come quello del Boggio Lera purtroppo si ripeteranno nel tempo”.
Gli studenti hanno le idee chiare:
“Città Metropolitana FANTASMA”.
“Ecco la conseguenza della VOSTRA negligenza”
“Avete creato VOI l’emergenza non saremo noi a pagarla”















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