Si arretra sempre nelle cose sbagliate.
L’Ateneo catanese toglie agli studenti la didattica mista.
L’emergenza Coronavirus nella sua fase più acuta ci aveva insegnato come la tecnologia, ben organizzata, potesse colmare distanze fisiche e sociali.
Anche l’Università di Catania, così come quelle del resto d’Italia si era adeguata alla didattica a distanza. Una novità che come tutte le novità aveva portato con sé una buona dose di difficoltà e di resistenze iniziali, ma che è stata uno strumento fondamentale per poter proseguire l’anno accademico senza troppi intoppi.
Con la prima riapertura in primavera gli studenti hanno dovuto però spingere e spronare l'amministrazione universitaria al ripristino controllato di alcune attività e servizi in presenza - quali lezioni, aule studio, biblioteche, ricevimento docenti ed esami - che faticavano a ripartire e che sono di vitale importanza per la vita di tanti studenti universitari che hanno proprio in queste attività occasione di relazione e scambio con i colleghi.
Ad oggi ci si ritrova nella condizione inversa: gli studenti potrebbero presto essere privati della possibilità, essenziale per tanti, di seguire a distanza le lezioni.
La comunicazione è arrivata il 21 settembre, insieme con il calendario accademico che prevede l'inizio ufficiale delle lezioni al 4 di ottobre.
La lettera del Rettore Priolo che ha per oggetto “Misure per il contenimento e la gestione dell'emergenza epidemiologica” determina infatti che per l’anno accademico 2021/2022 “tutte le lezioni si svolgeranno in presenza con distanziamento e prenotazione del posto in aula. La modalità mista (cioè in presenza e simultaneamente a distanza) sarà attivata in tutti quei casi in cui non sia possibile garantire — per ragioni di sicurezza e/o per insufficiente capienza delle aule — il posto in aula a tutti coloro che frequentano il corso”.
Insomma, al centro di tutto non ci sono gli studenti, ma le esigenze logistiche dell’Ateneo.
E questo nonostante sia un anno comunque complesso in cui a causa delle difficoltà economiche delle famiglie non tutti sono in grado di gestire spostamenti, affitti, vita da fuori sede. E nonostante ci siano studenti fragili o con necessità familiari e lavorative che erano riusciti a vivere al meglio la vita universitaria proprio grazie alla didattica a distanza.
La DAD sarà eliminata con la fine di ottobre.
Nel fratempo invece altre università italiane, come l’università di Padova hanno fatto della didattica mista un fiore all’occhiello:
“La nostra didattica nuova, ossia mista in presenza e online - scrive ad esempio l’Università di Padova - è solo la prosecuzione del salto tecnologico che avevamo già iniziato in questi anni e che abbiamo completato a causa del Covid-19”.
Per non parlare delle università straniere che con la prosecuzione della didattica a distanza sono riuscite a mantenere il tasso di iscritti stranieri che diversamente avrebbero perso a causa dell’incertezza mondiale legata alla mobilità internazionale.
Ma tanto, che ce ne facciamo a Catania degli iscritti?
Poi però arrivano le forti piogge e l’Ateneo non riesce a garantire la sicurezza all’interno delle strutture: la DAD torna ad essere un’esigenza.
Dell’Ateneo, si badi bene. Non di tutela e supporto agli studenti.
Gli studenti non ci stanno.
Un gruppo, autonomo - non legato ad alcuna associazione studentesca che pur avendo rappresentanza in senato non sono riuscite ad ottenere nulla - costituito prevalentemente da studenti lavoratori, fuori sede e neogenitori ha scritto al Magnifico Rettore:
Chiarissimo Rettore dott. Priolo,
siamo un gruppo di studenti dell'Università di Catania, studenti in sede e fuori sede, lavoratori o come nel mio caso, genitori. Vorremmo poter sottoporre alla S.V. le nostre esigenze riguardanti l'erogazione delle lezioni e degli esami.
Da quando ha avuto inizio il periodo pandemico tutti noi abbiamo dovuto cambiare le nostre abitudini tra cui il modo di lavorare e di studiare. Durante quel periodo che ha cambiato non solo le nostre consuetudini,ma anche le nostre vite, molti studenti universitari,hanno
potuto usufruire della DAD ,uno strumento utile per tutti coloro che vivono fuori, lavorano, hanno famiglia, problemi di salute, economici ecc. Da quando si è attenuata questa emergenza sanitaria, si è pensato di tornare in presenza senza tener conto di tutti quegli
studenti che ,vorrebbero tornarvi ma non possono a causa dei suddetti motivi e non per un capriccio personale. Pertanto, visto che siamo un consistente numero di studenti ad aver bisogno di questo strumento utile a noi ma ,a nostro modesto parere anche all'università
la quale otterrebbe maggior prestigio,in quanto tale modalità incrementerebbe il numero di iscritti ,in futuro,senza renderla telematica ma mista e considerando che non verrebbe esclusa la modalità in presenza , ma subirebbe solo un'INTEGRAZIONE della modalità
a distanza ,per coloro che ne necessitano, chiediamo all'unanimità alla S.V.che le nostre esigenze vengano ascoltate e accolte affinché, nessuno più possa rimanere indietro con gli studi e affinché nessuno più possa rinunciarvi.