In diretta sulla pagina Facebook e canale Youtube di SudPress con WoW, world of women, il talk condotto da Chiara Borzì un'altra puntata del nostro modo di raccontare il mondo al femminile.
Stavolta un tema importante e delicato che coinvolge il benessere di migliaia di pazienti che potrebbero ottenere sollievo dal ricorso a cure che però vengono negate per deficit ideologici o inefficienze amministrative.
“La richiesta di cannabis a uso terapeutico è una pratica in costante crescita, autorizzata con decreto regionale, perché di notevole efficacia in specifiche patologie. Il preparato, però, ha costi elevati. L’unico soggetto autorizzato alla produzione medica a uso terapeutico è lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze (Scfm), che non riesce a soddisfare il fabbisogno nazionale. Per tale motivo ho presentato una mozione all’Ars che impegna il governo a garantire un trattamento più omogeneo in tutte le Asp siciliane (quelle di Trapani e Caltanissetta già prevedono il rimborso delle spese per l’acquisto del preparato)”.
Dalla nota del presidente della Commissione affari istituzionali dell’Ars, Stefano Pellegrino, sono passati cinque mesi, ma da febbraio del 2021 la Regione Siciliana comunica l’intenzione di supportare le esigenze dei malati di sclerosi multipla, fibromialgia, osteoartrosi e artriti che necessitano di cannabis terapeutica.
Fin dal decreto 17 gennaio 2020, il Governo Musumeci stabilisce di garantire la prescrizione di cannabis terapeutica a carico del Servizio Sanitario Nazionale, ma per i 1.500 malati siciliani non è esiste lo stesso accesso al farmaco a causa dell’assenza di convenzioni con le asp territoriali.
Solo a Messina, Caltanissetta, Ragusa e dallo scorso maggio a Catania sono presenti farmacie autorizzate a dare seguito alle prescrizioni.
Lo scorso Marzo con il parere favorevole del Governo, l’Assemblea regionale siciliana ha dato via libera alla norme contenute in Finanziaria per l’avvio di progetti per la fornitura di cannabis terapeutica (articolo 67).
Con questa norma si autorizza la coltivazione del farmaco, mediante enti strumentali dell’assessorato all’Agricoltura, come l’Esa, per "sopperire alle richieste derivanti dal fabbisogno accertato dalle Autorità Sanitarie nazionali di produzione della Cannabis terapeutica".
In termini legislativi la Sicilia ha compiuto notevoli passi in avanti, ma quanta di questa attività burocratica si è già ripercorsa positivamente sulla vita dei pazienti siciliani?
L’accesso alle cure costa dai 300 ai 500 euro mensili e senza il supporto del Servizio Sanitario Nazionale non si esclude la scelta di ricorrere al mercato degli stupefacenti gestito dalla criminalità organizzata.
C’è un’alternativa ed è la coltivazione in casa.
Una scelta che ha portato però alla sbarra Walter De Benedetto, malato quarantottenne di artrite reumatoide, arrivato in tribunale di Arezzo in ambulanza, per ascoltare la sentenza di assoluzione che ha chiuso il procedimento aperto a sui carico per aver coltivato cannabis nel giardino della propria abitazione.
Di questi e altri paradossi parleremo lunedì 5 luglio a Wow - World of Woman, il talk condotto da Chiara Borzi’ con ospiti la vice presidente del Comitato Pazienti Cannabis di Sant’Alessio Siculo (Me) Santa Sarta, la volontaria Chiara Bellia e con la testimonianza di una paziente che vive sulla sua pelle i problemi causati da una burocrazia che non si riesce a rendere utile.
Appuntamento alle 19:30 sulla pagina Facebook e il canale Youtube di SudPress.