Di Croce Rossa, catanese e nazionale, ci siamo occupati tante volte.
Anche in diverse aule giudiziarie, visto che questi signori hanno l'abitudine di querelare, piuttosto che rispondere alle questioni che gli vengono poste per il semplice fatto che gesticono milioni di fondi pubblici nonostante siano un'associazione ormai inspiegabilmente privata.
Ci stiamo ovviamente difendendo, grazie anche all'impegno e alla passione del nostro avvocato Emanuela Fragalà: resta da capire se chi ci denuncia paga le spese legali con i soldi propri o a valere su fondi pubblici destinati a opere benefiche. Lo sapremo a breve.
Intanto la notizia più attuale che riguarda questa organizzazione ci porta dall'altra parte della Sicilia, al comitato della Croce Rossa di Palermo.
È stata appena depositata una sentenza del Giudice del Lavoro Paola Marino che ha condannato la Croce Rossa per una serie di licenziamenti illegittimi, condannandola a reintegrare i dipendenti ingiustamente allontanati, a risarcirli ed anche a pagare le spese legali: insomma una bastonata durissima.
Che si inquadra in un sistema che ha da tempo, lo ribadiamo per l'enneima volta, trasformato un benemerito ente pubblico in una sorta di azienda che in molte sue realtà locali viene gestita in maniera a dir poco opaca.
Il danno per la Croce Rossa di Palermo è ingente, che adesso dovrà pagare, si avvicina ai 150 mila euro: risorse sottratte ai compiti istituzionali e per i quali ricevono vagonate di denaro pubblico!
Nelle motivazioni della sentenza il Giudice Marino ripercorre con attenzione la vicenda, arricchita da prove testimoniali alcune delle quali, favorevoli alla governance della Croce Rossa, vengono definite senza mezzi termini FALSE: è capitato anche a noi di Sudpress in un processo che stiamo subendo e lo abbiamo appena dimostrato, ma ne parleremo quando sarà il momento.
In pratica i tre ricorrenti, ha accertato il Giudice, avevano "un rapporto di lavoro subordinato e a tempo pieno e indeterminato" e che non potevano essere licenziati "oralmente" come invece avvenuto.
Risultato: licenziamento dichiarato inefficace; condanna al reintegro nel posto di lavoro con le medesime mansioni svolte e relativo stipendio; pagamento di una indennità risarcitoria (circa 30 mila auro a testa, oltre i contributi); condanna alla refusione delle spese legali per altri 8 mila euro.
All'epoca dei fatti presidente del comitato palermitano della Croce Rossa era Fabio D'Agostino, attualmente sostituito da una Sorella crocerossina, Laura Campione.
Fabio D'Agostino attualmente svolge le funzioni di "direttore covid" (sic!) della Croce Rossa palermitana, ruolo per cui è in corso una "selezione" che prevede requisiti decisamente particolari: la laurea vale solo appena 5 punti su 100, quasi quanto un certificato informatico Eipass (3 punti) che si ottiene con un corso on line di 100 ore per circa 200 euro! Per non dire che il massimo punteggio, addirittura 25 punti su 100, è assegnato, guarda caso, a chi ha già in carnet "esperienza di governance in associazioni analoghe alla CRI. Guarda caso.
Vedremo chi verrà "selezionato": qualche idea l'abbiamo e abbiamo depositato con data certa la nostra "previsione".
Intanto pare anche che l'attuale organigramma degli incaricati nelle varie funzioni di responsabilità in forza alla Croce Rossa di Palermo sia talmente affiatato da sembrare proprio una "famiglia", nel senso letterale del termine: compagne, cugini, zii, cognati, persino la madre...
A quanto pare la Croce Rossa, da Ente Pubblico qual era una volta si sta sempre più che "privatizzando", rischiando di diventare vere e proprie enclave di potere personalistico e nepotistico.
Peccato che si tratta di risorse e funzioni pubbliche e sarebbe ora che chi di dovere, governo e legislatore, se ne occupasse seriamente, riportando questa importante organizzazione nell'alveo del Diritto Pubblico com'è giusto ed utile che sia!
Pensiamo sinceramente, e provatamente, che si sia già esagerato.
AVVERTENZA PER PM, GIP E GIUDICI (nel caso di denuncia per diffamazione questo inciso fa parte integrante dell’articolo): questo, come tutti gli altri dedicati ai vari sistemi di potere che agiscono sul territoro utilizzando pubbliche risorse, è indispensabile, a fini di giustizia, valutarlo in relazione a tutti gli altri pubblicati, compresi quelli che saranno pubblicati prossimamente, in quanto fa parte di un’unica organica attività d’inchiesta giornalistica orientata alla funzione di pubblica utilità di raccontare le dinamiche del potere locale, i metodi di gestione di enti pubblici e l’utilizzo di pubbliche risorse.
Di conseguenza toni e contenuti sono direttamente correlati alla successione narrativa.