La notizia c'è ed è di quelle che spiazzano anche i più acuti analisti della politicanza locale, che ormai ha raggiunto livelli tali di ...non so trovare una definizione adeguata.
Devo piuttosto iniziare con un retroscena personale: chiedere scusa ad una mia fonte autorevolissima e sempre credibile che mi aveva informato due giorni prima di questa nomina che supera il surreale.
Non mi sono fidato, non ho voluto rischiare, nonostante la più che sperimentata serietà di chi mi informava: in più di 10 anni di editoria interpretata sempre in maniera rischiosa, cercando di raccontare le dinamiche più oscure del potere e dei poteri, non abbiamo MAI sbagliato un colpo, mai dato una notizia non corretta ed ogni tentativo di rettifica si è sempre rivelato un boomerang per chi si è cimentato. Come ogni querela, del resto.
Ma stavolta la notizia mi è sembrata davvero visionaria, esagerata, decisamente "oltre" persino per un "governo" (si fa per dire) regionale che si sta caratterizzando per il nulla cosmico, per il caos pneumatico con il quale sta "gestendo" (si fa per dire) la difficile emergenza sanitaria-economica.
Poi è arrivata la conferma ufficiale, un comunicato di Palazzo d'Orleans che annunciava la lieta novella.
Nello Musumeci ha scelto il suo nuovo Portavoce: Michela Giuffrida.
Michela Giuffrida? Si, Michela Giuffrida!
La giornalista catanese nota per essere stata l'unica "sopravvissuta" di rango ai licenziamenti che colpirono nel 2006 l'intera redazione dell'allora gloriosa "Telecolor" ad opera di Mario ed Angela Ciancio: una vicenda che fece discutere tutto il mondo dell'informazione italiano e che alla fine vide vincere nelle aule giudiziarie gli ingiustamente licenziati Alfio Sciacca, Fabio Albanese, Nicola Savoca, Walter Rizzo, Katia Scapellato e Giuseppe La Venia. Tutti professionisti di grande valore ai quali, ne approfitto, invio un rispettoso pensiero perché quella fu, e non va dimenticato, una delle vicende più orribili dell'editoria nazionale.
Ma Giuffrida, nelle grazie dell'editore, divenne direttore del tg di Telecolor e poi di Antenna Sicilia, prima di avviarsi alla carriera (si fa per dire) politica, sotto l'iniziale ala protettiva del compianto Lino Leanza nell'ambito del centro sinistra con la sua prima candidatura fortunata (per lei) alle europee che l'ha portata molto ben remunerata per cinque anni a Bruxelles per poi perdere il treno, nel 2019, della rielezione.
Quando mi venne soffiata la notizia, due giorni fa, feci un giro di wapp chiedendo a diversi giornalisti ed analisti di grande esperienza e conoscenza se avessero idea di chi potesse essere stato nominato a quell'importante incarico da Musumeci: nessuno, NESSUNO ha indovinato il nome.
Feci il classico giochino acqua-fuoco e persino dando le iniziali e la classe anagrafica non sono riuscito ad indirizzarne uno: buio totale e suppliche di rivelare quanto sapevo.
Hanno sparato i nomi via via più improbabili, ma nessuno è arrivato ad immaginare tanto.
E perché? Ma semplice, nessuno poteva pensare che l'orgoglioso (eufemismo) esponente della destra storica (si fa per dire) in salsa sicula Nello Musumeci potesse arrivare a nominare come suo Portavoce, ruolo politico e fiduciario per eccellenza, niente meno un alta dirigente del più accanito partito di opposizione al suo stesso governo ed in particolare alla sua persona.
Niente meno che una ex eurodeputata di "sinistra" (si fa per dire) ed attuale componente della direzione regionale del Partito Democratico: Michela Giuffrida.
Ma non è pazzesco?
Ormai non siamo più al deplorevole e spregiudicato "cambio di casacca", siamo arrivati alla "casacca double face" e non è detto che sia la fine della deriva.