Le elezioni del nuovo Rettore sono vicine; e come sempre noi studenti non conteremo praticamente nulla. Secondo le regole vigenti, noi che frequentiamo l’Unict, e che diamo “ragione di esistere” a professori, personale tecnico-amministrativo e rettori vari, “pesiamo” circa il 15% sulla decisione finale. Il 15%, non il 70% come i docenti, nè tantomeno il 20% come il personale tecnico-amministrativo, ma il 15%. E continueremo a pesare tanto anche durante queste votazioni di giorno 23 agosto.
Sull’insensatezza di queste nuove frettolose elezioni, indette per di più senza alcun tipo di legittimità dal Decano Vincenzo Di Cataldo, ha già detto tutto in modo esaustivo il nostro editore. Oggi invece siamo qui per capire quali iniziative siano state portate avanti per cambiare quest’assurda situazione.
Iniziative come la Petizione “Più Democrazia”, lanciata in queste ore dalle associazioni studentesche La Finestra, Actea e Koinè. L’obiettivo di tale proposta è quello di introdurre una modifica dello statuto attuale, e di consentire a tutti gli studenti una partecipazione attiva all’elezione del Rettore.
Certo, per essere fattibile poi il voto dell’intera comunità studentesca andrebbe comunque ponderato, ma inciderebbe del 30% sull’esito finale. Raddoppiando, consentirebbe di “ridurre” lo stra-potere delle vecchie solite forze in gioco, che forse non hanno poi fatto tanto un buon lavoro a guardare i giornali…
Hanno già aderito alla proposta anche alcuni rappresentanti degli organi superiori, tra cui Carlotta Costanzo (CdA Unict), Antonino Moschetto (Senato Accademico Unict), Lino Roberto Fiorenza (Cda Ersu Catania), Giuseppe Cutuli (Comitato sportivo Universitario), Carmelo Fiume (Scuola di Medicina).
Cliccando qui potrete leggere tutti i dettagli dell’iniziativa e guardare il video esplicativo; invece a questo link potrete firmare la pezione.
Ad onor del vero questa non è l’unica iniziativa in tal senso che sia mai stata ventilata, ma per saperne di più dovrete attendere… come si suol dire: work in progress.
In continuità con il precedente articolo della nostra Alessandra di Marco, possiamo sicuramente concordare che le necessità di un cambiamento esistano eccome. Ma evidentemente non basta neanche lo scandalo di Università Bandita per dare un segnale a chi dovrebbe intendere: serve un ricambio ai vertici istituzionali dell’Unict, ed è inutile che la magistratura ne faccia tabula rasa se poi si ritorna a seguire le vecchie logiche.
Perchè, come dice il buon Einstein, continuare a fare le stesse cose aspettandosi un risultato diverso si chiama in un solo modo: follia. È evidente che c’è bisogno degli studenti. Che c’è bisogno di noi. Noi che siamo l’unica costante tra una miriade di personaggi che sbagliano, cambiano, e sbagliano di nuovo. Siamo sempre noi – certo, magari si spera non sempre gli stessi tutti gli anni, alla fine ci laureiamo XD – a creare davvero l’Unict, ed è giusto pensare di entrarne a far parte sul serio, e di contribuire a farla girare nel verso giusto