Incontrare la dottoressa Laura Guardo è un'esperienza forte ed una storia da raccontare, perché Catania ha gente fantastica, coriacea, coraggiosa e capace, che non si arrende davanti a niente e non deve essere oltraggiata da personaggi assurdi e senza scrupoli che ancora dobbiamo capire cosa siano venuti a fare dalle nostre parti. Anzi, l'abbiamo capito benissimo!
Laura è un medico, laureata a Catania con 110 e lode, specializzata in fisiatria con il massimo dei voti.
Laura è spastica.
Laura è brava ed ha una tenacia straordinaria.
Laura legge Sudpress, vede che ci occupiamo con attenzione delle vicende dell'ODA di Catania e decide di contattarci per raccontarci la sua storia.
Laura viene a trovarci in redazione ed è bomba atomica.
Ci lascia un breve ma intenso memoriale della sua vita non facile: appena specializzata ha trovato lavoro in un centro di riabilitazione a 65 chilometri da casa, si alza alle 4 del mattino e si fa 4 ore di viaggio tra andata e ritorno per raggiungere il suo posto di lavoro: con la littorina.
Laura non riesce a camminare bene, ma non si ferma un attimo.
Dopo qualche anno trova un posto più vicino, ma ci impiega sempre ore attendendo l'autobus sotto la pioggia.
Laura non demorde: "Il lavoro mi da dignità", ci dice.
Facciamo fatica a seguirla, il nodo in gola si stringe mentre cresce l'ammirazione: è dolcissima, non chiede niente, non pretende nulla.
La sua disabilità per la quale non ha nessuna colpa è vissuta con leggerezza, non chiede alcun favoritismo, alcuna indulgenza, come se fosse solo un caso sfortunato che sia capitato a lei e non ad altri.
È solo un medico col massimo dei voti che vuole essere utile a chi ne ha bisogno!
È solo un medico col massimo dei voti che vuole lavorare.
Parlerà lei nei due video che pubblichiamo, nel primo l'intervista, l'altro girato da una sua amica per documentarne la forza.
Sintetizziamo la parte finale dell'orribile vicenda che si inquadra nel contesto increscioso che sta vivendo l'Opera Diocesana Assistenza di Catania, l'ente ecclesiastico con 500 dipendenti, il maggior istituto assistenziale del meridione finito inspiegabilmente nelle mani di un manipolo di liguri che abbiamo imparato a conoscere. E descritto.
Prima dell'avvento di questi signori, l'ODA era gestita direttamente dalla curia catanese, subendo gli effetti di una crisi generale che la vedeva spesso in difficoltà finanziarie, ma tutto sommato abbastanza stabile riuscendo ad assicurare comunque i servizi per cui venne fondata dalla Chiesa catanese.
Ad un certo punto della sua storia, a reggere l'istituzione venne chiamato dall'arcivescovo Gristina mons. Alfio Russo.
E fu proprio mons. Russo a decidere di assumere la dottoressa Laura Guardo.
Lo abbiamo contattato e ci ha confermato che la decisione parve quanto mai in linea con le finalità di un ente che si propone di assistere la disabilità dando anche prospettive di integrazione a quanti ne hanno bisogno, sottolineando che l'impegno di Laura è stato sempre proficuo ed apprezzato dai direttori sanitari con cui ha collaborato.
Sino all'avvento dei "liguri".
Mons. Russo viene di fatto esautorato a partire dall'estate 2014 ed i poteri assunti incomprensibilmente da un istruttore amministrativo della biblioteca comunale di Savona, Alberto Marsella, che diviene amministratore delegato dell'ente ecclesiastico con 500 dipendenti, migliaia di assistiti e milioni di euro in convenzioni con lo Stato. Roba da uscire pazzi.
Tra le tante cose intraprese dal signor Marsella, tra cui spiccano l'affaire "cimitero a Frosinone", contributi e rate non pagate e, dulcis in fundo, l'istanza di concordato fallimentare depositata nei giorni scorsi presso il Tribunale di Catania dopo essere stato revocato dal Vescovo, c'è anche il brutale licenziamento immotivato proprio della dottoressa Laura Guardo, oltre che di altri lavoratori di cui magari ci occuperemo.
La lettera di licenziamento è belluina, scritta con lo stile di un pessimo istruttore amministrativo di una qualsiasi biblioteca di un qualsiasi comune italiano:
SUDPRESS non ha niente da aggiungere, bastano e avanzano le parole della dottoressa Laura Guardo, fisiatra col massimo dei voti, donna coraggiosa e tenace alla quale non possiamo che chiedere scusa ed augurare ogni bene per il suo futuro, sperando nell'interesse della nostra disgraziata comunità che questo oltraggio possa essere riparato.
Perché Laura Guardo è un esempio per chi ha tutto, pretende tanto e non conclude niente.
La storia di Laura Guardo andrebbe raccontata nelle scuole!
La nostra società non può permettersi insulti alla nostra gente migliore, offese che rappresentano crimini contro l'umanità. La nostra stessa umanità.