Alberto Marsella, istruttore amministrativo part time della biblioteca comunale di Savona;
Claudia Pizzo, dipendente con qualifica B3 assistente amministrativo degli del ministero dello sviluppo Economico di Savona; Marco Bonistalli, rinviato a giudizio per associazione a delinquere scandalo TAV; Maurizio Montanari, revisore dei conti già sospeso dall'ordine dei commercialisti di Genova ed arrestato per una mega truffa bancaria con tanto di 'ndrangheta: tutti suggeriti dal discusso cardinale genovese Domenico Calcagno.Vogliamo proprio vedere quando e come finisce questa storia, troppo sottovalutata dalle autorità competenti catanesi! In ballo un'intera comunità di dipendenti ed assistiti catanesi: una vergogna!
Delle vicende dell'ODA Sudpress se ne occupa da anni e la svolta viene registrata in occasione dell'intensificarsi del rapporto che intorno al 2014 si instaurò tra il vescovo di Catania del pontificale per le festività agatine che nel 2015 l'arcivescovo metropolita Gristina ebbe la ventura di affidare al discusso cardinale ligure Domenico Calcagno.
Su wikipedia se ne legge un profilo da brividi: Una video-inchiesta" >della trasmissione televisiva Le Iene solleva l'ipotesi che tra il 2002 e il 2003 abbia insabbiato dei casi di abusi su minori perpetrati da un prete pedofilo , informando tardivamente il cardinale Joseph Ratzinger, a quei tempi prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. A seguito del servizio televisivo la rete si mobilita per chiederne l'esclusione dal conclave del marzo 2013. Critiche e scalpore sono suscitate dal suo possedere e collezionare diverse armi da fuoco tra cui: revolver, magnum Smith & Wesson calibro 357, carabina di precisione Remington 7400 calibro 30.06, fucile a pompa Hatsan Escort; inoltre, in passato, praticava la caccia e frequentava il tiro a segno.
Perfetto, un bel curriculum, adatto a dare il proprio "contributo" per risollevare le difficili sorti dell'indebitato ente catanese che, come sappiamo, si trovava già in brutte acque.
Da alcune indiscrezioni parrebbe che al momento del cambio di gestione si accertò, attraverso una due diligence disposta dai nuovi vertici "suggeriti" da Calcagno, che i debiti della fondazione ammontassero a circa 52 milioni di euro, mentre alla data odierna pare siano lievitati in maniera significativa. Ma di questo daremo notizia, come sempre, appena in possesso di dati certi.
Tornando alla telenovela, abbiamo visto come tutto comincia, e precipita, con la nomina di alcuni personaggi, tutti liguri, nel cda dell'ODA: Alberto Marsella, Marco Bonistalli, Claudia Pizzo e Romano Calero. Con l'aggiunta del revisore dei conti Maurizio Montanari. Una bella compagnia.
Tutti molto interessanti, e basta inserire i loro nomi su un qualsiasi motore di ricerca per trovare argomenti da rimanere basiti.
Alberto Marsella è l'Amministratore Delegato dell'ODA, il personaggio ligure legato al cardinale Calcagno, nominato in cambio della promessa di un cospicuo finanziamento che avrebbe dovuto risolvere i problemi di liquidità dell'ente in realtà mai arrivato. Anzi.
È considerato il deus ex machina delle brillanti operazioni che hanno condotto all'ultima pericolosissima puntata dei libri portati in tribunale dal presidente del CDA nel frattempo revocato già da marzo.
Marsella è un personaggio "interessante" ed ancora non si è capito come sia arrivato a Catania a farla da padrone in un ente ecclesiastico con mission sociale che vanta, al netto di quelli da lui già licenziati, quasi 500 dipendenti, migliaia di utenti appartenenti alle fasce più deboli della comunità catanese e milioni di affidamenti pubblici. Un mistero.
Ancor di più se si considera che il titolo professionale più consistente del signor Marsella risulta essere l'incarico di "istruttore amministrativo", peraltro part time, presso la biblioteca comunale del comune di Savona:
Un super manager, non c'è che dire.
Altro personaggio facente parte del CdA dell'ODA che ha deliberato l'istanza di concordato preventivo al tribunale fallimentare è Marco Bonistalli, nato ad Empoli e residente a Roma, un'altro brillante innesto suggerito dagli ambienti di cui sopra.
Bonistalli, che fa l'architetto, è stato coinvolto in uno dei più gravi scandali della storia recente, quello relativo all'affaire della TAV di Firenze e nel marzo 2016 è stato rinviato a giudizio accusato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione ed all'abuso d'ufficio. Complimenti, perfetto per risolvere i problemi dell'ODA.
Sempre su suggerimento "genovese" nel CdA dell'ODA viene inserita la signora Claudia Pizzo, considerata molto vicina al signor Marsella e con lui candidata nelle liste liguri di Italia dei Valori.
La signora Pizzo è una dipendente pubblica, assunta presso il ministero delle Telecomunicazioni con il
profilo "B3 assistente amministrativo" e da qualche anno impegnata a tempo pieno all'Ufficio relazioni con il pubblico con sede a Savona: non esattamente un profilo manageriale.
Ancora più interessante un altro innesto "ligure" di ispirazione "calcagniana".
Il CdA composto come sopra, il 18 novembre 2016 ha nominato quale componente del collegio dei revisori dei conti il commercialista genovese Maurizio Montanari..
Questo signore, che alla data di nomina nell'ODA risultava sospeso dall'ordine dei dottori commercialisti di Genova, è stato arrestato per una mega truffa bancaria con tanto di coinvolgimento della 'ndrangheta calabrese.
Perfetto come "controllore".Ma possibile che nessuno nei "Palazzi" catanesi si stia accorgendo di cosa stia accadendo?
Abbiamo anche documentato come abbiano costituito una cooperativa "parallela" all'ODA che, si legge persino nell'istanza di concordato, potrebbe guarda caso "operare in sostituzione" una volta liquidata l'ODA. Fantastico, evidentemente i catanesi hanno ben visibile in fronte la scritta di "Giocondi" per subire un simile smacco da parte di un istruttore bibliotecario part time savonese!
Resta ancora da capire come questa gente sia riuscita a gabbare così bellamente la curia catanese, che adesso si trova a dover difendere con i denti la più importante istituzione assistenziale catanese dal più spregiudicato tentativo di scippo che si potesse immaginare.
E la cosa più incredibile è la sottovalutazione da parte delle autorità competenti di quanto sta accadendo, in danno di una vastissima comunità con oltre 500 dipendenti, migliaia di utenti e commesse pubbliche.
Uno scandalo inaudito.