In Sicilia e nel Meridione non esistono più i diritti, esistono soltanto i privilegi che come tali vengono concessi.
I nuovi feudatari gestiscono la politica, gli affari, assecondano gli interessi mafiosi ed hanno in mano il futuro delle prossime generazioni “concedendo” ciò che invece ogni singola persona dovrebbe conseguire grazie alle proprie qualità, aspirazioni e meriti. Per questo le menti più brillanti emigrano per cercare lavoro, i concorsi vengono stabiliti a tavolino e le facce che governano sono le stesse da almeno venti anni. Il sistema si salda al momento del voto, quando nel Meridione, la gente con il berretto in mano, per necessità o per indole, mutua il proprio voto con la promessa di un posto di lavoro temporaneo, con la raccomandazione per ottenere un certificato al catasto o una visita medica in ospedale in tempi preferibilmente rapidi. Sono i tratti di un’emergenza democratica prodotta da una crisi della dignità dell’individuo, con un sistema politico di destra e di sinistra che ha condizionato il mondo imprenditoriale al punto di paralizzarlo con ricatti e barriere tangentiste.
In una società come la nostra, in cui il fatto non conosciuto è inesistente, i cittadini hanno il diritto di essere informati, ma i giornalisti hanno il dovere di informare. Questa premessa serve soltanto per dire che siamo qui. Scriveremo come sempre abbiamo fatto tra la gente, nelle strade calde e tortuose di questa meravigliosa e flagellata Sicilia, e forse presto anche in altre regioni meridionali. Partendo però da Catania, città con un grande ruolo a livello nazionale, sulla cui pelle hanno fatto la scalata politica decine di deputati ingrati, di qualunque colore politico.
Avanti con Sud, è un nostro dovere farlo. Per gioco o per amore.
Antonio Condorelli