Ma se è tutto vero quello che scriviamo, com'è possibile che…
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Una diffida formale riaccende i riflettori su una gestione opaca e pericolosa della Camera di Commercio e della SAC. Il presidente della Regione Siciliana chiamato a rispondere.
Unimpresa lancia l'allarme: atti illegittimi alla Camera di Commercio
La miccia che fa esplodere un caso politico e istituzionale tra i più gravi degli ultimi anni è stata accesa da UNIMPRESA Interprovinciale CT-SR-RG, che ha inviato una diffida formale al Commissario Straordinario della Camera di Commercio Antonino Belcuore, al Segretario Generale Rosario Condorelli e al funzionario ministeriale Paolo Boiro Tarro.
La denuncia pesantissima riguarda atti ritenuti illegittimi relativi alla costituzione del Comitato per l'Imprenditoria Femminile, avviata in assenza dei requisiti di legittimità e al di fuori dei limiti dei poteri del commissario, con il rischio che tale invalidità travolga tutti gli atti successivi dell'ente.
A dare la stura alla forte contestazione è il tentativo di costituire in seno alla Camera di Commercio un “Comitato Imprenditoria Femminile”, con tanto di nome di papabile presidentessa talmente esagerato, praticamente “in famiglia”, da rappresentare la classica goccia che fa rovesciare un vaso che in realtà di gocce ne ha già traboccate più del sostenibile.
Secondo Unimpresa, infatti, questa gestione sta compromettendo la regolarità amministrativa della Camera e minando le basi di rappresentanza democratica delle imprese del territorio.
Il nodo della SAC: si vende l’aeroporto senza trasparenza
Ma la diffida di Unimpresa porta alla luce una questione ancora più grave e strategica: la gestione della SAC, la società che controlla l’aeroporto di Catania, di cui la Camera di Commercio, rappresentata dal commissario di Schifani Antonio Belcuore, è azionista di maggioranza.
In queste ore, l'Assemblea dei Soci della SAC ha approvato un piano industriale che prevede la vendita dello scalo aeroportuale di Catania, senza aver reso pubblico il contenuto del piano, senza alcun confronto con la comunità e soprattutto senza una valutazione sugli inadempimenti rispetto agli obblighi di investimento imposti da ENAC e mai realizzati.
Tutti argomenti sui quali torneremo nei prossimi giorni con dovizia di particolari e documentazione.
Tutti nominati da Schifani: il disegno è chiaro
La composizione dell’assemblea che ha dato il via libera alla vendita alza più di un sospetto:
Il Commissario Belcuore per la Camera di Commercio;
I commissari di Irsap e della Provincia di Siracusa;
I sindaci di Catania e Comiso.
Anche sul sindaco metropolitano di Catania si dovrà prima o poi tornare perché non ha mai chiarito la giravolta spaziale dalla denuncia annunciata in consiglio comunale nei confronti della gestione della SAC al successivo appiattimento alla sua governance: prima o poi dovrà chiarire.
In ogni caso la maggior parte dei nomi di cui sopra fanno capo, in quanto suoi commissari, direttamente al presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, che appare dunque responsabile politico e amministrativo dell’intera operazione e di tutto quanto sta accadendo tra aeroporto e camera di commercio: cose impensabili in una regione mediamente civile e di diritto.
Commissariamenti infiniti e assenza di democrazia
La Camera di Commercio è commissariata da anni, così come gli altri enti coinvolti in questa vicenda, e con i commissari che arrivano a compiere atti a dir poco debordanti così come denunciato in ultimo dall'organizzazione datoriale Unimpresa.
Questa perenne sospensione della rappresentanza elettiva, aggravata da decisioni prese nell’ombra, mina la trasparenza, la legalità e la fiducia delle imprese nel sistema pubblico.
L'appello finale: fermare la vendita dell'aeroporto di Catania e ripristinare la legalità
Ma è possibile che a decidere la vendita o svendita di un aeroporto pubblico, strategico e indispensabile come quello di Catania, può essere deciso da 3 commissari di Renato Schifani che comanda una regione con appena il 16% dei consensi?
Ma davvero la Sicilia è ridotta così?
Ma può essere che ci siano davvero tanti allocchi disposti a credere che dei privati potrebbero garantire l'interesse pubblico meglio di veri rappresentanti territoriali, magari capaci di nominare veri manager operativi?
Certo se continuano a metterci gente senza arte né parte a gestirlo, chiaro che inducono a sperare in qualche cavaliere bianco chenon farà altro che farsi i fatti suoi.
La vendita dell’aeroporto non è infatti un atto amministrativo neutro: è un colpo al cuore dell’autonomia economica della Sicilia orientale.
La società civile, le associazioni imprenditoriali, i media e i cittadini prima o poi dovranno comprendere il colossale sacco che si sta arrecando all'interesse pubblico e magari cominceranno a reagire.
Serve subito trasparenza, verifica delle responsabilità e blocco dell’operazione finché non verranno chiariti tutti gli aspetti di una vicenda che resta la più torbida di tutti i tempi in questa città.
E non solo.
Leggi gli altri articoli dell'incredibile saga e dicci se non è incredibile:





"SAC Aeroporto di Catania, negato accesso agli atti: Ma non era tutto trasparente?"
Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!


