Si sono insediati ufficialmente i commissari prefettizi che guideranno il Comune di Tremestieri Etneo per i prossimi 18 mesi, fino alle prossime elezioni amministrative.
La gestione straordinaria è stata affidata ai viceprefetti Giuseppina Di Dio Datola e Mariella Salerno, insieme al funzionario economico-finanziario Enzo Lo Fermo.
L'incarico arriva a seguito dello scioglimento del Consiglio comunale decretato il 26 marzo 2025 dal Consiglio dei Ministri, dopo l'esito dell'inchiesta "Pandora" che ha svelato un inquietante intreccio tra mafia, politica e affari.
Ma se alcune condanne sono già state emesse, è probabile che le indagini siano tutt'altro che concluse.
In corso di approfondimento infatti una rete ancora più estesa che coinvolge una serie di società operanti in settori chiave come appalti pubblici, edilizia, grande distribuzione, ristorazione e intrattenimento.
Attività riconducibili, direttamente o attraverso familiari, a personaggi già coinvolti nell'inchiesta, con legami che si intrecciano con il mondo della politica e della criminalità organizzata.
L'operazione "Pandora", avviata nell'aprile 2024, ha già portato a diverse condanne in primo grado per coloro che hanno scelto il rito abbreviato.
Tra queste spicca quella dell'ex sindaco Santi Rando, condannato a 8 anni di reclusione per voto di scambio politico-mafioso relativo alle elezioni del 2015 e per episodi di corruzione, sebbene sia stato assolto da una delle accuse.
Tra gli imputati per associazione per delinquere e corruzione, l'allora consulente del sindaco Giuseppe 'Puccio' Monaco ed il professionista Paolo Di Loreto hanno concordato con la Procura, rispettivamente, la pena a due anni e nove mesi e a tre anni e sei mesi di reclusione.
Il Gup Simona Ragazzi non ha ritenuto sufficiente la proposta degli imputati, aggiungendo alla pena un risarcimento monetario per l'ente locale parte offesa.
Cosa già fatta dall'ex consigliere comunale Mario Ronsisvalle che ha patteggiato una condanna a due anni di reclusione, pena sospesa, e un ristoro di 20mila euro per il Comune di Tremestieri Etneo.
Altri nomi di rilievo:
Pietro Alfio Cosentino, considerato il trait d'union tra politica e Cosa Nostra, condannato a 7 anni e 2 mesi per concorso esterno e voto di scambio.
Vito Romeo, cognato di Cosentino e ritenuto boss mafioso, condannato a 6 anni.
Francesco Santapaola, figlio di Salvatore "Colluccio" e cugino del noto capomafia Benedetto Santapaola, condannato a 6 anni.
Altri imputati condannati:
Antonio Battiato: 4 anni e 4 mesi
Salvatore Bonanno: 8 mesi
Domenico Cucinotta: 4 anni e 2 mesi
Antonio Cunsolo: 4 anni e 4 mesi
Giuseppe Ferlito: 4 anni
Giovanni Naccarato: 5 anni e 2 mesi
Nel filone parallelo dell'inchiesta, risulta rinviato a giudizio anche il deputato regionale della Lega, Luca Sammartino, accusato di corruzione per aver chiesto a due carabinieri, poi condannati, di bonificare la sua segreteria politica da eventuali microspie.
Il quadro che emerge è quello di un sistema corrotto e ramificato, in cui le mafie si sono insinuate fino ai vertici della pubblica amministrazione.
Lo scioglimento per mafia ed il conseguente insediamento della commissione prefettizia rappresentano un segnale forte dello Stato, ma molto resta ancora da chiarire.
Le inchieste sono in corso, e l'opinione pubblica attende risposte concrete e trasparenza.
Leggi anche: