Lombardo, Lagalla e Miccichè hanno fondato un nuovo soggetto politico per rilanciare la partecipazione nella regione: obiettivo, un movimento autonomista e civico, moderno e radicato nei territori.
Ne scriviamo a distanza di una settimana perché c'era qualcosa che ci sfuggiva sulla portata dell'iniziativa, e siccome la settimana non è bastata per capirlo… ne scriviamo lo stesso.
La nascita di "Grande Sicilia": un progetto che parte dal cuore dell'isola
L'aula magna dell'Università Kore di Enna, gremita da oltre mille persone, ha fatto da cornice alla nascita dell'annunciato ed atteso nuovo soggetto politico: "Grande Sicilia", il partito fondato da Raffaele Lombardo, Roberto Lagalla e Gianfranco Miccichè.
Tre nomi e tre personalità che più pesanti non si potrebbe immaginare, capaci di muoversi da schiacciasassi in un panorama politico pullulante di molluschi.
Si propongono, dichiaratamente, come una sorta di vecchi saggi, arrivati al punto, tra alterne e non comuni vicende, di sentirsi impegnati ad utilizzare l'esperienza e, soprattutto, il potere che ancora esercitano, per favorire una classe dirigente giovane capace di far uscire la Sicilia da un guado sempre più pericoloso: c'è da crederci? Lo scopriremo solo vivendo.
Di certo a considerare i dintorni, a destra, sinistra e centro, si sarebbe tentati di dargli credito.
Un evento simbolico non solo per la partecipazione massiccia, ma per il luogo scelto: un'università nel cuore della Sicilia, tra giovani, accademici, amministratori e cittadini desiderosi di ascoltare e partecipare.
Raffaele Lombardo: radici autonomiste, visione europeista, centralità della persona
Protagonista assoluto dell'incontro, Raffaele Lombardo ha delineato la visione di Grande Sicilia come un partito autonomista, moderno, pragmatico e profondamente legato alle esigenze dei territori.
Alla domanda se si considera di "centro" reagisce quasi stizzito: superate le collocazioni geografiche.
Allo stesso modo se intende colmare un vuoto politico: non ci sono vuoti da colmare quanto intorno è il nulla. C'è da costruire nuovo orizzonti.
Ha ricordato con forza che non si tratta di un punto di arrivo, ma di un punto di partenza. Un impegno che nasce dalla fusione di tre esperienze, tre culture politiche, tre mondi diversi ma uniti da un obiettivo comune: costruire una nuova classe dirigente siciliana, onesta, preparata e coraggiosa.
Lombardo ha richiamato lo spirito originario del movimento autonomista nato nel 2005, sottolineando l'importanza dell'“autonomia differenziata" come opportunità per le regioni più efficienti di assumere competenze in settori chiave come energia, infrastrutture, credito, relazioni internazionali.
Ha invocato il recupero del merito, della legalità, del rispetto delle regole e del coraggio di denunciare il malaffare: "Allontaniamoli, perché sono peggio della corrente. E poi sono guai".
Ma soprattutto, ha lanciato un appello ai giovani: "A voi deve spettare il presente, non solo il futuro. Muovetevi da domani mattina!"
Un invito a costruire, con passione e generosità, una "Grande Sicilia" dove partecipazione, ascolto e azione concreta siano i pilastri di un nuovo modello politico.
Roberto Lagalla: il civismo come risposta alla crisi della politica
Roberto Lagalla, sindaco di Palermo, ha portato il contributo del mondo civico, delle professioni e della scuola.
Nel suo intervento ha evidenziato come "Grande Sicilia" non voglia essere l'ennesimo contenitore centrista, ma un interlocutore serio, credibile e responsabile, capace di partire dai piccoli comuni per ricostruire il rapporto tra politica e cittadini.
"La politica è un atto di amore verso la polis", ha detto, rivendicando il ruolo fondamentale degli amministratori locali e la necessità di tornare all'ascolto dei territori.
Ha valorizzato il ruolo della Sicilia nella transizione digitale, sottolineando che l'isola ospita le più importanti connessioni tra Europa, Nord Africa e Medio Oriente.
Ha chiuso con un auspicio: "I giovani devono poter scegliere se restare o partire. Ma solo se la Sicilia diventerà una terra dove la speranza si trasforma in realtà".
Gianfranco Miccichè: pragmatismo e visione
Con il suo consueto stile diretto, Gianfranco Miccichè ha posto l'accento sulla necessità di ripristinare la meritocrazia e l'efficienza nella macchina pubblica.
Ha denunciato gli sprechi e le nomine clientelari, chiedendo più coraggio nelle scelte: "Non possiamo mettere nei posti chiave chi fa morire centinaia di persone solo per incompetenza. Ci vuole gente brava, sempre!"
Miccichè ha ricordato esperienze virtuose come quella dell'ospedale di Cefalù, rinnovato grazie a una visione concreta e a partnership internazionali.
Nel concludere, ha lanciato un messaggio alle nuove generazioni: "Io sono analogico, voi siete digitali. Oggi tocca a voi portare avanti questa regione".
Un laboratorio politico per un nuovo Sud?
"Grande Sicilia" si propone quindi come un laboratorio politico che parta dalla Sicilia ma punti a costruire un'alleanza strategica tra le grandi regioni del Sud: una piattaforma per rilanciare il Mezzogiorno come protagonista dello sviluppo europeo e mediterraneo.
Oltre a Grande Sicilia.it, risultano acquistati nella stessa giornata i domini Grande Puglia, Grande Calabria…il progetto è più ambizioso di quello che potrebbe apparire.
Un movimento che richiama la tradizione autonomista, ma con lo sguardo rivolto all'innovazione, alla sostenibilità e all'inclusione.
Un progetto che si candida a colmare il vuoto lasciato dalla politica nazionale nei territori, restituendo dignità, fiducia e partecipazione ai cittadini.
La sfida è cominciata
"Ci vuole impegno, ci vuole tempo, ci vuole cuore. Ma possiamo farcela."
E nonostante lo scambio reciproco di cortesie istituzionali con il presidente della regione Schifani e dell'ARS Galvagno, entrambi presenti alla convention, il sasso è lanciato e le altrettanto reciproche promesse di “fedeltà” appaiono quanto mai labili: anche perché resta da capire a chi o cosa, a quale progetto per la Sicilia si sarebbe fedeli e se ne valga la pena.
Probabilmente è questo l'evento che segna l'avvio della prossima campagna elettorale, verosimilmente molto più vicina di quello che si immagina, da capire se sarà prima quella delle politiche o per le regionali.
O forse le comunali di Catania
Probabilmente tutte, in contemporanea.
E magari anche prima dell'estate o forse di nuovo in autunno.
Il prossimo.