Chi è Nous?
Nous è una casa editrice siciliana originatasi a San Giovanni la Punta, in provincia di Catania, da Chiara Sicurella e Giuditta Busà, due amiche, oltre che colleghe di lavoro. Nel linguaggio filosofico il nous è l’intelletto e più in particolare, un’alta intelligenza ordinatrice dell’universo. Potremmo identificarlo come un portale che tende alla congiunzione dell’umano con il divino, sotto un’ottica di partecipazione. Un termine che ben si avvicina al prendersi cura che le due editrici catanesi hanno voluto assumersi, costruendo un luogo che dia ospitalità nel riconoscimento e nel senso di appartenenza.
Un approccio che appare evidente in ogni parte della sua elaborazione nel testo Amuri: un’apertura al passato doverosa oltre che impegnativa. Dichiara a proposito Giuditta Busà: “Era necessario riappropriarsi di qualcosa che ci appartiene già, perché questi sono canti popolari che abbiamo ascoltato, che ci sono stati letti e che però giacevano sommersi e dimenticati. Quello che abbiamo fatto è stato attingere ad un tesoro inestimabile e corposo di sette mila canti, da cui è stata tratta una selezione significativa, per compiere un’opera di restituzione”. Questi versi appartengono a tutti i siciliani, i “naturalmente poeti” che si riscoprono parte di uno stesso cielo, del mare, del sole che definisce una tradizione millenaria. Chiara Sicurella interviene esprimendo profonda commozione: “Ascoltare certe parole ed immagini significa far parlare il popolo siciliano e chiunque lo sente. Sono canti di province diverse ma è una memoria collettiva che ci parla”.
Che cos’è Amuri?
Amuri è una raccolta di poco più di cento canti, che si declina in varie forme di espressione. Una sorta di cielo firmamento che rimane sospeso tra la possibilità di elevarsi in alto, verso la finestra dell’amata o l’affanno di un amore taciuto e la concretezza del qui ed ora, resa autentica dagli oggetti della quotidianità e i frutti della terra. Amuri raccoglie sospiri e respiri dell’essere umano che sono stati egregiamente unificati e donati al pubblico. Il dialetto attraverso cui sono espresse le poesie è profondo, si insinua verso le radici di un eco sotterraneo e invisibile che è quello della lingua siciliana. Diremmo un fiume carsico, una memoria ancestrale che è voce universale ed evoca una partecipazione univoca. Questa poesia è di tutti perché, dice Giuditta Busà: “Non ha sovrastrutture, va al sodo, ai sentimenti, alla genuinità o ingenuità del messaggio”.
L’importanza del dialetto e della riscoperta culturale delle proprie radici
Il dialetto assume in sé una schiettezza che evita il banale pur essendo spontanea. E’ la voce testimone del popolo siciliano che sente la vita e la vive. Ad essere stati trascritti sono proprio dei canti orali, ricopiati nell’800 da alcuni studiosi, tra i quali Luigi Capuano, poi raccolti mediante un lavoro complesso, lungo, della durata di un anno e mezzo, con un valore di riappropriazione culturale. Nous ha attinto nella fattispecie ad una raccolta amplissima di settemila canti, operato una selezione accurata e restituito al popolo siciliano nient’altro se non una parte della sua storia.