Prima di aprire il pezzo dobbiamo necessariamente tornare indietro a circa 50 anni fa:
1977, i giovani missini (Fronte della Gioventù) organizzarono un festival culturale con musica, libri e dibattiti a Benevento. Quindi abbiamo dei rampolli di estrema destra accampati in questa sorta di Woodstock napoletana che discutono di femminismo, cinema d'essai e avanguardismo. Oggi sembrerebbe sicuramente borderline se la destra svolgesse un festival così — diciamo — poco di destra!

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Non ci perdiamo, è già lunga la faccenda e dobbiamo mostrare tanto, troppo.
Il nome dell'evento? "Campo Hobbit". Il nome è quello delle creature inventate da J.R.R. Tolkien, il Dante dell'epica fantasy, autore della saga de Il Signore degli Anelli. Da quel '77 ad oggi, il fantasy tolkieniano porta una carica semantica ben precisa: l’estrema destra italiana ha fatto sì che diventasse una vera e propria bandiera neofascista.

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Dobbiamo sapere che all’epoca dei fatti la destra italiana stava attraversando una fortissima crisi identitaria, venendo emarginata nel dibattito politico, presa in giro, esclusa. L’MSI faticava a trovare spazio, tutti si accorgevano che non era più il ‘72 e il calo elettorale non era più uno spettro; nell'attesa gli elettori soffrono e hanno bisogno di credere in qualcosa in maniera pseudoreligiosa.
Se i fascisti avevano la Mistica, i neofascisti evadono dalla realtà proprio con il fantasy tolkieniano.
Purtroppo dobbiamo fermarci perché non è questo l'oggetto della discussione, e fare ermeneutica di un libro fantasy è qualcosa al di fuori delle nostre competenze, ma fare un accenno alla storia è davvero indispensabile per capire il valore morale (ed economico) che ha la mostra.
Perché ci sarebbe da dire ancora che i neofascisti tentano di riempire un vuoto culturale con una mostra goffa dedicata all'autore preferito del capo di governo, una roba di un provincialismo infinito che neanche i sindaci di un comune da 400 abitanti farebbero. Ma Catania (come altre città) ha il -come dire- phisique du role della città che fa i favori ai più potenti.
Andiamo alla cifra, o meglio, al… tessssssoro: Il 23 settembre viene pubblicato il seguente atto:
Che per comodità sintetizziamo:
Nome mostra: "Tolkien. Uomo – Professore - Autore"
Costo: € 244.000,00, finanziati tramite l'imposta di soggiorno.
Costi per l'organizzazione: La società C.O.R. Creare Organizzare Realizzare S.r.l. ha stimato un costo complessivo di € 200.000,00 oltre IVA.
Periodo della mostra: Prima settimana di marzo - fine luglio 2025 (possibile proroga fino a fine agosto 2025).
Opere dichiarate: Circa 1.700 pezzi, tra manoscritti, lettere autografe, fotografie, memorabilia, prime edizioni e opere d’arte legate a Tolkien.
Luogo: Palazzo della Cultura, Catania.
Contenuti principali: Sezioni dedicate a Tolkien come uomo, professore e autore, con un focus su Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli.
Sul prezzo della mostra ci torneremo, vogliamo davvero capire con alcuni esperti se, per una mostra che — come potete vedere in video — ha prevalentemente libri, schermi e cenci da nani e folletti, vale davvero questa somma, non ci sbilanciamo su questo.
Poi, pare anche un po' in controsenso date le dichiarazioni di Sangiuliano proprio all'inizio del suo insediamento:
« In capo alla cultura ci sono circa sei miliardi da utilizzare con onestà, efficienza e rapidità. In questo momento difficile la cultura può essere benzina nel motore dell'economia del Paese. E poi c'è bisogno di una riappropriazione del senso di identità nazionale. Gli italiani devono avere consapevolezza della loro grande storia: il mondo greco-romano, il Rinascimento, l'Umanesimo e anche un Novecento importante».
Storia greco-romana, rinascimento, umanesimo… insomma, tutte cose che ha un libro fantasy di stampo celtico scritto da un inglese.
Al fronte di ciò, per il momento, vogliamo porre una sola domanda:
Se questo governo sottolinea ogni giorno l'importanza del patrimonio culturale italiano, Tolkien, hobbit e correlati, che ci azzeccano con questo?
Prima di chiudere, per avvalorare la questione politica e il filo che collega fantasy e destra italiana, vogliamo inserire un rapporto dell'8 ottobre 1982 della Commissione Moro, precisamente nel paragrafo Aspetti psicopatologici del terrorismo "nero", si traccia una descrizione dei festival che abbiamo citato prima:
«Valga, a titolo di esempio, l'esperienza dei "Campi Hobbit", festivals "alternativi " che i giovani fascisti hanno tenuto tra il 1976 ed il 1980. Il nome scelto per tale raduno, è significativo già di per sé; gli "hobbit" sono le creature che popolano il mondo immaginario creato da TOLKIEN, professore di letteratura medievale ad Oxford, ed autore del celebre romanzo fantastico "Signore degli Anelli". Il mondo a cui fa riferimento TOLKIEN è un mondo popolato da streghe, gnomi ed orchetti, perennemente in conflitto fra bene e male. La divisione manichea tra il bene ed il male è assoluta ed irriducibile. Il tipo di ideali a cui si rifanno gli attuali "autonomi neri" sono per l'appunto questi: una purezza di per sé rivoluzionaria, un disprezzo assoluto per chiunque non appartenga alla stessa schiera e non ne condivida gli ideali e l'esaltazione della propria individualità nei confronti di un mondo inutile, corrotto e decadente. In questo ambito, l'autoaffermazione della propria personalità è prioritaria rispetto ad ogni altra esigenza. I miti dei giovani fascisti sono gli uomini "forti", la pistola è amata in quanto strumento di potenza. Le simpatie per le B.R. sono dovute al fatto che anche loro sono contro il "sistema". Come nel mondo di TOLKIEN, si tratta di una realtà senza dialettica, che può essere solo affermata o negata. È questo un discorso che in una società attraversata da forti tensioni sociali e politiche, come l'attuale, trova qualche possibilità di affermazione; essa rappresenta senza dubbio, una strada semplice e sicura per l'autoaffermazione. Non a caso, da qualche anno a questa parte, gli spazi di reclutamento dei neofascisti sono stati la borghesia medio alta, classe sociale caratterizzata da notevole crisi e da progressiva perdita di identità, ed il sottoproletariato, che non può vivere per definizione alcuna identità di classe. L'assenza di una ideologia precisa, il richiamo ad una simbologia autoritaria ed al mito del super uomo, la ferrea e manichea separazione tra il bene ed il male, forniscono materia per una copertura ideologica che anche uno psicopatico può attribuirsi. Pertanto, nel terrorista di destra possono fondersi istanze diverse rappresentate da una ideologia eversiva labile ed acritica, da un impulso incontrollato alla violenza ed alla distruzione, da una possibile deviazione patologica della personalità che in alcuni casi non isolati, tende a risolversi in vera e propria psicosi.»
Terribilmente attuale.
Questa non è una mostra, è una natura morta, un accanimento terapeutico ideologico a spese dei cittadini.
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