
MA IN CHE MANI ASSURDE È LA SICILIA?
La chiusura dei ponti sulla SP 69/I e sulla Statale 192 mette in ginocchio il settore agricolo e zootecnico catanese.
Gente pagata centinaia di migliaia di euro per risolvere i problemi pensa sia tollerabile buttare per anni blocchi di cemento bloccando le strade… ma davvero siamo ridotti così?
L'appello di Confagricoltura Catania alle istituzioni per un intervento immediato.
Una situazione insostenibile per il comparto agricolo e zootecnico
Non è solo il "Ponte Sferro" a creare enormi disagi per gli operatori della Piana di Catania.
A lanciare nuovamente l'allarme è il presidente di Confagricoltura Catania, Giosuè Arcoria, che denuncia la grave situazione del ponte sul Simeto lungo la SP 69/I, in contrada Passo Martino.
Questo ponte, fondamentale per il traffico agricolo e commerciale della zona, è stato per anni percorribile solo a senso unico alternato e con limiti di peso.
Tuttavia, dal marzo 2022, la struttura è stata definitivamente chiusa al transito, costringendo agricoltori e allevatori a compiere percorsi alternativi di oltre 25 km per raggiungere le proprie aziende.
DAL 2022!
Questo allungamento dei tempi di percorrenza comporta un aumento significativo dei costi operativi, con effetti negativi sulla competitività delle imprese locali.
Le difficoltà di accesso non solo ostacolano il trasporto dei prodotti agricoli e degli animali, ma rappresentano anche un rischio per la sicurezza dei lavoratori, costretti a percorrere strade secondarie spesso mal tenute e prive di adeguata segnaletica.
La mancanza di infrastrutture adeguate penalizza l'intero settore agricolo e rischia di compromettere gli investimenti a lungo termine.
Impatto devastante sull'economia locale
La chiusura della SP 69/I ha reso estremamente complesso l'approvvigionamento di mangimi e la gestione quotidiana degli allevamenti, con un impatto diretto sulla produttività e sulla sostenibilità economica.
"È impensabile che aziende di questo livello siano costrette a operare in condizioni così difficili a causa dell'inefficienza infrastrutturale", ha dichiarato Arcoria, che chiede un intervento immediato per la riapertura della SP 69/I. Il presidente di Confagricoltura ha inoltre sottolineato come l'intero comparto stia affrontando una crisi senza precedenti, acuita dall'aumento dei costi energetici e dalla crescente concorrenza di prodotti importati da altre regioni e dall'estero.
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La paralisi del "Ponte Sferro" e il silenzio di Anas
Parallelamente, resta senza risposte l'appello di Confagricoltura Catania per la chiusura del "Ponte Sferro", sulla Statale 192 (Catania-Enna), chiuso al traffico dal 12 febbraio per lavori di consolidamento e restauro.
La chiusura interessa un tratto di circa 800 metri tra il Km 54+513 e il Km 55+294.
I lavori, previsti fino al 17 maggio, stanno causando gravi disagi alle aziende del territorio, che chiedono una soluzione alternativa per evitare l'isolamento economico della zona.
L'assenza di un collegamento alternativo adeguato sta rallentando le attività di numerose imprese, aumentando i tempi di consegna delle merci e aggravando la situazione economica già precaria degli agricoltori e allevatori locali.
Nonostante una nota urgente inviata da Arcoria ad Anas Catania, al momento non è arrivata alcuna risposta.
La mancanza di un dialogo istituzionale rischia di far precipitare ulteriormente la crisi, rendendo ancora più difficile il ritorno alla normalità per gli operatori del settore.
Arcoria ha ribadito la necessità di un confronto immediato per individuare soluzioni praticabili nel più breve tempo possibile.
Un appello al sindaco della Città Metropolitana di Catania
Di fronte a un'emergenza che rischia di paralizzare l'intero comparto agricolo e zootecnico della Piana di Catania, Confagricoltura Catania ha rivolto un appello diretto al sindaco della Città Metropolitana, Enrico Trantino.
"È necessario un piano infrastrutturale serio, che metta fine all'abbandono delle strade rurali e garantisca la viabilità alle aziende", ha dichiarato Arcoria, chiedendo un incontro urgente per trovare soluzioni concrete.
L'infrastruttura agricola della Piana di Catania rappresenta un patrimonio economico e sociale fondamentale per l'intera regione, e la sua tutela deve essere una priorità per le istituzioni locali e nazionali.
Oltre alla riapertura dei ponti chiusi, è necessario un investimento strutturale per modernizzare la rete viaria, migliorare la sicurezza delle strade rurali e garantire agli operatori del settore condizioni di lavoro adeguate.
La scarsa manutenzione delle infrastrutture e il mancato intervento delle autorità hanno reso insostenibile la situazione, mettendo a rischio non solo le aziende esistenti, ma anche il futuro dell'intero settore agricolo e zootecnico siciliano.
La questione non è più rinviabile: senza interventi immediati, agricoltori e allevatori rischiano di vedere compromessa la loro attività e, con essa, un'intera fetta dell'economia siciliana.
L'auspicio è che le istituzioni rispondano con azioni concrete e tempestive, evitando ulteriori danni a un settore già fortemente provato da difficoltà economiche e burocratiche.