Quella indetta dal gruppo catanese dell’associazione “Volerelaluna”, e avvenuta nel corso della mattinata del 21 febbraio 2025, è una conferenza stampa partecipata e condotta con energia e impegno indubbi.
In questa giornata, infatti, il dottore Franco Russo, l’ingegnere Mario Spampinato e il professore Francesco Coniglione aprono le porte del civico n°6 di via Franco Battiato, accogliendo tanti curiosi e appassionati cittadini del capoluogo etneo e illustrando loro le ormai evidenti anomalie riscontrate nella procedura di definizione del nuovo Piano Regolatore Portuale (PRP).
In effetti, nonostante l’approvazione da parte del Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale, giunta nel dicembre scorso, tale procedura presenta svariate e gravi criticità, sia da un punto di vista strategico che ambientale, tanto da portare l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) a giudicare aspramente proprio l’attività ordinaria di gestione, come evidenziato nella delibera n.577/2024.
In risposta a quali siano le criticità individuate da tante associazioni, come quella di Volerelaluna, l’ingegnere Spampinato afferma: “Le problematiche sono di natura diversa: innanzitutto procedurali, poiché il PRP va fatto in tempi e modi diversi […] individuando e definendo l’area interessata dagli interventi, con decreto ministeriale. Questo non è stato fatto e, anzi, si va già a disciplinare l’area interessata.”
In forza agli interventi di altre importanti personalità del panorama catanese, gli attivisti di Volerelaluna presentano a pubblico e stampa un completo ed esaustivo documento in cui si sottolineano le irregolarità su diverse questioni procedurali: ad esempio, innanzitutto, l’intenzione di dare già per acquisita, sia nel Piano Regolatore Portuale sia nella Valutazione Ambientale Strategica, un’estensione maggiore rispetto a quella effettiva dell’attuale circoscrizione territoriale del porto di Catania.
Nel documento presentato dall’associazione si evidenzia che il prospetto della realizzazione di nuove strutture portuali, al fine di ampliarle anche verso sud, lascia presumere una futura e selvaggia cementificazione della scogliera, proprio in corrispondenza della nuova darsena turistica: ciò comporterebbe non soltanto enormi danni per la cittadinanza ma anche per i fondali marini catanesi.
“La logica generale di questo Piano Regolatore Portuale è assolutamente anacronistica” – commenta, a questo proposito, l’ingegnere e già Dirigente del Piano del comune di Catania, Maurizio Palermo, durante il suo intervento – “Questo piano è un’ode al cemento, ma quel che atterrisce di più è che ci siano degli speculatori ad insistere affinché si segua questa strada, nonostante essa sia fuori da qualunque logica di mercato.”
Si passa, poi, all’analisi di avvilenti numeri riguardanti l’edificazione: secondo ciò che traspare dai dati del PRP, si prevede un numero spropositato di nuove edificazioni, le quali farebbero raggiungere un mostruoso volume di otto volte superiore rispetto a quello esistente: per la precisione, 3.751.629 metri cubi.
Contestualmente, l’associazione mette in mostra le problematiche relative al graduale aumento del traffico marittimo del porto di Catania, inversamente proporzionale a quello del porto di Augusta, e la non trascurabilità delle emissioni nocive derivanti dal trasporto marittimo: Volerelaluna vorrebbe si optasse per la realizzazione del cold ironing, ossia un sistema di elettrificazione delle banchine che consenta l’alimentazione elettrica delle navi ormeggiate, riducendo così la dispersione di diesel e idrocarburi simili.
“Della possibilità di utilizzo ottimale delle fonti rinnovabili si parla nel Documento Energetico Ambientale di Sistema Portuale 2020” – si legge a conclusione del documento stilato dall’associazione - “ma sembra che nulla si stia muovendo in questa direzione e nel PRP non si danno indicazioni precise.”
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