
Alla fine, dopo quasi un anno di tira e molla, polemiche, proteste e tavoli di mediazione, l’amministrazione comunale di Catania ha dovuto fare marcia indietro sulla pedonalizzazione totale di Piazza Federico di Svevia. Un’ammissione implicita di errore che arriva sotto forma di un compromesso: da lunedì a venerdì, dalle 19:00 all’1:00, la piazza tornerà accessibile alle auto. Un piccolo spiraglio di normalità per i ristoratori che da mesi denunciavano il tracollo economico causato dall’isolamento forzato.
La soddisfazione maggiore è ovviamente di Francesco Giustolisi, patron de Il Tipico, che da tempo si batteva per questa soluzione: "Abbiamo fatto capire che senza auto la piazza muore. I clienti non hanno la possibilità di arrivare facilmente, e le attività ne risentono pesantemente. Siamo felici di questa apertura, anche se parziale".
E dietro questo risultato c'è anche la caparbietà di Maurizio Loritto del CONAPIV, che ha mediato fino allo sfinimento per ottenere una soluzione praticabile.
Il compromesso, tuttavia, lascia l’amaro in bocca a chi non lavora nel settore della ristorazione. Carrozzerie, piccoli negozi, artigiani, per loro la riapertura serale serve a poco o nulla: di giorno la piazza rimane una landa desolata, senza traffico e senza possibilità di attirare clienti. Per loro la pedonalizzazione rimane un disastro, un regalo senza senso agli amici degli amici che amano le città-vetrina, ma dimenticano che nei centri storici si lavora, non si fa solo movida.
Il comune, nel tentativo di tamponare le perdite che arriveranno inevitabilmente in estate quando la pedonalizzazione tornerà a regime, ha promesso un calendario di eventi per animare la zona. Ma la fiducia è ai minimi storici: le ultime iniziative dell’amministrazione non sono certo state brillanti. Basti pensare alla pista di pattinaggio sul ghiaccio, installata di fronte al Castello Ursino con la pretesa di "valorizzarlo", quando in realtà lo ha solo coperto alla vista e desertificato ancora di più.
E qui scoppia l’ennesimo scandalo. Se per la stessa operazione in Piazza Mazzini il comune ha concesso il sito per poco più di un mese facendo pagare un canone per suolo pubblico di 11 mila euro, per quella del Castello Ursino è stata chiesta la miseria di 2.600 euro per ben 80 giorni.
Cioè 33 euro e 50 centesimi al giorno!
Il tutto mentre si predicava la necessità di tutelare il decoro e la bellezza del sito storico. Che il comune abbia fiutato il flop e, per evitare perdite troppo pesanti alla ditta, abbia deciso di fare un bello sconto? Se così fosse, sarebbe l’ennesima conferma di una pedonalizzazione nata zoppa, portata avanti senza criterio, con il solito spirito improvvisato che da anni caratterizza la gestione del territorio.
Insomma, dopo mesi di ostinazione, l’amministrazione si è accorta della "genialata" e ha fatto un passo indietro. Ma solo a metà. E come sempre, la toppa rischia di essere peggiore del buco. Se l’obiettivo era rilanciare la piazza, l’ennesima soluzione pasticciata non farà altro che peggiorare le cose.
Ma del resto, a Catania ci siamo abituati: tra il dire e il fare c'è di mezzo la solita, infinita, presa in giro.
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