
La locuzione, un po' qualunquista, sbracata e "de panza", secondo il Panzini (uno dei più vetusti dizionari italiani), ha origine da una piccola vignetta che stava su un giornale satirico: Il Pasquino.
Veniamo alla storia.
1861. I mazziniani preparano a Torino un comizio, e mica un comizio qualsiasi, ma il primo dopo l'Unità, quando ancora Torino era co-capitale del Regno d'Italia.
Mentre i mazziniani pettinano e conciano la loro barba asburgica per questo sabba elegante, una nuvola passa sul fu Ducato di Savoia.
"Solo una nuvola, nulla di cui preoccuparsi."
Naturalmente, non fu solo una nuvola.
Non avendo a disposizione gli strumenti e le fonti per capire l'entità della pioggia, non possiamo che affidarci all'intuito e alla fantasia, e ci piace immaginare, anche con un po' di sadismo, che fu un nubifragio di proporzioni bibliche.
Anche perché, per far indietreggiare i mazziniani, non doveva essere certo una pioggerellina.
Come fu e come non fu, il comizio venne annullato e Il Pasquino (giornale padre della satira italiana) pubblicò una vignetta disegnata da Casimiro Teja, che rappresentava tre mazziniani al riparo dalla pioggia con didascalia: "Governo ladro, piove!"
Questo, naturalmente, per solleticare lo stomaco dei monarchici.
L'origine potrebbe essere anche un'altra.
Quando il Granduca di Toscana mise la tassa sul sale, la pesa veniva effettuata sempre nei giorni di pioggia, e il sale, per sua naturale proprietà, attirava l'umidità, pesando di più, sia in massa che sulle tasche dei tassati.
Ancora un'ipotesi: sotto l'occupazione austriaca, i contadini, tassati in base al raccolto, sapevano che a un'annata piovosa corrispondeva un raccolto più abbondante, e quindi un aumento delle tasse.
Esiste anche un'ipotesi che collega l'espressione a un'antica tassa imposta ai cittadini per la raccolta dell'acqua piovana, destinata alle cisterne alimentate dalle grondaie, o un'altra per cui i carri che passavano sulle strade romane dovessero pagare una tassa nei giorni di pioggia, in quanto avrebbero rovinato l'asfalto (o pavimentum).
Altre teorie la fanno risalire all'epoca degli Egizi, quando il governo aumentava le imposte nei territori sommersi dalle inondazioni del Nilo. Il limo depositato rendeva il terreno più fertile, giustificando così la maggiore tassazione.
Egitto, Antica Roma, Torino… e Catania?
Vedete, noi catanesi abbiamo un modo tutto nostro di interpretare la locuzione, riuscendo a mescolare metafora e realtà. Infatti, quando piove, il governo ladro – secondo le stesse istituzioni locali – c'è, ma è sempre quello precedente come potete vedere: QUI IL VIDEO
