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Il 3 febbraio il Comune di Catania ha diffuso un comunicato stampa riguardante la tradizionale Carrozza del Senato.

Tra i nomi delle persone invitate a salire a bordo compariva anche quello di Angela Isaac, giovane di origine nigeriana che vive a Catania da dieci anni e che di recente ha ricevuto il titolo di Cavaliere al merito della Repubblica dal Presidente Mattarella per il coraggioso salvataggio di una persona durante il nubifragio del 21 novembre scorso.
Qui il comunicato:
Sant’Agata, ecco chi sale sulla Carrozza del Senato cittadino
Il sindaco Enrico Trantino, che anche quest’anno non salirà sulla Carrozza del Senato per l’offerta della cera nella chiesa di San Biagio, ha reso noto che le berline ottocentesche saranno occupate dai tre ragazzi — Emily Fazio (Pestalozzi), Mario Russo (Federico De Roberto), Emma Sammartino (Convitto Cutelli) — che hanno vinto il concorso promosso nelle scuole catanesi per i migliori video realizzati per sensibilizzare i cittadini sulla raccolta differenziata; dai componenti del comitato dei festeggiamenti di Sant’Agata; dal presidente del consiglio comunale, Sebastiano Anastasi; e dal segretario generale del Comune di Catania, Rossana Manno.
La giovane Angela Isaac, autrice del salvataggio di una persona durante il nubifragio del 21 novembre scorso, che doveva anch’essa fare parte dei passeggeri della Carrozza, all’ultimo istante ha dovuto rinunciare per un improvviso impegno familiare.
Dunque, secondo lo stesso comunicato, Angela ha dovuto rinunciare all’ultimo minuto per un impegno familiare.
La notizia è stata riportata senza particolari approfondimenti, ma la vicenda lascia perplessi per un paio di motivi: il primo riguarda la scelta stessa dell’invito.
Chi ha pensato di includere Angela sulla Carrozza del Senato ha davvero considerato tutte le implicazioni del gesto?
Ora, siccome l'argomento è particolarmente delicato, non possiamo lasciare spazio a fraintendimenti, ed urge sottolineare e spiegare ogni parola che verrà detta.
La Carrozza, al di là del valore storico e folkloristico, è un simbolo religioso (ammesso che in questa festa sia presente folklore o religione), legato ai festeggiamenti in onore di Sant’Agata.
Eppure, la decisione di coinvolgere Angela sembra essere stata presa senza valutare la possibilità che potesse non sentirsi a suo agio con un contesto decisamente troppo cattolico e, senza alcuna paura, possiamo definirlo — a tratti — fondamentalista.
Secondo le statistiche, la probabilità che una persona di origine nigeriana sia musulmana si aggira intorno al 50-55%.
È chiaro che non si può assumere la fede di qualcuno basandosi solo sull’etnia o sul paese di origine, ma proprio per questo sarebbe stato opportuno un confronto diretto con Angela prima di annunciare il suo coinvolgimento.
Avremmo potuto raggiungere agevolmente la ragazza e farle qualche domanda, ma non ci siamo sentiti di infastidirla e chiederle: "Qual è la tua religione?" poiché sarebbe stato davvero di cattivo gusto, deontologicamente scorretto, imbarazzante e anche un po' inutile rispetto al discorso che volevamo portare.
Il secondo punto riguarda la modalità con cui è stato comunicato il suo rifiuto.
L’affermazione che Angela abbia rinunciato per un improvviso impegno familiare suona come una giustificazione di circostanza, evitando di affrontare eventuali motivazioni più profonde legate alla sua sensibilità personale o alla sua fede.
E possiamo biasimarla? Assolutamente no, e la responsabilità non è della ragazza, ma di un'amministrazione che ha la sensibilità di un frigorifero.
Poi c'è un altro punto con cui bisogna fare i conti e, anche qui, bisogna essere spietatamente brutali: il fatto che una giovane donna, premiata per un atto di eroismo, sia stata chiamata a partecipare a una manifestazione religiosa senza, forse, averne mai chiesto il coinvolgimento appare come un tentativo claudicante di inserirla in un quadro più cerebroleso che celebrativo.
Questo, più che un riconoscimento, sembra un’operazione goffa, quasi un modo per dimostrare inclusività senza averne davvero compreso il significato.
Insomma, è come se questa festa stesse dicendo: "guardate, ci stiamo evolvendo, siamo inclusivi", salvo poi essere la solita festa piena di contraddizioni morali e che, anzi, come ogni festa religiosa, pare una mostra delle atrocità.
Angela Isaac ha dimostrato di essere un esempio di coraggio e cittadinanza, ben più di tanti che si professano custodi delle tradizioni.
Se si voleva davvero renderle omaggio, forse si poteva trovare un modo più rispettoso e meno strumentale di farlo.
Una nota positiva: ad Angela è stata già data una delle cariche più importanti del nostro Stato, quella di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana.
Più importante? Meno importante? Non lo sappiamo, ma almeno, sulle scale del Quirinale, Angela non rischierà di scivolare per la cera.