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Essere o non essere “green”: Catania la giungla dei monopattini

31-12-2024 05:00

Giacomo Petralia

Cronaca, Focus,

Essere o non essere “green”: Catania la giungla dei monopattini

Il comune di Catania abbraccia nuovamente appieno la filosofia del verde. Ma la responsabilità?

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In un tempo in cui il linguaggio e la comunicazione sembrano più malleabili e dinamici che mai, è innegabile che la parola “green” abbia ottenuto uno spazio da assoluta protagonista, tanto da contare ormai innumerevoli campi di applicazione: economia green, le politiche green, il lavoro green, il green marketing e via dicendo.

 

La filosofia del “verde”, un credo che investe di passione ogni angolo del mondo, dovrebbe comunque essere fondata su un mantra ben preciso: educare alla responsabilità.

 

Ma si deve educare alla responsabilità per essere più “green” oppure, semplicemente, perché è giusto farlo?

 

Nuovo operatore cercasi

Il 16 dicembre scorso, il comune di Catania sottolinea nuovamente la volontà di abbracciare a pieno la filosofia del verde, della sostenibilità.

 

A seguito della determina n°676 del 23 novembre, il capoluogo etneo promuove un avviso, pubblicato sulla piattaforma informatica Net4market, riguardante l’individuazione di operatori economici interessati a svolgere servizi di “sharing mobility”, tramite monopattini elettrici, sul territorio comunale.

 

Le disposizioni di tale procedura, per la quale i soggetti interessati potranno presentare la richiesta di partecipazione entro il 9 gennaio, sono ben chiare: la durata prevista del servizio sarà pari a 3 anni e l’operatore designato dovrà fornire alla città da un minimo di 300 fino ad un massimo di 1.000 monopattini.

 

Non si può mai sapere.

 

Nel 2025, la città del Liotru sarà quindi terraferma per una grande flotta di veicoli dalle due piccole ruote, che svecchierà quella fornita da aziende come Helbiz Italia, Lime, e Dott nel corso degli anni passati. Non senza disavventure, tra l’altro.

 

Responsabilità

Nel marzo del 2023, diverse testate giornalistiche raccontano un fenomeno che risulta ormai sempre più pressante per tanti cittadini catanesi: il parcheggio selvaggio.

 

Ma non di auto; o, per lo meno, non in questo caso.

 

Il capo condomino di un edificio sito in via Etnea, all’altezza del Tondo Gioeni, si fa portavoce del disagio provato da residenti e da passanti, spiegando che la quantità di monopattini elettrici “parcheggiati” davanti al portone d’ingresso (in media una decina, quando va bene) compromette il libero passaggio, in particolar modo agli anziani e a coloro che hanno difficoltà a deambulare.

 

Gli e-scooter vengono quindi trasformati in masse informi, ammucchiate lungo i marciapiedi; problema, questo, che viene oltretutto alimentato anche dalla presenza ridotta di appositi stalli in cui poter disporre i mezzi.

 

Veicoli elettrici come insostenibili barriere architettoniche, dunque. Ma non soltanto per gli umani!

 

In effetti, già dall’inizio dello stesso 2023, le acque e la pietra lavica della spiaggia cittadina di San Giovanni Li Cuti sono rese un vero e proprio red carpet per schiere di veicoli a due ruote, lanciati in mare per gioco o nel segno di una qualche incerta forma di “protesta”.

 

I risultati che derivano da gesti del genere, comunque, non cambiano.

 

Quindi, cosa fare? Educare alla responsabilità per essere più “green” oppure, semplicemente, perché è giusto farlo?

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