Il 20 marzo 2003, il Presidente del Consiglio dei Ministri, all’epoca Silvio Berlusconi, emette un’ordinanza urgente con la quale si fissano i criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche sul territorio italiano: si tratta dell’o.p.C.M. n°3274.
Nato a pochi mesi di distanza da un terremoto che ferisce la Puglia e il Molise, a causa di una magnitudo di forza pari a 5.7, questo provvedimento punta a dare una pronta risposta alla necessità di un aggiornamento della classificazione sismica e, quindi, delle norme antisismiche.
L’ordinanza n°3274 pone, per la prima volta in assoluto, l’intero territorio nazionale come soggetto a sismi e lo suddivide in quattro zone, in base ad un indice di pericolosità decrescente (da 1 a 4); inoltre, l’ordinanza delega alle Regioni le misure di prevenzione proprio in merito a questo tema.
Nonostante tale provvedimento si dimostri solo come un primo, transitorio e per certi versi problematico atto “in vista di una successiva disciplina organica della materia” (come si legge già dalle prime righe del testo stesso), tutt’oggi viene ancora preso in grande considerazione.
È però nell’art.5 del decreto-legge n°136, datato 28 maggio 2004, che vengono delineate le norme tecniche per la verifica sismica e idraulica relativa alle costruzioni, dando priorità specificatamente agli edifici scolastici e sanitari.
Cadere a pezzi / L’interrogazione
Ad inizio novembre del 2021, il comitato studentesco del complesso scolastico polivalente di San Giovanni La Punta organizza un sit-in di protesta, chiedendo alle istituzioni degli interventi immediati che mettano in sicurezza la struttura.
Sito in via Motta, il complesso di questo comune catanese ospita al suo interno ben tre istituti superiori: il Liceo Artistico “Emilio Greco”, il Liceo Scientifico “Ettore Majorana” e l’Istituto Tecnico “De Nicola - G. Ferraris”.
Tra cemento armato sgretolato e infiltrazioni d’acqua, gli edifici cadono letteralmente a pezzi.
Forte di un sopralluogo fatto giusto alcuni mesi prima, durante il quale promette uno stanziamento da ben 4 milioni di euro per la manutenzione straordinaria della struttura, l’allora sindaco della città metropolitana di Catania, Salvo Pogliese, vuole placare gli animi: l’ex primo cittadino annuncia, infatti, la disponibilità di un fondo da oltre 19 milioni di euro, da frazionare a diverse strutture scolastiche e da impiegare per lavori urgenti; altresì, il sindaco affida l’incarico di una ricerca sulle “verifiche di vulnerabilità sismiche” dei tre edifici.
Alunni, dirigenti scolastici e genitori preoccupati, i quali, secondo quanto attesta la classificazione sismica del Dipartimento della Protezione Civile, vivono in uno dei 304 comuni siciliani classificati in zona 2 (rischio medio-alto), devono quindi avere “solo” la bontà di pazientare.
A metà novembre dello stesso anno, nel corso di un incontro a cui prendono parte anche il sindaco di San Giovanni La Punta, Antonino Bellia, i dirigenti scolastici dei tre istituti interessati e i rappresentanti degli studenti, Pogliese dichiara fieramente che presto avranno inizio “le procedure per indizione della gara d’appalto, per la sistemazione delle coperture, delle facciate e manutenzioni varie”.
Le verifiche
Dei quattro lotti totali previsti dal documento che disciplina la gara unica d’appalto, indetta al fine di eseguire le verifiche del rischio sismico in diverse strutture scolastiche, il primo lotto è interamente dedicato proprio al complesso polivalente di San Giovanni La Punta.
Tra la valutazione delle aule, dell’auditorium, della palestra e della piscina c’è davvero un gran lavoro da fare… Lavoro che viene portato a termine, o almeno così sembrerebbe.
In realtà, se da un lato risultano conclusi, e con pagamenti accuratamente monitorati, i progetti di verifica del rischio sismico delle aule e della palestra coperta, la quale viene infatti riqualificata e presentata in grande spolvero nei primi mesi di questo 2024, c’è qualcosa che fa storcere il naso in merito alle indagini che interessano l’auditorium e la piscina coperta di proprietà del complesso scolastico.
Difatti, lo stato di avanzamento dei progetti di indagine del rischio sismico relativo a queste due strutture risulta tutt’oggi non ancora avviato, con la conseguente impossibilità di un qualsiasi monitoraggio del costo pubblico.
La domanda non può che quindi sorgere spontanea: come mai le verifiche di sicurezza risultano concluse per le aule e per la palestra ma non per l’auditorium e per la piscina?