Si è insediato, in linea con le “turbolenze” politiche e correntizie che lo hanno preceduto, il nuovo Procuratore della Repubblica di Catania Francesco Curcio.
Porgiamo subito, prima di proseguire, i nostri più fervidi auguri di un ottimo lavoro, sperando, come ogni volta che arriva una figura istituzionale nuova, che non si faccia risucchiare nel vortice di una città ormai degradata e corrotta sino al midollo.
Quindi auguri, di cuore: forza e coraggio.
Inutile dare consigli non richiesti da parte di un giornalino che non leggerà mai, come non lo hanno mai letto gli altri e come non lo legge nessuno: scriviamo solo per noi stessi, è noto.
E quindi ci limitiamo al classico pezzo di colore, che oggi diventa presagio, forse premonizione.
Il neo Procuratore atterra infatti su una città annegata, quasi a voler offrire al nuovo illustre ospite la metafora di quello che è: affogata, soffocata!
Proprio oggi infatti Catania è flagellata da una pioggia che, come al solito, trova le varie istituzioni del tutto impreparate, con strade appena rifatte che all'indomani si scopriranno sventrate, stazioni metropolitane appena inaugurate dove già piove dai tetti, interi condomini isolati e con le auto sommerse.
Benvenuto a Catania.
Quando rispunterà il sole, magari qualcuno racconterà al neo Procuratore che è una città dove gli studenti muoiono sulla circonvallazione perché hanno tolto i sovrappassi;
gli spiegheranno che è una città dove è commissariata da 2 anni (da un amico di quelli che dovrebbe controllare) la Camera di Commercio del Sud Est che controlla la SAC, società di gestione degli aeroporti di Catania e Comiso che dal 2014 deve realizzare quanto imposto dalla concessione governativa e si incendia per una presa a muro, dove assegnano milioni di consulenze sempre alle stesse persone e centinaia di milioni con affidamenti diretti;
lo porteranno nella ferita ultradecennale di Corso Martiri e poi nel delirio di San Berillo Vecchio, luoghi centrali della città interamente abbandonati ad interessi privatissimi e persino alla delinquenza più sfacciata, con centri di spaccio e ricettazione a cielo aperto e per tutte le ore del giorno;
lo informeranno che da 15 anni è chiuso ed ammalorato un patrimonio come le Terme di Acireale e ancora fanno sopralluoghi;
Gli faranno vedere alcuni dei patrimoni pubblici lasciati all'incuria ed alla devastazione, dal Vittorio Emanuele al Ferrarotto, all'Ascoli Tomaselli, alle Terme dell'Indirizzo, alle Terme della Rotonda, alla Casa del Vaccarini e chi più ne ha ne metta;
gli faranno vedere lo stato in cui versano le scuole cittadine, l'esiguità degli asili e la quasi inesistenza dei nidi;
qualcuno gli racconterà che ci sono esponenti politici, sindaci in provincia e deputati regionali, che si trovano sotto processo, intercettati mentre fanno affari o scambiano favori e voti persino con mafiosi ma si trovano ancora ai loro posti ad inquinare le massime istituzioni;
gli parleranno di una Villa Bellini, il giardino storico e monumentale della città, trasformato in spazio concerti ad uso e consumo id interessi privati per ben 30 giorni nel periodo di maggior flusso turistico;
gli spiegheranno che si sono già spesi 700 mila euro per un museo egizio che non c'è e centinaia di milioni per una Smart Cities che non esiste e per la quale si apprestano a spendere altri milioni;
forse gli si parlerà dell'Università più antica del mondo arrivata agli ultimi posti in tutte le classifiche mondiali e prima o poi ci sarà qualcuno in grado di chiarire se in questo c'entrano le modalità di selezione dei suoi docenti emerse con “Università Bandita”;
lo porteranno in giro per la Zona Industriale che rappresenta il 20% del PIL regionale e gli sembrerà di essere su uno scenario di guerra, tra voragini e devastazione;
anche un bel tour nelle “Torri” delle case popolari di Librino dove spendono milioni per manutenzioni che non si fanno mai e dove chi ne avrebbe diritto vive in condizioni impossibili;
gli faranno fare un giro al porto di Catania e si renderà conto di tante cose;
gli faranno scorrere l'elenco dei progetti finanziati con fondi europei, PON, fondi coesione, Fesr, PNRR etc, soprattutto quelli già liquidati e rendicontati: purché non chieda di vedere dove stanno le opere ed in cosa consistano i servizi;
gli presteranno una bici per farsi un bel giro nelle mitiche piste ciclabili catanesi, soprattutto le ultime, quella di via Cristoforo Colombo, quella in salita di via Santa Sofia e quella per l'Oasi del Simeto;
Insomma, potremmo continuare per pagine e pagine: ma perché dovremmo farlo?
Quello che succede a Catania è sotto gli occhi di tutti: ma nessuno lo vede.