55 anni di cialtronate
Corso Martiri della Libertà: La storia infinita di un progetto incompiuto
Il prossimo 16 ottobre alle 11 il Consiglio comunale di Catania si riunirà in seduta straordinaria con all'ordine del giorno quella che ormai è una chimera, oltre che una delle più clamorose vergogne di questa città: il “Progetto di riqualificazione dell'intera area del Rione San Berillo”
Per inciso, sul sito del comune si legge che questa seduta del 16 ottobre sarà la prima nell" Aula municipale “restituita” al senato cittadino dopo gli interventi di restyling digitale che, grazie a fondi europei, hanno introdotto strumentazioni multimediali high tech in linea con i più moderni criteri di funzionalità e accessibilità digitale": vabbè, questa poi la vediamo a parte.
Intanto, da più di mezzo secolo, questo progetto a Catania è diventato un simbolo di promesse non mantenute e di degrado urbano.
La vicenda ha origine negli anni Cinquanta con una grande operazione speculativa che ha trasformato il quartiere San Berillo in un cantiere mai completato.
Oggi, dopo decenni di immobilismo, ci troviamo di fronte a un nuovo capitolo di questa storia: i privati proprietari dei terreni si ritirano, lasciando ancora una volta l'area in uno stato di abbandono.
Ma cosa è andato storto? Quali sono le prospettive per il futuro?
Esploriamo in dettaglio la vicenda, cercando di capire se esiste una via d'uscita.
Il progetto Cucinella e il fallimento degli accordi
Nel 2012, il Comune di Catania e i privati proprietari dei terreni firmarono una convenzione per dare finalmente un assetto definitivo al Corso Martiri della Libertà.
Il progetto, firmato dall'archistar Mario Cucinella, era stato accolto con entusiasmo: il plastico del progetto fu persino esposto nell'atrio del municipio, simbolo di un futuro che sembrava finalmente a portata di mano.
Ovviamente, come al solito, fiato alle trombe, comunicati stampa di giubilo dell'amministrazione comunale, palloncini e cotillon: manco a dirlo, dopo più di dieci anni, la realizzazione è rimasta solo su carta.
Nel 2022, i privati hanno chiesto una proroga della convenzione, che il Comune ha concesso con sorprendente generosità per altri dieci anni.
Ma, nonostante questa fiducia, all'inizio del 2024 i privati hanno dichiarato di non essere più disponibili a realizzare le opere previste.
Le motivazioni sono chiare: non sono riusciti a trovare investitori interessati ai terreni e la costruzione di un parcheggio multipiano, obbligatoria secondo la convenzione, sarebbe risultata economicamente insostenibile.
Le "fosse" lungo il corso Martiri della Libertà sono diventate parte integrante del paesaggio urbano catanese, un triste ricordo di progetti non realizzati e di una città bloccata in una sorta di limbo urbanistico.
Un affaire tra speculazione e immobilismo
I privati non hanno mai nascosto il loro intento: massimizzare il profitto dalla vendita dei terreni.
Tuttavia, il mercato immobiliare non ha risposto come sperato, e il costo elevato del parcheggio multipiano, che dovrebbe essere ceduto gratuitamente al Comune, ha dissuaso ulteriormente i proprietari dal procedere.
Il risultato è una situazione di stallo in cui i terreni rimangono inutilizzati e abbandonati, mentre il Comune, legato dalla convenzione fino al 2032, non può pianificare altri usi per l'area.
L'’inadempienza dei privati rappresenta un nodo cruciale: il Comune avrebbe potuto avvalersi delle garanzie previste per far valere i propri diritti, ma fino ad ora si è dimostrato incapace di agire con determinazione.
È una situazione di totale subordinazione all’interesse privato? Questa è la domanda che molti cittadini si pongono, osservando il degrado che si estende dal Corso Martiri a tutto il quartiere.
Le possibili soluzioni per uscire dallo stallo
È possibile uscire da questa situazione di impasse?
Alcune proposte sono state avanzate dall'Associazione Volerelaluna, che suggerisce un approccio più incisivo da parte del Comune.
Il costo del parcheggio multipiano, valutato nel 2018 a circa 148 milioni di euro, potrebbe essere aggiornato e ricalcolato: ad oggi, il costo potrebbe aggirarsi intorno ai 20 milioni di euro.
Se i privati non sono disposti a fornire una fideiussione a garanzia di questo importo, il Comune potrebbe avvalersi dell'inadempienza per rinegoziare la convenzione o persino ottenere un indennizzo.
Un'altra soluzione proposta riguarda la transazione sui terreni: se il Comune rinunciasse all'indennizzo per l'inadempienza, il valore del parcheggio potrebbe essere considerato un debito dei privati nei confronti del Comune.
Questa transazione permetterebbe al Comune di acquisire parte dei terreni, consentendo una pianificazione pubblica per la realizzazione di opere di utilità collettiva, come un parco urbano o infrastrutture di protezione civile.
La visione di un futuro sostenibile per Catania
Una riqualificazione del Corso Martiri della Libertà potrebbe essere il catalizzatore per una rigenerazione più ampia delle aree circostanti.
Immaginare un grande polmone verde al centro di Catania, un'area che coniuga fruizione pubblica e protezione civile, rappresenterebbe un passo fondamentale verso una città più sostenibile e vivibile.
Anche le zone limitrofe potrebbero beneficiare di questo cambiamento: la riqualificazione potrebbe estendersi fino alla scogliera dell'Armisi, oltre i binari della stazione ferroviaria.
Questo permetterebbe di riconquistare il rapporto tra la città e il mare, con un'area attrezzata per il tempo libero e collegamenti pedonali tra la stazione, la scogliera e il centro fieristico delle Ciminiere.
Il futuro del Corso Martiri della Libertà e delle aree circostanti è ancora incerto, ma la situazione attuale offre anche un'opportunità: quella di ripensare la città in un'ottica più partecipativa e sostenibile.
È il momento di agire, di far valere l'interesse pubblico e di restituire alla città uno spazio che per troppo tempo è stato simbolo di abbandono e speculazione.
Catania, che ormai “non è casa” da tempo ma certamente un grottesco casino, merita di più.
Un progetto di riqualificazione non può limitarsi a essere un sogno su carta, per di più da oltre un cinquantennio: deve diventare realtà.
Riusciremo a vedere finalmente questa parte della città restituita ai suoi cittadini?
Forse è il momento giusto per provarci.
Leggi anche gli altri articoli dedicati alla vergogna di San Berillo:
(IN)Sicurezza a Catania, interviene l'ex Vice Questore e sindacalista Marcello Rodano: il caso San Berillo: quando i poliziotti furono costretti a ritirarsi