La Magna Grecia è stata la culla della civiltà greca, quindi latina, quindi italiana.
Agrigento, ai tempi conosciuta come Akagras, fu una delle polis più prospere dal punto di vista intellettuale e architettonico. I numerosi reperti trovati sono indicativi dell'importanza di questa.
Pitagora, Eschilo, Teocrito, Archimede, e poi, dopo 2000 anni di stasi, la Magna Grecia si risveglia dal suo sonno profondo con eventi che richiamano la stessa caratura intellettuale: il concerto di Natale de Il Volo, il 31 agosto.
Effettivamente, con l'anticiclone africano in arrivo, temperature superiori ai 36 gradi e un'umidità degna delle foreste pluviali, sarà estremamente facile far vestire le persone con visoni e pellicce impolverate (perché è pur sempre Il Volo, ci vuole una certa eleganza) affinché Mediaset possa dare l'idea di essere nel clima natalizio.
Tuttavia, ognuno della sua vita (e delle sue orecchie) può fare ciò che vuole.
Quello con cui non si può invece fare ciò che si vuole è il denaro pubblico.
Scendiamo nel dettaglio.
Questo concerto paradossale, simile a un film di Cronenberg, è stato finanziato con un milione di euro di fondi pubblici, tanto basterebbe per fare imbestialire tutta la Sicilia.
Invece no, dobbiamo aggiungere 200.000 euro di cachet per i tre cantanti, 14.000 euro per partecipare alla conferenza stampa, 6.000 euro per essere testimonial di "Agrigento Capitale della Cultura Italiana".
La decisione di utilizzare denaro pubblico per questo evento è stata contrastata con la recente polemica per la festa privata di Madonna a Pompei, che, sebbene abbia attirato critiche, non ha comportato spese per il Parco Archeologico locale.
In quel caso, Madonna ha pagato di tasca propria 250.000 euro per utilizzare il sito fuori dagli orari di apertura, mentre per il concerto de Il Volo la Regione Siciliana e il Parco Archeologico della Valle dei Templi metteranno una pezza, con 500.000 euro a carico della Regione per promuoverla a Capitale della Cultura Italiana e 300.000 euro dal bilancio del Parco Archeologico.
Lasciamo alle spalle questo spiacevole evento, è andata anche questa.
Però non possiamo far passare sotto gamba che i siciliani siano dei poveri stolti che pensano solo al turismo.
Questo concerto non è una manna dal cielo che serve a far venire ancora più turisti; non servono eventi di intrattenimento.
Non ci possiamo permettere di buttare un milione di euro in cose così effimere e poi stare con i bidoni d'acqua in casa per le emergenze.
Sul sito dedicato alla prevendita dei biglietti, sin dall'inizio non risultava alcuna disponibilità e saremo curiosi di conoscere quanti ne avranno venduti e quanti i posti in omaggio…
Mai stata più vera la locuzione "panem et circenses", perché dopo 6 mesi di prediche per la siccità e le inchieste del New York Times, organizzare un concerto del genere nella provincia che più accusa il problema idrico è uno schiaffo in faccia.
Delle due, l'una: o Schifani ha organizzato questo concerto per punire gli agrigentini per le continue lamentele, oppure è talmente geniale che raccoglierà l'acqua dal sudore che getteranno gli spettatori.